Lunedì 15 luglio, alle ore 21, Raffaella Romagnolo sarà la protagonista della seconda serata della rassegna culturale “Un libro aperto”, in via Antica dell’Ospizio, organizzata dall’Associazione Settecinque in collaborazione con il Comune e la Libreria Ragazzi di Imperia.
L’evento, a ingresso libero, vedrà la scrittrice affiancata da Donatella Alfonso nella presentazione del suo ultimo romanzo, “Aggiustare l’universo”, con il quale si è classificata al quarto posto al prestigioso Premio Strega 2024.
Originaria di Casale Monferrato, Raffaella Romagnolo non è solo una scrittrice di successo, ma è anche un’insegnante presso un istituto tecnico e scrive articoli e recensioni per diverse testate giornalistiche tra cui “Il Secolo XIX”, “Grazia” e “Io Donna”. La sua carriera letteraria ha avuto inizio nel 2007 con la pubblicazione del libro “L’amante in città” per la Fratelli Frilli. Da allora, il suo percorso è stato un crescendo che l’ha portata a essere candidata al Premio Strega già nel 2016 con il romanzo “La figlia sbagliata”, con il quale è entrata nella dozzina.
Con “Aggiustare l’universo”, Raffaella Romagnolo non solo ha ottenuto il quarto posto al Premio Strega 2024, ma ha anche vinto lo “Strega delle biblioteche”, il premio assegnato dalla Società Dante Alighieri. Inoltre, è attualmente candidata al “Premio città di Alassio”.
“Aggiustare l’universo”, edito da Mondadori, è un romanzo ambientato nell’Italia del dopoguerra, che narra la storia di un’insegnante fuggita dai bombardamenti di Genova durante la Seconda Guerra Mondiale e del suo legame con una allieva silenziosa, alla quale cerca di restituire serenità e speranza . Un’opera di ricerca storica attenta, che offre un racconto profondo che invita i lettori a riflettere su un periodo storico cruciale.
Imperia: lunedì 15 luglio Raffaella Romagnolo, finalista Premio Strega, presenta il libro “Aggiustare l’universo”
Aggiustare l’universo
Ottobre 1945. L’anno scolastico inizia in ritardo. È il primo dell’Italia liberata e non è semplice ripartire dalle macerie. La maestra Gilla guarda con angoscia quei muri che fino a poche settimane prima alloggiavano nazisti. È arrivata a Borgo di Dentro per sfuggire alle bombe che martoriavano la sua Genova, e come tanti giovani ha combattuto e ha rischiato la vita, scommettendo sulla costruzione di un futuro migliore che altri compagni non vedranno. Ma ora non vuole pensare a quello che la guerra le ha tolto, e le ventitré allieve di quinta elementare che ha di fronte sono una ragione sufficiente per tenere a bada la tristezza. Al suono della campanella è rimasto un posto vuoto, in prima fila. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. Si chiama Francesca e arriva dal vicino orfanotrofio. È preparata, diligente, ma non parla e Gilla nei suoi occhi riconosce subito la tristezza di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene. Per entrambe c’è stato un prima e c’è stato un dopo. Ma se Gilla del passato vorrebbe liberarsi, per Francesca è l’unico posto in cui desidera tornare. Perché lì sta la sua famiglia, quella per cui il suo nome era Ester e con cui viveva a Casale Monferrato, prima che i “provvedimenti per la difesa della razza” impedissero a suo padre di insegnare, a suo nonno di vendere stoffe, a lei e sua madre di condurre una vita degna di questo nome. L’ultimo ricordo felice di Ester è una gita sul Po. Dopo, solo la colpa di essere ebrei. Ora dei genitori non sa più nulla, e la speranza che tornino a prenderla, come le hanno promesso, l’abbandona un po’ ogni giorno. Gilla ha intuito cosa nasconde l’ostinato silenzio della bambina, e sa che per riparare ciò che si è rotto servono calma e pazienza. Le stesse che usa con un vecchio planetario meccanico che la sera aggiusta sul tavolo della cucina, formulando lezioni immaginarie per le sue allieve.