Metti una sera a cena gli amici del pallonetto di Sant’Agata: c’erano Danilo, Riccardo, Stefano, Luca di Sant’Agata, il veterano del pallone Corrado Agnese, sempre in splendida forma e l’affermato giocatore di pallapugno Alessandro Re con la sua compagna Alessia.
Di lì riparte la saga del pallonetto o balètta nel breve caruggio di Sant’Agata, sulle immediate alture di Oneglia. Detto, fatto, anche in mezzo ad un calendario sferistico fitto di appuntamenti e con la novità del pallone alla pantalera che si afferma sempre di più. Si gioca sabato 6 e domenica 7 luglio. Sant’Agata chiama e il popolo del pallone risponde.
Ci sono dodici squadre in campo, si giocano i gironi eliminatori ai quattro giochi tra sabato e domenica mattina. A partire dai quarti di finale si va ai cinque giochi. Importante notare che siano in campo alcuni giovani giocatori e che siano venuti fino in Liguria occidentale tanto una squadra della val Sabbia, nel Bresciano e una di Metra, frazione di Minucciano in provincia di Lucca. Si tratta di luoghi dove si gioca al pallonetto e con i quali da molti anni c’è un percorso di reciproca visita sportiva. Il clou del torneo si vive domenica pomeriggio, di fronte ad un pubblico piuttosto folto, tenendo conto del fatto che si tratti di un gioco che è anche un evento, un programma di due giorni con tanto di cena del sabato sera. A partire dai quarti di finale le squadre vestono magliette colorate fornite dall’organizzazione (sponsor Publiemme).
Sulla schiena c’è la resa grafica dell’ormai iconico campo di gioco di Sant’Agata. È questa cifra stilistica che compone anche il trofeo, dove la resa diventa tridimensionale, grazie alla realizzazione dell’oreficeria Re di Imperia. Tornando sul gioco, si mette subito in mostra Alex Bianchi. Il fuoriclasse bresciano e i suoi due compagni vincono 5 a 2 sulla squadra del giovane Giulio Semeria, figlio d’arte, coadiuvato da Pietro Tambone e Giorgio Merano. Al calor bianco è la sfida tra la terna di Martini, Claudio Somà e il giovane aitante Gheza e quella di Giovanni Ranoisio, Arrigo e Luca Chiaravalli. Il confronto è a lungo in bilico tra continui ribaltamenti di fronte. Giovanni Ranoisio è un veterano del gioco di Sant’Agata, dove ha già vinto, ma di fronte ha giocatori di temperamento come Martini e Somà. Anzi, Ranoisio ha giocato a pallapugno proprio con Somà per anni. Insomma, giocatori che si conoscono e che cercano ogni soluzione possibile per mettere avanti i punti.
Alla fine la spunta la terna di Ranoisio, ma è un 5 a 4 che ha strappato svariati applausi al pubblico. Non meno combattuta è la partita fra la l’esperta terna di Barla, con Giudice e il giovane quanto sagace Ludovico Tortonesi e la squadra che ha in Alessandro Re un punto di riferimento, peraltro sostenuto dall’esperienza di Corrado Agnese e dall’entusiasmo di uno Stefano Tiraboschi in versione polpo e avvezzo al gioco di casa. Bella partita anche in questo caso, ma la squadra di Re si impone per 5 a 2. Completa il turno la vittoria della terna di Metra su quella locale di Roberto Bernardi, Claudio Semeria e Silvano Anfossi. Quest’ultima è comunque una compagine ad alta densità di esperienza. In questo caso va premiata la volontà dei toscani che sono solito partire con veemenza e in campo si fanno decisamente sentire a tutti i livelli. Semifinali di livello interregionale, dunque.
Una sfida è tutta ligure: Alessandro Re e soci sfoderano una prestazione di livello ed è 5 a 2 su di una squadra di Ranoisio forse appagata dal confronto, anche psicologico, vinto precedentemente. La partita “Lombardia-Toscana” arride per 5 a 2 ai bresciani, i quali si ripetono poi in finale, con un perentorio 5 a 0 su Re, Agnese e Tiraboschi. Di fatto, un giocatore di Sant’Agata è comunque in finale e la memoria viaggia verso il ricordo dei campioni locali. Merito notevole ai bresciani, con un Alex Bianchi in stato di grazia e fromboliere di rispetto anche nel campo più chiuso di Sant’Agata. A fine giornata la classica premiazione, sontuosa, per tutte le squadre. Menzioni per Matteo Laiolo di Sant’Agata, quale più giovane giocatore a soli 10 anni. Un altro premio è andato Pietro Tiraboschi, figlio di Stefano, che con i suoi tre anni è stato senz’altro il più imparziale nei sorteggi. Premio speciale anche per Giorgio Mela, addetto alle cacce e ai punteggi, mentre non cede il meno giovano giocatore, Mauro Sasso. Il bel trofeo dunque se ne va in Lombardia, ma solo temporaneamente. L’anno prossimo verrà rimesso in palio. Solo la squadra che si aggiudicherà il torneo per due volte potrà tenerselo a casa. Quindi, appuntamento alla prossima estate.