Il Gip Laura Russo questa mattina ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di Renato Cusino per non aver commesso il fatto. Cusino era accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere per la scomparsa di Fiorentino Migliorero, il 19 settembre 1999.
Cusino fu l’ultimo a vedere Migliorero. “Si incontrarono per discutere di affari personali. Questioni edili e la cessione di un’auto – spiegano a ImperiaPost gli avvocati Mario Leone e Giovanni Musso – Da quel momento Cusino non lo ha mai più visto, ma non ha nulla a che fare con la sua scomparsa. Oggi, dopo tanti anni, è stata finalmente fatta giustizia“.
LA STORIA
L’odissea di Renato Cusino inizia l’11 gennaio del 2011, quanto la Procura della Repubblica di Imperia notifica a Cusino un invito a comparire per essere interrogato l’11 gennaio 2011. L’accusa è pesantissima. Omicidio volontario e occultamento di cadavere. La vittima sarebbe Fiorentino Migliorero, scomparso da Imperia il 19 settembre 1999. Cusino fu l’ultimo a vederlo, tra le 10.30 e le 12.12, tanto che all’epoca dei fatti la Polizia effettuò svariate perquisizioni, senza mai trovare nulla. Da quel momento Cusino non seppe più nulla, fino alla notifica dell’invito a comparire.
“L’11 gennaio – raccontano gli avvocato Mario Leone e Giovanni Musso – ci presentammo di fronte alla dottoressa Maria Antonia Di Lazzaro, accompagnata da 5-6 detective della Squadra Mobile di Imperia e Genova. Appena Cusino si sedette, la dott.ssa Di Lazzaro pronunciò queste parole: ‘Ci dica dove è il cadavere e io mi impegno a rivedere la sua posizione processuale’. Cusino, ricordo bene, sbiancò e quasi svenne. Decidemmo di avvalerci della facoltà di non rispondere”.
“Il 28 luglio 2011 – proseguono Leone e Musso – ricevemmo la comunicazione, da parte del Tribunale del Riesame di Genova, di fissazione di un’udienza. Il motivo? A seguito dell’interrogatorio di Cusino, la dott.ssa Di Lazzaro ne aveva chiesto l’arresto. Una richiesta però respinta dal Gip Fiorenza Giorgi per insufficienza di prove. Da qui il ricorso al Riesame della dott.ssa Di Lazzaro e la relativa udienza“.
“Il 26 settembre 2011 ci siamo recati all’udienza del Riesame. Era presente anche la dott.ssa Di Lazzaro, la quale sostenne le accuse a Cusino sulla base di alcune dichiarazioni rese da Pancrazio Chiruzzi, delle intercettazioni telefoniche, dei rapporti non proprio chiari tra Cusino e Migliorero e del fatto che Cusino fu l’ultimo a vedere Migliorero. Il Tribunale del Riesame con un’ordinanza confermò il no all’arresto per insufficienza di prove e perché il Cusino, senza una caratura delinquenziale per commettere un delitto simile, non sarebbe riuscito ad ammazzare a tradimento nel suo ufficio Migliorero, scendere le scale con il cadavere, caricarlo in auto e nasconderlo, il tutto in circa due ore. Il Riesame inoltre, mise in dubbio l’interpretazione delle intercettazioni e soprattutto l’attendibilità di Pancrazio Chiruzzi“.
“Il 21 dicembre del 2011 la dott.ssa Di Lazzaro chiese l’archiviazione del procedimento con un provvedimento di 53 pagine, la maggior parte delle quali contenenti gli elementi di accusa nei confronti del Cusino. Insomma, un’archiviazione poco convincente, tanto che il Gip Botti, con un’ordinanza, invitò il PM a fissare l’udienza preliminare ritenendo attendibile, a differenza del Riesame, Pancrazio Chiruzzi“.
“Ma cosa aveva detto Chiruzzi? Nel 2003, mentre si trovava in carcere, raccontò di aver consegnato lingotti d’oro a Migliorero due giorni prima della sua scomparsa e che lo stesso Migliorero aveva un incontro con Cusino che, secondo la sua ricostruzione, avrebbe fatto qualcosa per impossessarsi dell’oro“.
“La prima udienza preliminare si è tenuta il 7 novembre 2013 davanti al Gup Laura Russo che ha disposto l’audizione di Pancrazio Chiruzzi, poi sentito il 16 luglio 2014. Nel corso del suo interrogatorio Chiruzzi ha fatto una lunga serie di dichiarazioni, in particolare in relazione a una rapina avvenuta a Genova il 17 agosto del 1998 in via De Nicolai. Una banda di rapinatori bloccò la strada con un’Alfa 156. Travestiti da poliziotti fermarono un mezzo blindato, rubando circa 6 miliardi di vecchie lire. Negli anni successivi la squadra Mobile di Genova individuò nei colpevoli la banda Chiruzzi, composta tra gli altri da Schettini, Mastantuono e proprio Fiorentino Migliorero. Nel settembre del 99 Migliorero scomparve, il mese successivo i componenti della banda furono arrestati. Chiruzzi nel corso del suo interrogatorio ha parzialmente ammesso le responsabilità di quella rapina (tanto che gli atti sono stati trasferiti alla Procura di Genova, ndr), aggiungendo che Cusino non aveva nulla a che fare con la banda Chiruzzi che, al contrario, lo riteneva un collaboratore della Polizia. E c’è di più. Secondo Chiruzzi sarebbe stata la DDA di Genova, con i servizi segreti, grazie proprio alla collaborazione di Cusino, a rapire Migliorero e a farlo sparire con l’intento di farsi rivelare i particolari della rapina del 1998. Rivelazione che dimostrano, a nostro parere, l’inattendibilità di Chiruzzi, delinquente scafato e molto intelligente, che vuole portare le indagini dove vuole”.
“Il risultato di questi anni – hanno concluso gli avvocati Leone e Musso – >è che Cusino si é ammalato gravemente. Era evidente fin dall’inizio che non avesse nulla a che fare con la scomparsa di Migliorero, ma qualcuno non ha voluto ascoltare la decisione del Riesame, ha ritenuto comunque di portare avanti le accuse. Tutto questo è costato a Cusino un altro anno e mezzo alla gogna. Anno e mezzo che lo ha definitivamente annullato sotto il profilo della salute. Ora vedremo tutte le carte, non escludiamo una richiesta danni per chi ha portato Cusino a questo punto. Contro Cusino non c’è mai stata nessuna prova, a parte il fatto di aver visto per l’ultima volta Migliorero. Cusino è stato fatto passare per delinquente a tutti i costi. Oggi ha avuto giustizia, ma qualcuno non ha compiuto le valutazioni giuste. Se qualcuno si va a cercare bene le carte, non è escluso che possano esserci colpi di scena. Abbiamo tutte le cartelle cliniche. Cusino sta uscendo da un incubo, ma la cosa è molto dura”.
“Cosa potrebbe essere successo? Ci sono tante teorie. Nei giorni precedenti alla scomparsa di Migliorero si era capito che ci sarebbero stati degli arresti in relazione alla rapina in banca a Genova. C’era grande fermento, come evidenziato dal traffico in aumento sui cellulari e sui telefoni fissi. Per questo poteva esserci il timore che ci fossero dei pentiti. In questo contesto potrebbe essere scomparso Migliorero. Altra alternativa la spartizione dei soldi, qualcosa potrebbe essere andato storto, oppure ancora non si esclude la fuga di Migliorero, poi trovato e ucciso lontano da Imperia. Fuga volontaria? Difficile. La moglie non ne sapeva nulla”.