19 Luglio 2024 13:33

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19 Luglio 2024 13:33

Tra le 100 donne di successo secondo Forbes: a Diano Marina la “rockstar della fisica” Gabriella Greison. “L’ho scoperto mentre arrivavo qui. Racconto la fisica quantistica da 10 anni” / Foto e video

In breve: A Diano Marina per presentare il suo libro dedicato alla “Donna della bomba atomica”, in occasione degli incontri della rassegna “Un mare di pagine”, promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Diano Marina. 

“Non riuscivo a crederci, è una soddisfazione immensa!” Con queste parole, Gabriella Greison, la “rockstar della fisica”, ha commentato la notizia di essere stata inserita tra le 100 donne di successo del 2024 dalla rivista Forbes, notizia arrivata proprio mentre si apprestava a raggiungere Diano Marina per presentare il suo libro dedicato alla “Donna della bomba atomica”, in occasione degli incontri della rassegna “Un mare di pagine”, promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di Diano Marina. 

L’apprezzata scrittrice, drammaturga e attrice genovese, che vanta anche una laurea in Fisica, dalla quale ha ricavato numerosi spunti per i suoi libri e testi teatrali, ha dialogato in piazza Martiri della Libertà, con il giornalista Marco Vallarino.

La donna della bomba atomica” è il titolo del romanzo biografico, pubblicato da Mondadori, nel quale Greison riprende la figura di Leona Woods, la fisica dell’Illinois che poco più che ventenne contribuì a costruire il primo reattore nucleare e la prima bomba atomica nel Progetto Manhattan, portato sul grande schermo nel 2023 dal film “Oppenheimer” di Nolan, vincitore di sette Oscar.

Tra le 100 donne di successo secondo Forbes: a Diano Marina la “rockstar della fisica” Gabriella Greison

Come ha scoperto di essere tra le 100 donne di successo del 2024 secondo Forbes?

L’ho scoperto stasera. Prima di arrivare a Diano Marina siamo partiti da Milano e ho fatto tappa prima a Finalborgo e poi a Ceriale. Mi arriva la notizia sul telefonino, apriamo, e dicevo: ‘Ma veramente?’ Non ci credevo, però ho subito aperto la notizia e ho guardato tra chi c’era prima e chi era dopo. E ho detto: ‘Ma no, è bellissimo’ Io che quando volevo un uovo con la sorpresa dovevo aspettare che la gallina lo mangiasse per riuscire a trovare quella cosa giusta. Io mi sono costruita tutto da sola questa cosa qui. È incredibile.

Questa selezione è indipendente, è una cosa a sé ed è molto ambita perché essere tra le 100 donne più di successo del 2024 è una cosa che tiene d’occhio tantissimi fattori. Non soltanto i libri scritti, non soltanto il successo che ho a teatro, ma tutto quello che si crea intorno, la gente come ne parla, come vieni citata, come vieni raccontata dalle persone. Non ho mai vinto niente e questa cosa qui è divertente. Tant’è che veniamo proprio dal brindisi di questa notizia.

Dedicare questo riconoscimento a qualcuno non si può che non a se stessi, perché io ho creato tutto da sola. Tutto quello che volevo fare l’ho raggiunto. Mi sono messa in scia del mio talento ed è la cosa più difficile da fare ed è la cosa che auguro a tutti: mettersi in scia del proprio talento. È la cosa più complicata da capire e una volta che riesci a raggiungerlo devi esserne fiera e infatti ne sono fiera. Io non ho mai vinto premi, non sono mai stata citata da nessuna parte, quindi questa cosa qui mi piace. Piace come una cosa a sé, come una pacca sulla spalla, dai che siamo con te. Ecco, questo rappresenta per me”.

Lei è un po’ definita come la Rockstar della fisica. Quindi la fisica può essere Rock? In che modo?

“Sì, la fisica quantistica. Perché io racconto la fisica quantistica ormai da 10 anni. Nel momento in cui ho iniziato a raccontarla, quando nessuno ne parlava, quando nessuno sapeva che cosa fosse. Ho iniziato a raccontare la fisica quantistica con l’intuizione che ho avuto 10 anni fa di pubblicare il libro ‘L’incredibile cena dei fisici quantistici’ e da lì in poi è nato il mio percorso professionale perché ho pubblicato altri 11 libri, quindi in totale 12. E da ogni libro ho creato uno spettacolo teatrale. Quello che faccio io è raccontare storie. Utilizzo il teatro di narrazione, anche con dei messaggi forti da trasmettere. Mi metto in scia di altri grandi narratori, utilizzo le storie della fisica quantistica e della nascita della fisica quantistica: Einstein, Marie Curie, Schrödinger, Dirac, Pauli, Heisenberg, Niels Bohr. Tutti questi sono per me i miei riferimenti. Tutti gli sforzi che ho fatto in questi 10 anni, non fare vacanze, andare sempre in tour, pubblicare un libro all’anno, mi è servito per creare una linea ben precisa per terra. E chi riesce a seguirmi vuol dire che si è buttato dall’altra parte del tracciato. E questa cosa è molto potente, la sento forte”.

Poi sono reduce dal viaggio in Cina. Sono andata a Pechino perché hanno tradotto il libro ‘Ucciderò il gatto di Schrödinger’ in cinese, uno dei miei libri. E questo viaggio in Cina mi ha aperto ancora di più le idee, un mondo impensabile che per noi è molto lontano. Noi siamo filo americani come forma e ho visto in loro questa curiosità e questa voglia di vedere cosa succede dall’altra parte. Quindi ho fatto questo firmacopie lunghissimo il primo giorno che sono arrivata con 500 persone che mi chiedevano le dediche sul libro tradotto in cinese. Mi sono trovata a fare i conti con i numeri cinesi che sono diversi da quelli italiani”.

Stasera si parla di una donna che ha scritto la storia: Leona Wood. In che modo la sua storia è importante da raccontare e può essere un po’ emblematica?

“La storia di Leona Wood l’ho cercata con l’idea di raccontare ai ragazzi della nuova generazione, che sono ragazzi svegli, che rispondono, che hanno la battuta pronta. Loro non si rivedono in Marie Curie, non si vedono in Rosalind Franklin. Io avevo bisogno di trovare un personaggio così. Quando l’ho trovato ho detto: ‘È lei’. E quando racconto Leona Wood, i teatri sono pieni di ragazzi perché lei è esattamente il personaggio vincente di cui loro hanno bisogno. Un personaggio a lieto fine che si è realizzato in quello che voleva fare, voleva diventare fisica nucleare, in cui io mi vedo molto, mi immedesimo molto. Ha la battuta pronta, è molto ironica. I ragazzi sono così, sono rapidi e hanno bisogno di questi riferimenti. Siccome non arrivano dalla televisione, non arrivano dai giornali, io li creo con i miei libri e quando porto a teatro queste storie, i primi a capirlo sono sempre i giovani, sono sempre i ragazzi. D’altra parte sono secchioni i ragazzi della nuova generazione, lo sappiamo. C’è stato un sondaggio: ‘Chi è il tuo personaggio preferito di Harry Potter?’ Hanno chiesto a tutto il mondo. I ragazzi di tutto il mondo hanno risposto non Potter ma Hermione, la secchiona, quella che sa le cose. Loro sono così. Quindi non è vero che passano il tempo a giocare coi telefonini, ma sanno cercare quello che vogliono trovare di bello”.

 

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