23 Dicembre 2024 20:17

23 Dicembre 2024 20:17

Un’imperiese in Palestina: “Dalla Tenda della Nazioni, Betlemme, dove la speranza, nonostante tutto, è di casa” / Le immagini 

La mia città mi stava stretta. Era pesante rimanere a casa quando ogni giorno leggevo e vedevo atrocità sofferte da un popolo, violenze feroci che sono  taciute o  blandite da linguaggi sbiaditi di troppi media che ormai dimenticano che a Gaza e in Cisgiordania avvengono ogni giorno omicidi e distruzione. Da più di 80 anni le sanzioni dei massimi organi internazionali non riescono a dare giustizia, perché sono tanto più forti il silenzio e la connivenza degli USA e dell’ Europa,  paesi che pretendono di esportare la civiltà….

Allora rieccomi in Palestina, attirata da Parole importanti:
“Ci rifiutiamo di essere nemici”, “Ci rifiutiamo di essere vittime”.
Sono le parole della famiglia Nassar che su di una collina a circa 10 km da Betlemme hanno dato vita ad una esperienza di vita comunitaria con persone di tutto il mondo nella loro azienda agricola. Da qui il nome: Tenda delle Nazioni, dove le parole guida sono: Resilienza e  Nonviolenza.

L’Azienda agricola fu  creata da Daher Nassar nel 1916, che acquistò la proprietà di 42 ettari dove avviò la coltivazione di ulivi, vigneti e altri alberi da frutta e allevamento di animali da cortile: una vita di lavoro, prospera e serena, interrotta nel1991. Sulle colline di fronte hanno iniziato la costruzione di colonie illegali secondo il Diritto Internazionale, perché su terre sottratte ai proprietari palestinesi e che sono cresciute nel tempo: Neve Daniel, Rosh Tzurim, Alon Shvut, Bat Ayn e Beiter Elit che conta oggi 75.000 abitanti! Insediamenti dotati di acqua, luce e trasporti, collegati tra loro e con le città da reti di strade eccellenti escluse ai Palestinesi. Insediamenti iniziati sulle cime delle colline distruggendo uliveti e altre coltivazioni, prese dai coloni che hanno iniziato installandosi su queste terre non loro con un camper, un   container… e poi pian piano una casa, tante case…per ingrandirsi sempre più e sempre protetti dall’esercito. 
Betlemme è Area C, sotto totale controllo israeliano: sia amministrativo, sia militare. Qui il rispetto, il buon senso, la capacità di convivere sono parole assolutamente sconosciute all’occupante.
Il Governo israeliano ha provato ad appropriarsene definendola Terra di Stato, ma la fortuna dei fratelli Daher e Daoud e della sorella Amal è che il nonno registrò l’acquisto del terreno sia con gli Ottomani occupanti di allora, sia con le tre successive amministrazioni.
Purtroppo la magistratura israeliana non si è arresa: da più di 30 la famiglia Nassar combatte legalmente con tre avvocati con un costo, ad ora, di  170.000 dollari.
A Daoud Nassar è stato offerto un assegno in bianco per andarsene, ma per lui – -come per tutti i Palestinesi, la “Terra non si vende” è una madre che li accompagna per tutte le generazioni. Ecco allora le intimidazioni e le violenze, fino a che nel 2021 soldati e coloni hanno bruciato migliaia di loro alberi d’ulivo, mandorli, fichi, vigneti ed hanno chiuso la strada che in 7 minuti collegava l’azienda a Betlemme. Ora ne occorrono 45 di minuti … se non vi sono check point israeliani.

L’altro giorno un colono ha parcheggiato un camper proprio accanto alla recinzione dei Nassar: inizio di una nuova battaglia. Per la situazione, purtroppo, niente Campo estivo per i bambini di Betlemme  di tanti altri paesi vicini come è tradizione da anni.
L’incontro con la famiglia Nassar è stato la prova della potenza della nonviolenza, della forza dell’incontro, del costruire insieme, del dare vita, del rifiuto di essere nemici…  Ritrovarsi con persone di ogni parte del mondo, diversissime, ma unite dallo stesso desiderio di fare, costruire, amare in una natura molto bella. E’ un’esperienza che consiglio! 

Per salutarvi, vi comunico che due volontarie norvegesi sono state respinte all’aeroporto: la loro colpa?  Essere di un paese che ha riconosciuto lo Stato di Palestina… e non sono state le sole persone costrette al rientro.

Ed ecco alcune news che credo non siano riportate dai nostri media:
* Per il disastro ambientale, di nutrizione, igiene e sanitario, a Gaza vi è il rischio di poliomelite a Gaza
*  Amnesty denuncia la tortura Israeliana sui prigionieri già denunciata da molte fonti anche israeliane: torture spaventose sui civili razziati a Gaza e in Cisgiordania
* più di 1.000 sono stati gli attacchi all’assistenza sanitaria palestinese, cioè 1000 crimini di guerra!
* Netanyahu chiude l’ospedale pediatrico per i bambini a Gaza…
* Ma.. si attendono i mandati di arresto della Corte Penale Internazionale!    
(Info su:  If American Knew.)
* Oggi volontari internazionali sono stati attaccati con estrema violenza dai coloni a Qusra, nel Nord della Palestina mentre accompagnavano un contadino nella sua proprietà…
Ogni giorno è una quotidiana resistenza e si sentono vive le parole del nostro Vittorio Arrigoni: “Restiamo Umani”!

Comunicato Stampa

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