Come anticipato da ImperiaPost all’incirca un mese fa, i provvedimenti targati Brizio in merito all’ondata di immigrati sono arrivati dritti dritti in Prefettura. Due pagine, un’ordinanza, dove nero su bianco Brizio dichiara quelle che sono le sue volontà:
[…] il divieto di dimora, anche occasionale, di persone provenienti da paesi dall’area africana o asiatica ospiti della Casa Famiglia nell’ambito della convenzione della cooperativa la Goccia con la Prefettura, se non in previo possesso di regolare certificato sanitario attestante la negatività da malattie infettive e trasmissibili […].
“Nulla di nuovo da dichiarare – commenta il sindaco – se non il ribadire un concetto che credo aver espresso chiaramente più volte. Non penso di chiedere l’impossibile. Voglio solo essere tranquillo e tutelare, per quanto possibile, la salute del singolo”.
Brizio, leghista da sempre, è stufo di sentirsi dare del razzista o dell’insensibile “per il semplice fatto che si mi sono messo in gioco in un campo delicato come il sociale“.
“Sin da subito – precisa – non ho nascosto disagio e disapprovazione non per la situazione di per sè quanto per il modus operandi di chi di competenza. A Prelà sono transitati all’incirca un centinaio di profughi, sia chiaro non hanno creato alcuni disturbo, ma e sottolineo ma, nessuno ha garantito per il loro stato di salute. Io voglio che ogni singolo immigrato ospitato nella casa di accoglienza, sia provvisto di certificato con tanto di firma che attesti la negatività da malattie infettive e trasmissibili“.
La determinazione di Brizio è micidiale. Pare infatti abbia studiato nei minimi dettagli la situazione evidentemente ingarbugliata per trovare una “soluzione” adeguata in nome della salute e della sicurezza di cittadini.
“Essere sindaco – prosegue – non significa essere bravo a prendere voti, a parlare, a stringere le mani. Un sindaco responsabile deve lavorare per il bene del paese e garantire sicurezza. Firmare un’ordinanza del genere è stato per me un dovere nei confronti dei miei cittadini“.
Brizio, conclude, proponendo un’idea a suo parere interessante. “I profughi sostano poco più di una notte in questi centri di accoglienza perché la loro meta è un’altra. Nord Europa ad esempio. A questo punto dai diversi paesi di appartenenza si potrebbero organizzare dei voli low cost diretti nelle varie destinazioni che più o meno sono sempre le stesse. Una mossa del genere eviterebbe disagi, disordini, naufragi e anche uno spreco di soldi non indifferente. Ripeto la maggior parte di questa gente sa dove andare e dal momento in cui l’emergenza è diventata incontrollabile non vedo perchè non ‘regolarizzare’ il tutto dando un aiuto concreto e immediato“.
Alessandra Boero