Paolo Re, imperiese, ex assessore, grande appassionato di sport, ha scritto un lungo post per il figlio Davide a pochi giorni dalle Olimpiadi di Parigi che hanno visto il quattrocentista imperiese, in passato detentore del record italiano (poi battuto da Luca Sito), eliminato in batteria dopo un lungo calvario fisico.
Imperia: atletica, Paolo Re e il lungo post dedicato al figlio Davide dopo le Olimpiadi di Parigi
“Ho apprezzato molto quanto scritto dai miei figli Davide ed Elena dopo la gara di Parigi – ha scritto Paolo Re – Davide in particolare ha scritto di essere ‘felice‘. Può sembrare strano e irriverente, ma non a chi come me ha vissuto questi mesi con lui e per lui. Si è allenato sempre con il dolore, tanto, e terapie dolorose, tante. In giro per medici e ospedali. Io c’ero. Sempre. 4 mesi di delusioni, demotivazione, umiliazioni e deconcentrazione. Il crollo di un sogno coltivato per anni. Ho visto e toccato con mano la sua sofferenza. Feroce nella sua profondità fisica e impalpabile nella sua intimità psicologica, avrebbe fatto gettare la spugna ai più. Non a lui. Un guerriero silenzioso. Lui è felice di non averlo fatto, anche a discapito della salute.
E io ne sono fiero. E sono orgoglioso della capacità che ha dimostrato di saper elaborare un grande dispiacere. Ha saputo trasformarlo in un’occasione di crescita. Una sfida (quella caratteriale) nella sfida (quella atletica), Questa volta ha perso l’ultima, ma ha vinto la prima.
Nella vita ogni tassello e specie i più dolorosi servono ad acquistare consapevolezze. C’è chi affronta gravi malattie e traumi di vario tipo e ne esce rafforzato ringraziando per l’insegnamento che ne ha tratto. Non è da tutti. Ci vuole molto equilibrio, e in questo senso la sua felicità, o meglio, la sua serenità, ha insegnato qualcosa anche a me…e mi solleva.
Certo tutto questo non può confutare il valore del risultato. È una realtà che si può accantonare o minimizzare, ma non negare. Può non coincidere con la soddisfazione personale, ma l’auspicio è che questo accada, affinché la continua ricerca del meglio non si trasformi in insoddisfazione perenne. Qualunque atleta corre per un obiettivo agonistico proporzionato al proprio valore tecnico e all’impegno. Negarlo sarebbe irrealistico. Del resto la crescita personale ha mille occasioni per forgiarsi mentre il tempo per l’agonismo di ‘livello’ è breve, i grandi eventi pochi e il raggiungimento dell’obbiettivo, qualunque esso sia, diventa il sale dell’impegno, la forza trainante dell’ambizione.
Per questo sono anche dispiaciuto, soffro e chi è genitore potrà capirmi. Sono sinceramente convinto che per potenzialità e impegno Davide meritava molta più soddisfazione. Alla fine la bilancia non è stata generosa. Lo dico da padre e lascio che si sorrida, lo dico da osservatore e so quel che dico.
Dunque, Grazie Davide per quello che hai dato all’Atletica e per quello che hai dato a me. Un lungo viaggio costellato di tante tappe: Imperia, Torino, Florida, Rieti, Svizzera. Sono cambiati gli allenatori. ma non il suo impegno. Sempre alla ricerca del meglio, con la massima dedizione e i sogni nel cuore. Severo con se stesso e generoso con gli altri, disponibile tanto da far scambiare per umiltà la sua educazione, ma sempre risoluto. ‘Il ragazzo della porta accanto’ come venne definito dai principali quotidiani nazionali nel 2019. L’anno magico, in cui fu il primo italiano di sempre a scendere sotto i 45” siglando con 44.77 il NR , leader Europeo dell’Anno, 11° nel Ranking mondiale, 9° ai Campionati del Mondo di Doha e fuori dalla finale per soli 8 centesimi, trascinatore acclamato della staffetta mondiale e vincitore del Premio Cannavò.
Una carriera costellata di tanti infortuni, spesso taciuti nella loro gravità, che tuttavia non gli hanno mai impedito di onorare sia le Massime Manifestazioni Iridate, come anche i Campionati del Mondo di staffette (dove anche quest’anno con la sua disponibilità e generosità ha contribuito a qualificare la staffetta per le Olimpiadi) sia i Campionati Italiani o i più ‘semplici’ Campionati di Società. E neanche le lacrime non gli hanno mai spento la voglia di lottare e ancor meno di sognare, sempre, e sempre di più.
Quattro mesi fa edema osseo e contemporanea lesione del tendine achilleo di 2x8mm… e la luce si spegne, nell’anno iniziato con una serie di PB negli allenamenti, a dimostrazione di un motore ancora potentissimo, nell’anno degli Europei in Italia, delle Olimpiadi in Europa, nell’ultimo anno importante della carriera, l’ultima occasione. Il sogno svanisce ancor prima di poterlo realizzare, e il suo NR viene battuto. Capita a molti, è vero, ma a pochi in un contesto così. La Tempesta Perfetta…e si può annegare. Qui non contano il perché, gli errori, i dubbi e neanche il dover prendere atto che quando non sei più all’apice anche la considerazione ‘mediatica’ viene meno. ‘The show must go on’.
Ho negli occhi la sua immagine e il sorriso radioso, ma composto di quando ha siglato il primo sub 45 di sempre di un italiano. E ho negli occhi la sua immagine seduto sul divano di casa mentre piange per il dolore della terapia con radiofrequenze…proprio nel momento in cui viene battuto il suo record. Questo è lo sport.
Un giorno gli ho chiesto ‘Ti vuoi fermare?’ Mi ha risposto: ‘Voglio onorare le Olimpiadi, l’Italia, voglio onorare me stesso, a qualunque costo papà, anche se questo volesse dire compiere il giro al passo… e chi vuole capirà’.
Per questo è un guerriero. Per questo ha vinto. Perché come dice lui ‘ha ceduto il fisico ma non la mente’.
‘Nec recisa recedit’ recita il motto delle Fiamme Gialle. Lui lo ha onorato.
Quattro Mondiali e due Olimpiadi, sempre qualificato per la gara individuale, fino ad oggi sempre in semifinale. Due finali iridate sfiorate e ultimo ma non ultimo un atleta diventato uomo.
Grazie Davide”.