Il Gruppo teatrale l’Attrito di Imperia interviene con una nota per esprimere il proprio dissenso in merito all’ipotesi di realizzazione di un vasto parco eolico tra i monti Moro e Guardiabella. Nella nota, il gruppo propone la possibilità di realizzare un parco eolico “off-shore”, ovvero con fondamenta fisse sul fondale marino.
Parco eolico, il Gruppo Teatrale l’Attrito si oppone al progetto
“Nei giorni scorsi cittadini e amministrazioni comunali hanno appreso dagli organi di stampa la notizia che una società privata, la 18+ energia s.r.l. ha presentato presso il MITE (Ministero per la Transizione Ecologica) un progetto riguardante la costruzione di un parco eolico denominato “IMPERIA Monti Moro e Guardiabella” e che interesserebbe i comuni di Aurigo, Borgomaro, Castellaro, Cipressa, Dolcedo, Pietrabruna, Pieve di Teco, Prelà, Rezzo con strade di accesso tra San Lorenzo e Costarainera.
Il progetto, che prevede la posa di 32 pale eoliche da 206 metri di altezza, ha già suscitato forti pareri contrari tra la popolazione e le amministrazioni comunali dei territori interessati, sia nel metodo applicato, sia nel merito della questione, con cittadini che vedono calare sulla propria pelle decisioni prese dall’alto e peraltro tenute all’oscuro alle stesse amministrazioni comunali (sic).
Si è tenuta nel pomeriggio di martedì 13 agosto a Dolcedo una prima assemblea pubblica che ha visto la partecipazione dei primi cittadini di molti dei comuni interessati, nonché di vari assessori e consiglieri comunali, oltre a più di cento privati cittadini (come documentato dagli organi di stampa locali) e a una quindicina di associazioni del territorio che intendono opporsi alla realizzazione di questo progetto faraonico nonché esiziale per il territorio stesso.
Il Gruppo Teatrale l’Attrito è tra le associazioni che intendono opporsi a questo modello di gigantismo, nelle cui pieghe si moltiplicano gli affari e si uccide la democrazia partecipativa, come sempre a spese del territorio. Riteniamo questo progetto, per come è stato concepito, difficilmente realizzabile, con la previsione di 48.433 viaggi in 48 mesi di mezzi pesanti a 3-4 assi e container da 20 piedi su e giù per le nostre montagne e per le strade delle città, strette e già congestionate dal normale flusso del traffico, nonché per le altre devastazioni che richiederebbe la realizzazione del Parco su un territorio oltretutto sottoposto a numerosi vincoli paesaggistici. In aggiunta a queste brevi considerazioni, va detto che la ventosità è stata stimata e valutata “buona” (3-4 m/sec di velocità, ma non si evince con quale costanza), con una producibilità di circa 2000 MWh per ogni MW di potenza installata: questo di fatto vedrebbe in media girare le pale per un’ora ogni quattro; in particolare per i sei generatori previsti sul monte Guardiabella.
A queste stime si aggiunge che il cambiamento climatico ormai in atto sta favorendo l’espansione della cella di Halley verso nord (fino oltre i 45° N) determinando l’analoga espansione dell’anticiclone africano: in pratica un’effettiva tropicalizzazione dell’ex-clima mediterraneo, con le infiltrazioni di aria oceanica confinate oltre il 50esimo parallelo; quali conseguenze ci saranno sulle caratteristiche qualitative e quantitative della circolazione atmosferica è difficile da valutare, ma anche questo elemento dovrebbe far propendere per investimenti diffusi di media piccola taglia.
Non mettiamo in dubbio che l’eolico sia probabilmente un modo assai intelligente per l’approvvigionamento di energia elettrica, ma, anche alla luce di qualcuna delle precedenti considerazioni, riteniamo che si debba puntare con decisione ed accortezza sui Parchi eolici off-shore. Per questi, infatti, cadono tutte le pregiudiziali legate al territorio, soprattutto montano: gli enormi movimenti di terra per le piazzole e le sottostazioni e, in particolare, la viabilità di accesso oltre alle difficoltà tecniche di montaggio e di manutenzione delle torri. Basta infatti uno sguardo al pluri-citato (nel progetto del Parco Eolico) atlante Eolico Italiano per capire che costruire grandi parchi eolici in Italia a terra non ha proprio molto senso.
In on-shore si dovrebbe puntare esclusivamente su medio e soprattutto mini eolico, incentivando l’autoproduzione, che, senza pretese di fornire grandi potenze elettriche (ma tante piccole potenze ne fanno una grande per il Paese…), potrebbe aiutare i cittadini a ridurre il costo delle bollette, a beneficio dell’intera comunità e contro le attuali dipendenze geopolitiche dai signori del fossile/nucleare, i quali ora tentano maldestramente di riciclarsi a operatori “green” anche con la costruzione di Parchi come quello a cui ci opponiamo”.