Il sindaco di Pornassio Vittorio Adolfo non ha voluto attendere oltre e questa mattina il suo è stato il primo comune a inviare le osservazioni al Ministero relative al parco eolico. Osservazioni che contengono una netta bocciatura del progetto.
Vittorio Adolfo in oltre venti pagine di osservazioni elenca i numerosi impatti negativi sul territorio del parco eolico
Spiega Vittorio Adolfo: “Questa mattina abbiamo inviato le nostre osservazioni relative al progetto del parco eolico al Ministero, con una valutazione decisamente contraria, anche in sintonia con gli orientamenti espressi dalla Regione Liguria.
Il biglietto da visita della Riviera dei Fiori non può essere rappresentato da 32 pali alti oltre 200 metri, con relative pale eoliche, perché questo vuol dire distruggere gli aspetti ambientali del nostro territorio, con l’aggiunta dei negativi contraccolpi derivati dalle enormi infrastrutture necessarie, a cominciare dalle strade di servizio per gli impianti eolici previsti. Nemmeno è valutabile l’ipotesi di cercare eventuali ritorni economici da questa operazione, che inevitabilmente distruggerebbe il territorio, esponendolo inoltre a rischi idrogeologici e ambientali di grande rilievo. I nostri paesi non sono in vendita.
Bisogna essere consapevoli che siamo solo all’inizio di questa vicenda. Ora ognuno manda le proprie osservazioni al Ministero ed esprime il proprio dissenso, ma, poi, ci dovrà essere una valutazione da parte del Ministero e chi ha avanzato osservazioni potrà essere chiamato a sostenerle. La società interessata a questa operazione non intende recedere e difenderà il suo progetto. A quest punto bisognerà vedere cosa deciderà il Ministero e dobbiamo già fin d’ora essere pronti a sostenere le nostre posizioni al Tar e al Consiglio di Stato, anche con il supporto di tecnici e legali di grandi competenze. A tal fine ho già segnalato l’avvocato Daniele Granara di Genova, quale persona di assoluta esperienza di livello nazionale, ordinario di Diritto Costituzionale e amministrativista, di fatto successore dei grandi Lucifredi e Acquarone”.
Le oltre 20 pagine di osservazioni inviate questa mattina dal Comune di Pornassio al Ministero riprendono la storia antica del territorio e la sua attuale vocazione turistica e affiancano quindi il danno ambientale di immagine dovuto al parco eolico a tutta una serie di danni non meno gravi, quali il rischio idrogeologico, dovuto anche alla strada dei servizio necessaria per collegare gli impianti, la distruzione di aree naturali e di sentieri, l’impatto negativo sulla fauna e ancora i rischi connessi agli incendi boschivi in un territorio strettamente legato al Parco naturale delle Alpi Liguri.
Secondo il Comune di Pornassio, “per dimensioni e sviluppo dei generatori e della nuova infrastruttura viaria di collegamento (ma anche delle opere accessorie), il progetto del nuovo impianto eolico (impropriamente definito “Parco”) costituisce una grande trasformazione che – con richiamo al D.P.R. 12 dicembre 2005 – potrebbe essere definibile di “grande impegno territoriale” e che, come tale, avrebbe dovuto comportare valutazioni preventive estese anche alla scala territoriale allargata, laddove l’intervento sia visivamente percettibile e/o destinato ad avere apprezzabili ricadute di ordine paesaggistico, ambientale, territoriale ed urbanistico.
Un intervento che solo per una incomprensibile manchevolezza, non è stato sottoposto ad alcuna azione informativa e di condivisione preventiva con il territorio, tanto che quasi nessuno dei Comuni direttamente interessati territorialmente dall’intervento, e nessuno di quelli che – pur non essendo direttamente interessati da esso, lo sono dalle ricadute ambientali (e Pornassio tra questi) – era stato informato dell’iniziativa, asseritamente al pari di Regione, Provincia e degli altri Enti competenti.
Inoltre, la documentazione appare per molti aspetti incompleta: sotto il profilo urbanistico, per esempio, non risulta argomentata la conformità ai Piani di tutti i Comuni, né gli estensori si sono premurati di fare riferimento alla natura di ogni singolo strumento urbanistico generale, le cui previsioni non sono efficacemente confrontate con la proposta progettuale. In alcuni casi manca qualsiasi valutazione tecnica concludente. In altri casi (e sono la maggior parte) neppure è presa in esame la destinazione urbanistica attuale. Il tutto in un ambito ove sono previsti grandi spiazzi, una viabilità di nuova previsione di grande impegno, laddove, attualmente, sono spesso esistenti sentieri, viabilità campestre e stradicciole carrabili a fondo naturale, e/o strade bianche, e dove spesso si opera in prossimità di assetti territoriali molto delicati, quali i versanti e, ancor di più, i crinali. E’ inoltre assente un confronto efficace tra la destinazione urbanistica e la sovraordinata pianificazione di area vasta, costituita dal Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico (P.T.C.P.), ove sono trattate vaste aree con regimi di tutela particolarmente stringente (costituito anche da manufatti gravati da regimi di tutela pressoché totale).
Il proponente descrive l’intervento come realizzazione di un parco eolico composto da 32 aerogeneratori ciascuno di potenza di 6,20 MW, da collocare al di sotto dei crinali montani che da Picco Ritto raggiungono Monte Guardiabella, per poi proseguire da Monte le Ciazze fino a Croce Mermellina e scendere a Monte Arbozzaro e dell’Olmo, passando per il passo del Maro e Monte Moro. Da Monte Follia saranno interessati i crinali montani che giungono fino a Monte Pian delle Vigne“.
E ancora: “Il territorio in esame è infatti soggetto a vincoli ulteriori quali le Aree Parco, le Aree di Natura 2000 – SIC, ZSC e ZPS – caratterizzate da presenze significative di fauna tutelata, aree di nidificazione e di caccia di rapaci o altri uccelli rari che utilizzano pareti rocciose, aree corridoio per l’avifauna migratoria, interessate da flussi costanti di uccelli nei periodi primaverili e autunnali, areali di chirotteri. Vi sono poi zone soggette a regime di conservazione: CE del PTCP o equiparabili nonché immobili soggetti a tutela totale (prevalentemente zone ME: manufatti emergenti). Il territorio è attraversato da aree ricomprese nella Rete Ecologica prevista dalla legge regionale n. 28 del 2009. Sussistono inoltre vincoli di natura idrogeologica e tematiche di ordine idrologico ed idraulico connesse anche con la sicurezza dei corsi d’acqua e con il minimo deflusso vitale necessario per la sopravvivenza delle forme di vita acquatica: le grandi opere di fondazione ed i movimenti di terra previsti sarebbero certamente causa dell’alterazione nella disponibilità idrica per gli usi idro-potabili e per la sopravvivenza del reticolo idraulico superficiale. La documentazione afferente ai vincoli sarà facilmente estraibile presso le Amministrazioni preposte alla loro tutela (in primis Regione Liguria). La realizzazione di torri di altezza superiore ai 200 metri inibirà altresi la possibilità di sorvolo degli aeromobili addetti alla lotta contro gli incendi in zone boscate soggette a vigilanza costante per gli scopi di prevenzione degli incendi stessi.
Le argomentazioni fin qui esplicitate vanno integrate da considerazioni ascrivibili all’inaccettabile impatto paesaggistico che l’impianto di cui trattasi (impropriamente definito “Parco” eolico) avrebbe per il Comune di Pornassio, in quanto le infrastrutture coliche risulterebbero visibili in modo inaccettabile fin dalle Alpi liguri – peraltro in ambito ricadente nel Parco omonimo – e, conseguentemente, finanche dal Colle di Nava e dalle pendici dei monti che ascendono in territorio piemontese. Ciò vanificherebbe gli sforzi dell’Amministrazione Comunale per la valorizzazione della vocazione turistico-ricettiva del territorio e comprometterebbe irrimediabilmente il paesaggio dal colle al mare e viceversa”.