24 Agosto 2024 11:12

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24 Agosto 2024 11:12

Parco eolico: la follia dei trasporti, fra costruzione di strade e trasbordi con chiatte in mare e gru lungo l’Aurelia/Foto e Video

Se il ministero dovesse dare il via libera al progetto, saranno necessari 4 anni di lavoro per la realizzazione del parco eolico “Imperia monti Moro e Guardiabella”, che resterebbe poi operativo per 30 anni e dovrebbe quindi essere smantellato.

L’analisi del progetto fatta in Comune a San Lorenzo al Mare evidenzia nuovi aspetti a dir poco impressionanti

È uno dei molti aspetti emersi nel corso dell’incontro pubblico tenutosi nella serata di venerdì nella Sala Beckett del Comune di San Lorenzo al Mare, alla presenza del Sindaco Enzo Mazzarrese e del consulente Daniel Del Ministro, che ha studiato il progetto e collaborato con le pubbliche amministrazioni per stilare pareri e osservazioni contrarie allo stesso.

Al di là delle pale eoliche e del loro impatto devastante sul paesaggio, come ha ben spiegato di fronte a un centinaio di persone, anche con l’ausilio di slide, Del Ministro, vi è l’impatto costituito da molte infrastrutture che modificheranno per sempre il territorio.

A Pieve di Teco è previsto un deposito di mezzi pesanti e silos per il cemento; una strada aggiuntiva alla Statale 28 dovrà essere realizzata in valle Impero per i mezzi di cantiere almeno fino a Pontedassio e vi è l’ipotesi di creare una pista nell’alveo del torrente Impero. Un’altra strada questa volta per trasporti eccezionali dovrà essere realizzata da San Lorenzo al Mare verso Costarainera e da qui alla torre antica di Cipressa e lo stesso dal Colle San Bartolomeo al monte Guardiabella.

Le enormi pale degli impianti giungerebbero via mare al porto di Oneglia, dove sarebbe installata una gru per caricarle su una chiatta, che le trasferirebbe alla foce del torrente Prino. Da qui con un’altra gru sarebbe caricate sui camion in attesa sull’Aurelia. Giunte alle porte di San Lorenzo al Mare, non potendo eliminare il cavalcavia dell’ex ferrovia, perché legato a un progetto di ulteriore sviluppo della pista ciclabile, un’altra gru le scaricherebbe per ricaricarle dalla parte opposta del cavalcavia e poter così proseguire il viaggio verso le nuove strade larghe dai sette ai dieci metri.

E il traffico lungo l’Aurelia? Se non fosse che è scritto tutto nero su bianco e già al vaglio del ministero, verrebbe quasi da sorridere e pensare a un’idea semplicemente delirante.

Ma non finisce qui. Quali basamenti per gli aerogeneratori sono previsti plinti in cemento armato larghi 25 metri e profondi tre, quasi completamente interrati, che dovranno essere implementati da 16 coppie di pali profondi fra i 16 e i 18 metri in zone carsiche, quale il monte Guardiabella, caratterizzate da un sottosuolo ricco di grotte.

Sotto ognuno dei 32 generatori, di altezza variabile fra i 206 e i 209 metri totali, dovranno essere create delle piazzole perfettamente livellate di 4 mila metri quadrati per ospitare un’altra enorme gru in grado di montare i generatori e garantire eventuali interventi di manutenzione straordinaria. Le pale nel punto più basso saranno alte 46 metri da terra e sono state individuate cinque abitazioni distanti meno di 500 metri da alcuni generatori, anche se non stabilmente occupate.

Sempre in base alla relazione di Daniel Del Ministro, la cartografia regionale indica il territorio in questione come inadatto a impianti eolici per vento insufficiente. L’atlante eolico nazionale attesta fra 4-6 metri secondo la velocità media del vento a 100 metri di altezza sui crinali imperiesi coinvolti. Le pale lavorano con venti di velocità dai 3 metri al secondo ai 24 metri e se i dati sono confermati, lavoreranno quindi fornendo il minimo di produzione energetica. E tutto questo per un investimento che è stato calcolato, seppure molto sommariamente, fra i 500 milioni e il miliardo di euro.

Dei numerosi Siti di interesse comunitario (Sic) sottoposti a vincoli, nessuno è interessato dalla presenza di pale eoliche, ma in molti casi dovranno essere attraversati dalle altrettanto devastanti strade di cantiere, che in seguito verrebbero impiegate per i controlli e le manutenzioni.

Il Sindaco di San Lorenzo al Mare Enzo Mazzarese

Spiega il Sindaco di San Lorenzo al mare Enzo Mazzarese: “Siamo qui stasera in occasione di una riunione con la popolazione, un momento di confronto con la popolazione, dove il comitato civico spiega un po’ più nel dettaglio alla popolazione come si sviluppa il progetto. Senza entrare troppo nel merito, è un progetto che è sovradimensionato per il nostro territorio, dal punto di vista idrogeologico, paesaggistico, storico culturale e anche con una ricaduta socioeconomica pesante in termini di gestione della della viabilità.

Noi, nello specifico, abbiamo un tratto di strada nuova che parte sul nostro territorio di circa sette metri, che taglia la nostra collina il monte Petachin, per andarsi poi a ricongiungere con un altro tratto che va su Costarainera, per andarsi poi a ricongiungere sulla statale con ovvie implicazioni di carattere idrogeologico, di manutenzione e tutta una serie di problematiche anche paesaggistiche. Senza affrontare adesso tutte le contrarietà che ci sono, e che sono molte, è come se su un uomo per quanto forte, che può tenere un sacco da 100 chili, noi gli mettessimo sopra una tonnellata. Quest’uomo rimarrebbe schiacciato e quest’uomo, in questo caso, è il nostro territorio.

Dal primo momento in cui è arrivata la richiesta di parere dopo la pubblicazione del progetto sul sito del Mase, i Comuni si sono attivati immediatamente con il supporto della Provincia del Presidente provinciale ed hanno costituito un un comitato ristretto. I sindaci erano sempre tutti in contatto e hanno lavorato molto e li ringrazio i sindaci Rezzo, Dolcedo, Pieve di Teco e Borgomaro. Tutti gli enti pubblici sono contrari a questa iniziativa.

Non è un no a prescindere. È un no che è stato valutato. Sono state considerate tutte le contrarietà e quindi abbiamo il parere negativo della Regione, il parere della negativo della Provincia e tutti i sindaci produrranno entro il 29 agosto un parere negativo. C’è il parere negativo dell’Ente Parco e delle associazioni di categoria e quindi è chiaro che il territorio, presa coscienza di questo progetto, è contrario proprio per le dimensioni.

Noi abbiamo appena concluso un impianto fotovoltaico sul tetto del Comune e questa quantità di energia si produce con 4 mila mini fotovoltaici. Tetti su cui mettere impianti fotovoltaici, di case. Comuni e capannoni, in provincia ce ne sono e sarebbero una cosa di cui nessuno si accorgerebbe, fatti con rispetto paesaggistico. L’ultima parola spetta al Ministero, comunque noi andremo avanti con tutto quello che a termini di legge si si potrà fare e quindi ricorso al Tar e al Consiglio di Stato e poi vedremo. Adesso vediamo se con tutti questi pareri, il Ministero prenderà atto che che c’è un intero territorio che che chiede perlomeno che vengano rivalutate alcune cose“.

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