10 Settembre 2024 12:52

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10 Settembre 2024 12:52

Imperia: Rifondazione Comunista si schiera a sostegno del porto commerciale di Oneglia. “Avviato alla distruzione da una serie di scelte sciagurate”

Alberto Gabrielli, del Partito della Rifondazione Comunista – Segreteria Provinciale di Imperia, interviene con una nota per prendere le difese dei lavoratori del porto commerciale di Oneglia.

Imperia: Rifondazione Comunista si schiera a sostegno del porto commerciale di Oneglia

Martedì scorso, 3 settembre, si è svolta una riuscita “Serata in Compagnia” in solidarietà con la Compagnia dei Lavoratori portuali di Imperia Oneglia. Come rendicontato dai giornali on-line locali, erano presenti molti cittadini e diversi esponenti politici locali. Fra un bicchiere ed una Piscialandrea si è parlato dell’attuale situazione del Porto Commerciale di Oneglia e, oltre al Console della Compagnia, hanno rilasciato interviste alcuni esponenti politici locali e regionali. Per capirne la logica, forse è il caso di ripercorrere le tappe che a questo punto hanno portato:

I Porti Commerciali di Imperia sono stati i perni di connessione fra la coltura/cultura dell’olio, la pesca, l’industria agroalimentare, ed il turismo: un turismo che proprio da quella connessione traeva un valore aggiunto unico, (ignoto a città del tipo di Sanremo) fatto di dieta mediterranea, di omega 4, di mercato del pesce, di spiagge libere, di tremila ore di sole … e di navi alla banchine a rinnovare il fascino del carico scarico delle merci da e per paesi lontani.

Un’economia che rinnovava nel lavoro il ricordo di Partigiani come Giuseppe Garibaldi (Pippo), Carlo Natta, Orazio Parodi (Guan), Aicardi (Quam), Roberto Amadeo, Felice Marabelli, Giacomo Spinelli, Giovanni Tocco, Pietro Natta, Egidio Girelli, Giovanni Acquarone (Cartò), Domenico Persico (Menicco), Francesco Berardi, che grazie alla rete informativa pazientemente costruita in città ed a rischio della propria vita, avevano ottenuto – in extremis, il 24 aprile del 1945 !- il disinnesco degli esplosivi posti dai nazisti nei primi mesi di quell’anno per distruggere, ritirandosi, il Porto di Oneglia (e buona parte della stessa città)

Con meno violenza, ma con effetti distruttivi comparabili sul piano del lavoro, quei porti commerciali sono stati avviati alla distruzione da una serie di scelte sciagurate che cerco di riassumere.

• La prima pietra tombale fu il Dpr 509/1997 , noto come decreto Burlando – dal nome del suo relatore in Parlamento – a firma di
Scalfaro, Presidente della Repubblica
Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri (Governo Ulivo)
Bassanini, Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali
Costa, Ministro dei lavori pubblici
Burlando, Ministro dei trasporti e della navigazione
Visco, Ministro delle finanze
Ronchi, Ministro dell’ambiente
Veltroni, Ministro per i beni culturali e ambientali
Il Decreto, come promesso da Burlando quando era sindaco di Genova nei primi anni ‘90, snellì, ai limiti della incostituzionalità, l’iter burocratico necessario per affidare concessioni demaniali marittime per la realizzazione di Porti ed Approdi turistici, nonché per la realizzazione di opere non direttamente collegate con la nautica, come edifici residenziali.
Si potevano così “espropriare” – per molti decenni e di fatto per sempre – enormi superfici di Terra e di Mare, sottraendo ai cittadini il costituzionale diritto di fruizione dei beni demaniali, non per utilità pubblica ma per profitti privati.

• La seconda pietra tombale fu, il 25 marzo 2006, la posa della prima pietra del Porto Turistico più grande del mediterraneo – 1.392 posti barca – con Francesco Bellavista Caltagirone – imprenditore – , Claudio Burlando – Presidente della Regione Liguria – e Claudio Scajola – Ministro per le Attività Produttive – , improvvisatisi muratori (i vicini Francesi dicono maçon … ) nel posare sulla banchina di Calata Anselmi la prima pietra con incastonata in un cilindro di rame la pergamena sottoscritta per l’ occasione, e con la benedizione del Vescovo della Diocesi di Albenga-Imperia mons. Mario Oliveri.
Una pregevole battaglia condotta in prima persona in Consiglio Comunale da Pasquale Indugenza e Carla Nattero e da una larga opinione pubblica, strappò alcuni risultati importanti:

  • o la rinuncia alla realizzazione di un campo prova di Golf sulla battigia,
  • o la ”contestualità” dell’l’avvio delle opere del Porto Turistico con il trasferimento delle attività produttive da Calata Anselmi (Porto Maurizio) a Oneglia,
  • o il mantenimento del porto di Oneglia come Porto Commerciale

Solo il primo risultato fu raggiunto con la realizzazione di un Parco Urbano che, fra l’altro, avrebbe avuto la significativa funzione urbanistica di connettere concretamente, dopo quasi un secolo di unione forzosa ed artificiale realizzata nel 1923, la città Sabauda di Oneglia con quella Genovese di Porto Maurizio.
La “contestualità” invece, richiesta proprio per prevenire il metodo del (mis)fatto compiuto, non fu neppure presa in considerazione, mentre la continuità commerciale di Calata Cuneo e Calata Oceanica era già subdolamente esclusa come testimoniano anche le cartine pubbliche da allora sparse in città che indicano tutto il Porto di Oneglia come “area Yacht”.

Solo una battaglia legale/istituzionale restituì almeno una parte di Calata Cuneo all’attività di pesca mantenendone tuttavia una grossa porzione per l’attracco di grandi Yacht, (ma sedicenti “charter”, quindi commerciali e non turistici .. sic !).

• La terza pietra tombale fu la delega data dalla Regione Liguria al Comune di Imperia per la gestione del Porto di Oneglia. Delega che in mano al fondatore delle vera e propria ideologia del “tutto turismo”, ha fatto e sta completando l’opera di demolizione.

Uno stillicidio di (mis)fatti compiuti si è susseguito in questi anni, dalla rimozione delle rotaie delle due grandi gru-ponte di calata cuneo, alla demolizione dei silos oleari, al continuo proditorio spostamento delle cancellate che individuano l’area portuale con lo strozzamento della stessa, allo svolgimento di spettacoli sulla stessa calata Oceanica, alla realizzazione di parcheggi nella zona retrostante alla banchina “Obiettivo 2 “ a lato della Agnesi … ai prossimi probabili passi in connessione con la trasformazione a Residenziale ed a Grande Distribuzione Organizzata della zona Ferriere, ed alla cancellazione del vincolo industriale sugli enormi volumi ex-Agnesi, e la loro trasformazione speculativa.

Questa storia ha una morale inconfessabile: ad eccezione dei consiglieri comunali di minoranza Lucio Sardi e Ivan Bracco, che dimostrano di avere a cuore – per quanto possono anche in relazione ai loro legami politici sia a livello Imperiese che Nazionale – la sorte del porto commerciale, molti dei politici che in passerella mediatica hanno fatto propria quella serata in Compagnia sono o direttamente, o in assoluta continuità ideologica e politica, responsabili di tutto ciò, e ad essi è difficile prestare fede, a meno che non li si voglia salvare politicamente attribuendo loro una dose inimmaginabile di ingenuità nell’ aver proposte e realizzate le diverse pietre tombali cui abbiamo fatto riferimento e che ora, forse, ricusano: sarà vero pentimento o opportunismo politico? Io opto, cristianamente, per il primo”.

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