Esplode il caso biodigestore a Imperia. La Waste Recycling Imperia Srl, infatti, società costituita dall’ATI Idroedil Srl (mandataria) e Waste Treatment Technologies D.V. (mandante), aggiudicataria della procedura aperta con la quale la Provincia di Imperia ha affidato la realizzazione e la successiva gestione dell’impianto, a seguito di un parere legale richiesto appositamente ha deciso di non sottoscrivere la conformità dell’intervento al principio eurounitario del ‘DNSH’ (‘Do No Significant Harm’ – ‘non arrecare danno significativo’).
Imperia: biodigestore, a rischio il finanziamento Pnrr?
All’origine del diniego della Waste Recycling Imperia (WRI) la regolarità del finanziamento con i fondi del Pnrr, pari a 6.441.488 euro. Secondo quanto riferito dall’avvocato nominato dalla società con sede a Taggia “l’Impianto, nella configurazione individuata nella procedura di gara per l’affidamento della concessione, non risulta ab origine compatibile con il principio DNSH, così come successivamente declinato dalle Amministrazioni dello Stato (MASE e RGS) nella misura PNRR sulla quale la Provincia di Imperia ha chiesto e ottenuto il finanziamento”.
Per comprendere appieno il significato del parere legale richiesto dalla Waste Recycling Imperia occorre fare un passo indietro, in particolare al bando di gara per la realizzazione del biodigestore.
La gara d’appalto per il biodigestore
Con bando di gara del 20 dicembre 2021, la Provincia di Imperia ha indetto una procedura di gara aperta per l’affidamento della concessione (con tecnica di finanza di progetto) per la realizzazione e la
gestione del biodigestore. La concessione è stata aggiudicata, con determinazione dirigenziale 23
dicembre 2022, al RTI Idroedil S.r.l. – Waste Treatment Technologies B.V.
La Provincia di Imperia successivamente ha posto a base di gara il progetto di fattibilità tecnico-economica approvato dalla Regione Liguria e dalla stessa Amministrazione provinciale. Il Bando esclude espressamente che l’affidamento sia collegato a un progetto finanziato da fondi UE.
Il Disciplinare di gara, all’art. 8.9, dà atto che ‘la presente procedura di finanza di progetto non prevede alcun contributo pubblico‘ e, al comma seguente (8.10), che ‘la Provincia di Imperia sta valutando la possibilità di presentare una proposta di finanziamento dell’ambito della linea di investimento 1.1., Missione 2, Componente 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza‘. In particolare, l’art. 8.10 del Disciplinare prevede che, in caso di presentazione e accoglimento della proposta di finanziamento, ‘i concorrenti sono edotti che l’eventuale finanziamento, nei limiti previsti dal Codice, potrà costituire presupposto per la revisione del Piano Economico-Finanziario della Concessione ad esclusivo vantaggio del Concedente con la conseguente riduzione delle Tariffe […] e fermo restando la permanenza in capo al Concessionario del rischio operativo’.
I limiti previsti dall’Europa per il finanziamento con i fondi Pnrr
L’art. 6, comma 1, lett. d) dell’Avviso M2C.1.1I1.1. del MASE prescrive come condizione di ammissibilità che le proposte di finanziamento “non devono ledere il principio DNSH sancito dall’art. 17 del regolamento (UE) 2020/852 di ‘non arrecare un danno significativo contro l’ambiente'”.
Al fine di assistere il MASE e i Soggetti attuatori degli interventi nel processo di indirizzo e nella raccolta di informazioni e nella verifica per assicurare il rispetto del principio del DNSH, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il MASE, ha elaborato un’apposita guida operativa.
“La Guida operativa – scrive il legale – ribadisce che non sono autorizzati interventi che prevedano attività su strutture e manufatti connessi, tra gli altri, ad attività correlate alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico.
[…] Tuttavia, tale parziale ‘apertura’ riguarda espressamente gli impianti già esistenti ed è comunque subordinata alla duplice condizione che detti interventi non determinino un aumento della capacità di trattamento dei rifiuti dell’impianto o un’estensione della sua durata di vita”.
Le criticità rilevate dall’avvocato
“La ricostruzione della documentazione esaminata – scrive il legale nominato dalla Waste Recycling Imperia – restituisce che la gara indetta dalla Provincia di Imperia per la realizzazione dell’impianto di Colli concerne la realizzazione (mediante finanza di progetto) di un impianto integrato di trattamento
meccanico biologico, inclusivo di una sezione di trattamento della FORSU diretta al recupero mediante produzione di compost. Nel contratto di affidamento della concessione di costruzione e gestione dell’impianto si è aggiuntivamente previsto (rispetto allo schema di contratto posto a base di gara) anche l’obbligo del concessionario di rispettare il principio DNSH di matrice eurounitaria, pur se la gara per l’affidamento della concessione non prevedeva un finanziamento ministeriale sulle risorse del PNRR (se non come mera possibilità rimessa a una valutazione della Provincia di Imperia). Ciò in quanto nelle more dell’aggiudicazione, l’Amministrazione Provinciale, in qualità di soggetto attuatore, ha presentato al MASE una proposta di finanziamento PNRR a valere sulla misura relativa agli impianti di trattamento rifiuti, basata su (una porzione di) tale Impianto.
Sennonché la disciplina specifica del finanziamento PNRR a cui è ricorsa l’Amministrazione provinciale di Imperia ha declinato il principio DNSH in senso ostativo al finanziamento di nuovi impianti di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, fatta eccezione (secondo quanto si ricava dall’ultima e più edulcorata versione delle Linee guida operative sul principio DNSH) per gli impianti già esistenti, sui quali siano
effettuati interventi di miglioramento della sostenibilità ambientale ed energetica”.
“L’esame complessivo delle risultanze documentali – aggiunge il legale – induce a ritenere che l’impianto oggetto della proposta di finanziamento, di trattamento della frazione organica mediante miscelazione di FORSU e rifiuto verde tramite compostaggio anaerobico e maturazione compost, sia una sezione di un più ampio impianto integrato e unitario, oggetto di concessione, in quanto le varie sezioni del complessivo impianto di trattamento, a una prima valutazione, non sembrano dotate di autonomia
funzionale.
La valutazione operata dalla Provincia di Imperia, nel senso di isolare la sezione dell’impianto relativa al trattamento della frazione organica, si espone, quindi, al rischio di non conformità al principio DNSH e, conseguentemente, a quello di una revoca del contributo”.
Le conclusioni del legale: “Waste Recycling Imperia non firmi”
“Una valutazione prudente e informata – scrive il legale in conclusione – induce a ritenere che gli Amministratori di WRI debbano evitare di sottoscrivere la dichiarazione DNSH, in quanto correlata (nell’intendimento già manifestato della Provincia di Imperia) agli standard del principio DNSH declinati dal MASE nella procedura di finanziamento PNRR. La sottoscrizione di tale dichiarazione, infatti, esporrebbe gli Amministratori a conseguenze (anche penali) laddove fosse accertato un falso oggettivo, consistente nell’aver dichiarato la conformità dell’impianto rispetto alle indicazioni della Guida
operativa del MASE per la conformità al principio DNSH. Un’eventuale revoca del finanziamento PNRR (conseguente alla mancata sottoscrizione della dichiarazione DNSH) non sarebbe imputabile alla
Società, che non ha avuto un ruolo nella richiesta del finanziamento PNRR, frutto di una autonoma decisione della Provincia di Imperia, la quale ha assunto (e mantiene) in via esclusiva la responsabilità della legittimità dell’intervento proposto, con riferimento al tema della natura dell’Impianto e della sua conformità al principio DNSH, come espresso all’art. 27, comma 4, del Contratto”.
Cosa succede ora?
A inizio agosto l’amministratore unico della Waste Recycling Imperia, Massimo Ghilardi, ha scritto al Presidente della Provincia di Imperia Claudio Scajola esprimendo tutte le proprie preoccupazioni.
“Le considerazioni espresse nel parere destano forti preoccupazioni per la scrivente concessionaria: invero, il rischio di illegittimità del Finanziamento PNRR risulta oggettivamente ed insuperabilmente ostativo al reperimento delle risorse finanziarie necessarie per sostenere l’investimento previsto dalla concessione. Ma ancor di più, laddove mai dovessero essere adottati provvedimenti cautelari a seguito della realizzazione dell’impianto, totale o parziale, ciò costituirebbe evidentemente un evento di default che obbligherebbe il concessionario alla restituzione integrale del finanziamento ricevuto, senza poter peraltro escludere azioni risarcitorie da parte degli investitori”.
Il 26 agosto il Presidente della Provincia Claudio Scajola ha scritto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
“A seguito degli approfondimenti tecnici effettuati dal Concessionario/Soggetto Realizzatore, nonché dell’evolversi delle varie fasi progettuali, è emersa l’impossibilità di rendere l’impianto di trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti organici e rifiuti verdi finanziato con risorse PNRR, funzionalmente autonomo rispetto al più ampio impianto integrato di trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti solidi urbani (finanziato con risorse private), sia per la dimensione delle aree disponibili e finalizzate all’opera pubblica, sia per inevitabili interferenze strutturali e impiantistiche dei flussi di rifiuti.
Verificato, anche con i concessionari l’impossibilità di poter adottare una variante ai sensi dell’art. 106 del D.Lgs 50/2016, in quanto non realizzabile tecnicamente; trattasi infatti di un impianto unico che migliora la qualità del rifiuto tramite trattamenti finalizzati al recupero anziché allo smaltimento.
Alla luce di quanto sopra, si chiede se la soluzione impiantistica definitivamente approvata in sede di progettazione definitiva ed esecutiva, così come riportata in planimetria, continui a soddisfare i requisiti per la missione a finanziamento PNRR, rispetto all’istanza ID: MTE11B_00000909, ammessa a finanziamento”.
Da quanto trapela è in programma oggi, 13 settembre, un incontro, via telematica, tra la Provincia di Imperia e il Ministero per chiarire la legittimità del finanziamento Pnrr. Quale sarà l’esito?