Marco Rossato, velista dei Timonieri Sbandati, prima paraplegico riuscito nell’impresa di circumnavigare l’Italia in solitaria, da Venezia a Genova è tornato al Salone Nautico di Genova con i suoi progetti legati all’inclusività dei porti turistici.
Il porto turistico di Andora, seguendo le indicazioni di Rossato, già dallo scorso anno ha installato una gruetta per facilitare l’imbarco e lo sbarco di persone con disabilità
Un appello già raccolto dalla Marina di Andora, rappresentata dal Presidente dell’Ama, Fabrizio De Nicola.
Sottolinea Marco Rossato: “Vorrei anche che facessimo un po’ un salto culturale in tal senso e iniziando a utilizzare i termini probabilmente più adatti a quello che noi viviamo nei porti, nei Marina italiani. Abbiamo sempre parlato tanto di accessibilità e il problema degli interventi, scarsamente eseguiti negli anni precedenti veniva dal fatto che si faceva un intervento pensando di risolvere il problema per tre quattro persone che magari durante la stagione verranno a fare attività nel porto in realtà tutte le difficoltà che che si vivono nel porto si vivono indipendentemente che una persona abbia una disabilità o meno perché c’è la terza età, ma ci sono anche i super atleti, che magari sbarcando da situazioni più impegnative hanno maggiori difficoltà e quindi tendenzialmente chiedono all’armatore di andare in un altro porto dove è più comodo, oppure quelle figure artigiane che noi d’estate non vediamo a lavorare sulle barche o se non per qualche intervento proprio di emergenza, ma si vedono invece durante la fase d’inverno, quando devono andare a fare tutti i lavori sulle imbarcazioni anche loro girando all’interno di questi porti incontrano delle difficoltà, perché spesso hanno dei carrelli con materiale pesante che devono trasportare.
Quello che stiamo cercando di fare è cercare di elevare culturalmente tutte quante le persone, portarle a un nuovo concetto di comfort per tutti, perché se ti parlo di comfort non pensi alla persona disabile, pensi soltanto alla comodità di tutti quanti, indipendentemente da quelle che siano le loro più o meno abilità fisiche o addirittura mentali, perché poi stanno nascendo anche tanti percorsi adatti anche alle persone che hanno disabilità di tipo cognitivo e anche di tipo sensoriale. Ad esempio, l’anno prossimo sulla piattaforma Marina For All presenteremo tutto il percorso per i non vedenti che insomma non è una cosa molto comune.
Tante volte mi sono sentito dire ma che cavolo fai quella quel percorso, quando verranno mai ciechi da soli. No, voi non li conoscete. Io l’ ho frequentato, li ho visti tante volte e pensavo che mi stessero quasi prendendo in giro da come si muovevano facilmente in realtà particolari. Loro hanno delle capacità che sviluppano meglio di altri, appunto non avendo la vista che va a inquinare tante volte quello che ci si ricorda e una volta portato la prima volta in un pontile, una volta che gli hai fatto capire qual è il percorso, loro hanno un sistema di memoria che gli permette già dalla seconda volta, quando torneranno, di potersi muovere in totale autonomia.
E’ un qualcosa che poi a cascata va su tutti quanti, perché quello che dico sempre, dove passiamo bene noi in carrozzina, di fatto passano estremamente comodi tutti quanti gli altri, indipendentemente dall’età o dalle disabilità”.
Dice Fabrizio De Nicola Presidente dell’Ama di Andora: “E’ importante portare avanti proprio questo. Volontà e impegno dal punto di vista culturale, come ha detto Marco, soprattutto nell’accezione più generale del termine inclusività, che deve essere appunto godere di questo spettacolo incredibile della natura che è il nostro mare, il modo di fare sport, il modo anche solo di divertirsi uscendo con la propria imbarcazione o con quella degli amici, in modo tale che proprio tutti possano divertirsi in sicurezza e godere delle bellezze della nostra natura“.