La Fondazione Isah di Imperia e la Cooperativa Jobel, che fornisce personale allo stesso Isah, sono ai ferri corti. Da un a parte l’Isah che vuole rinnovare a tutti i costi la convenzione con la cooperativa e dall’altra parte la Jobel, che, invece, non ha nessuna intenzione di proseguire il rapporto oltre la scadenza del 30 settembre. E il rischio è che ora i lavoratori si trovino senza impiego e di conseguenza l‘Isah senza personale.
La Jobel intende lasciare il servizio il 30 settembre, ma Isah pretende un rinnovo del contratto per due anni
La Cooperativa Jobel ha un contratto con l’Isah che scade il prossimo 30 settembre. La Jobel fin dallo scorso 29 dicembre aveva annunciato di non proseguire nella gestione del servizio oltre la scadenza. L’Isah di conseguenza si è attivata per verificare la possibilità di costituire un’impresa sociale senza finalità di lucro cui affidare il servizio. Una comunicazione in questo senso era stata inviata dal direttore dell’Isah Luca De Felice al legale rappresentante della Jobel Alessandro Giulla il 25 giugno scorso.
Il nuovo soggetto giuridico che dovrebbe costituire l’Isah, dovrebbe in seguito aprire una contrattazione con i sindacati per assorbire i lavoratori attualmente in carico alla Jobel, ma in seguito in merito non si è più saputo nulla. Fino allo scorso 14 agosto, quando l’Isah ha comunicato alla Jobel di intendere “automaticamente prorogata” la gestione del servizio fino al 30 settembre 2026.
In una lettera inviata nei giorni scorsi all’Isah e a Cgil, Cisl e Uil, il legale rappresentante della Jobel, Alessandro Giulla ha denunciato la situazione, spiegando che Isah ha forse ritenuto “la possibilità
concessa dall’art. 9 primo comma all’appaltante di poter “esprimere la volontà di proroga dello stesso alle
medesime condizioni in essere per ulteriori 2 anni” equivalesse ad un diritto di opzione a suo favore che gli concedesse il diritto potestativo di decidere unilateralmente la prosecuzione del contratto; tale interpretazione contrasta in maniera sin troppo inequivocabile con il dettato letterale, ed
anche sostanziale, dell’articolo 9; il differimento del termine ultimo delle reciproche obbligazioni
contrattuali implica la sottoscrizione di un contratto a tutti gli effetti ed è fin troppo elementare ribadire
che per la conclusione dello stesso sia necessaria la “volontà delle parti” che in questo caso, come
ampiamente detto più volte, esiste ma è contraria“.
La posizione della Jobel è stata ribadita a Isah con una pec del 20 agosto senza avere riscontro. Fino a ieri, quando il Presidente della Fondazione Isah Stefano Pugi ha scritto alla Jobel, come se nulla fosse accaduto, che il “contratto è prorogato di ulteriori due anni alle medesime condizioni e con nuova scadenza al 30 settembre 2026 a nulla valendo il “diniego” di cui alle vostre missive in quanto non contrattualmente previsto”, specificando anche che “tutte le eventuali vostre interruzioni del servizio creerebbero danni irreparabili al servizio e all’utenza andando a costituire fatto giuridicamente rilevante anche sotto il profilo penale“.
Ora i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono attivati per chiedere un incontro urgente con la Fondazione Isah. La situazione venutasi a creare desta molta preoccupazione sia per la posizione dei lavoratori, che per il rischio concreto che venga a mancare il servizio all’interno delle strutture dell’Isah.