“Buongiorno, siamo i carabinieri, stiamo facendo un’indagine su delle truffe a condomini da parte di una società russa. Fra poco la chiamerà la Polizia postale, fornisca loro tutti i dati che le chiederanno su conti correnti e codici fiscali dei suoi condomini“. Questa il tenore della telefonata ricevuta nella giornata di ieri da diversi amministratori di condomini di Imperia.
I truffatori si sono spacciati anche per finanzieri e per agenti della polizia Postale
La telefonata, aspetto molto preoccupante, proveniva dal numero di telefono della caserma dei carabinieri di Imperia, evidentemente riprodotto in modo artificioso. Ma al telefono c’erano dei truffatori, che cercavano di appropriarsi di importanti dati bancari.
A svelare e denunciare la vicenda è stato Michele Parisi, amministratore condominiale e coordinatore regionale di Gesticond, l’associazione degli amministratori. Insospettito, ha telefonato ai carabinieri, quelli veri, che gli hanno confermato che non c’era nessuna indagine in atto e che nessuno lo aveva cercato. Immediata la denuncia contro ignoti.
Spiega Michele Parisi: “Al mattino alle 9.23 ricevevo una telefonata sul mio cellulare da un numero che era esattamente quello del comando dei Carabinieri, lo 0183 7191 e il personaggio si è presentato degnamente come avrebbe fatto un qualsiasi maresciallo dei Carabinieri.
Come mai mi sono insospettito? Hanno fatto seguito a questa convocazione presso la caserma, annunciando una successiva telefonata che avrei ricevuto dalla polizia postale che, in concerto con i Carabinieri, avrebbe indagato su questa società e io avrei dovuto assecondare tutte le loro richieste.
Questa cosa mi ha un po’ insospettito, ma voglio dire, la fai per telefono una cosa di questo genere? Avevano necessità di avere tutti i conti correnti bancari dei condomini, tutti i codici fiscali dei condomini per andare a fare i dovuti controlli per queste pre-autorizzazioni di addebiti tipo RID sui singoli conti correnti.
Loro hanno parlato di una presunta truffa di una società russa sulla quale indagavano, che appunto cercava di prelevare soldi dai condomini.
Quelli che denunciavano i truffatori erano i reali truffatori,. Dicevano di voler denunciare continui addebiti che erano formulati come classici RID, in addebito automatico sul conto corrente e quindi loro ne chiedevano le certificazioni, i dati, i termini per poter prevenire questa truffa. In realtà erano loro i veri artefici della truffa.
Anche altri suoi colleghi che lei ha sentito hanno ricevuto queste telefonate, qualcuno anche dalla finanza?
Quando ho capito che si trattava di una truffa, mi sono messo al telefono, ho cercato di chiamare più numeri possibili dei miei colleghi, perché capivo che la situazione era un po’ preoccupante.
Nel giro forse di un quarto d’ora, venti minuti, questi colleghi sono stati effettivamente contattati da finti Carabinieri e da finiti finanzieri.
Tutti quanti con numeri di telefono esattamente corrispondenti a quelli veri, a quelli della caserma.
Questa è la reale preoccupazione, perché un po’ alle truffe non dico che ci siamo abituati, ma sono ricorrenti fenomeni di questo genere. La vera preoccupazione è stata che questa volta dobbiamo cercare di essere attenti anche da coloro che veniamo contattati.
Infatti la mia preoccupazione è stata, a questo punto cosa facciamo? Non rispondiamo più al telefono? Non dobbiamo più credere a nessuno? Neanche alle forze dell’ordine? Una vera preoccupazione”.