Questa mattina dirigenti e funzionati di Rivieracqua, accompagnati dalla Polizia provinciale, si sono presentati ai cancelli del Consorzio Irriguo e Potabile di Cipressa e Costarainera, che ha sede in via Vignasse a San Lorenzo al Mare, per prendere possesso degli impianti dello stesso Consorzio, come indicato nella diffida del Commissario ad Acta Claudio Scajola, che intimava la consegna degli impianti a Rivieracqua entro due giorni.
L’avvocato Claudio Pesce, legale del Consorzio, giudica “illegittima” la diffida di Claudio Scajola. Dietrofront di Rivieracqua e Polizia provinciale, ma la battaglia continua
Il legale del Consorzio, l’avvocato Claudio Pesce, alla presenza di molti soci, ha respinto sia Rivieracqua che la Polizia provinciale, spiegando che, prima di tutto, i tempi previsti nella diffida non erano ancora scaduti e spiegando poi di giudicare l’atto come “illegittimo”.
Nella giornata di ieri in Prefettura si era tenuto un tavolo tecnico con i Prefetto Romeo, i sindaci dei comuni interessati, i vertici di Rivieracqua, il Questore e il Comandante Provinciale dei Carabinieri, al termine del quale era stato imposto al Consorzio di riattivare immediatamente la fornitura di acqua. Cosa che è stata fatta. L’avvocato Pesce ha infatti garantito che ormai “l’emergenza è finita”.
Il legale del Consorzio, Claudio Pesce: “Impugneremo tutti gli atti, valuterà l’Autorità giudiziaria”
Spiega l’avvocato Pesce: “Noi non facciamo altro che difendere il nostro diritto di proprietà, che è tutelato anche dalla Costituzione e fino ad oggi quel diritto noi intendiamo che venga rispettato da parte di tutti coloro che lo attentano, anche le autorità. Quindi, se verranno domani, come ho già scritto a tutti gli Enti competenti, anche domani non saremo nella disponibilità di consegnare gli impianti, perché occorre un ulteriore provvedimento di autotutela possessoria, articolo 143 del Decreto legislativo 152 e quando ci verrà notificato quel decreto motivato di autotutela possessoria ne prenderemo atto e valuteremo se è il caso di assumere iniziative di altro genere.
Noi allo stato riteniamo che tutti i provvedimenti assunti siano illegittimi, siano sforniti dei poteri necessari e conseguentemente li impugniamo. I nostri legali hanno già avuto incarico di impugnarli davanti alle autorità competenti e quindi sarà l’autorità giudiziaria a valutare se è legittimo quanto sta avvenendo o se invece è assolutamente arbitrario“.
L’avvocato Claudio Pesce respinge Rivieracqua e Polizia provinciale. I cancelli del Consorzio restano chiusi
L’avvocato Pesce attraverso il cancello chiuso del Consorzio ha spiegato ai funzionari di Rivieracqua e alla Polizia provinciale: “Ho inviato una Pec ieri a tutti i soggetti in indirizzo, compresa Rivieracqua, che ve ne potrà dare atto, in cui dico che il termine non è congruo per operazioni di questo genere. Inoltre il termine dei due giorni non è scaduto e secondo noi, non è eseguibile. Comunque, valutate voi i provvedimenti da assumere e noi prenderemo le nostre iniziative. Oggi, a quest’ora, il termine non è scaduto, il termine, non è ancora decorso e noi riteniamo che la proprietà non possa essere espropriata senza indennizzo e senza un provvedimento. E questo non è un provvedimento espropriativo“.
Rivieracqua e Polizia locale non hanno potuto far altro che prendere atto della pozione del Consorzio e fare dietrofront. Ma è chiaro che la battaglia continuerà molto presto. Il Consorzio vanta crediti per oltre 700 mila euro per la cessione di acqua a Rivieracqua, ma la società pubblica non riconosce il debito in quanto ritiene scadute le concessioni del Consorzio. Su questo aspetto è anche pendente una causa al Tribunale delle Acque Pubbliche di Torino.