“Interessandoci de trasferimento delle sei classi del Liceo Classico di Imperia, dalla sede in Via Terre Bianche alla struttura in Piazza Ulisse Calvi, abbiamo realizzato che, oltre alle legittime preoccupazioni di professori e ragazzi, esistono problematiche tecniche non secondarie – Queste le parole dei consiglieri del Partito Democratico di Imperia, Daniela Bozzano, Ivan Bracco e Loredana Modaffari, in merito allo spostamento del Liceo Classico nel polo di Piazza Ulisse Calvi, recentemente oggetto di importanti lavori di riqualificazione. In merito allo spostamento, si erano aggiunti i timori di insegnanti, famiglie e alunni.
Imperia: spostamento Classico in Piazza Calvi. La nota dei consiglieri Bracco-Bozzano-Modaffari
“L’edificio appena ristrutturato – fanno sapere i consiglieri dem – appare non adeguato ad ospitare classi nel rispetto delle ultime disposizioni ministeriali. Infatti, le nuove aule dell’edificio storico possono ospitare un numero di alunni nettamente inferiore ai trenta previsti dalla legge: l’aula più grande, può accogliere un massimo di 24 studenti, otto aule sono da quindici (per altro non riadattabili perché suddivise da muri portanti intoccabili) e, infine, un’aula è per soli otto alunni.
I numeri sono solo in parte compatibili con le classi che dal prossimo gennaio dovrebbero ritornare nell’antica sede. Attualmente il Liceo classico ha, infatti, una classe da trenta alunni, una da ventuno, una da sedici, due da quindici e una da quattordici. E anche per il futuro, con le classi a disposizione, non si potrebbe prevedere un intero ciclo scolastico, ma solamente un biennio o un triennio.
Dunque, nella ristrutturazione appena terminata si è tenuto sicuramente conto del prestigio dei locali e della conservazione della struttura, ma non si è considerata assolutamente l’effettiva fruibilità dell’Istituto, e la sua destinazione. Il dato, come sempre, solleva seri dubbi sulla modalità di investimento dei soldi pubblici che dovrebbe avere come principale obiettivo la produzione di beni e servizi necessari al soddisfacimento dei bisogni della comunità.
Lo diciamo da sempre, come in tutte le cose, ma ancor più quando si tratta di denaro pubblico, “ben venga il fare, non il raffazzonare, o il fare inutile!”