Dopo un’altra mattinata passata davanti ai cancelli della sede del Consorzio irriguo e potabile di Cipressa e Costarainera, situata a San Lorenzo al Mare in via Vignasse, la Polizia provinciale, insieme a dirigenti e funzionari di Rivieracqua, hanno dovuto fare un altro dietrofront.
Per la seconda volta prevale la tesi difensiva del Consorzio irriguo e potabile di Cipressa e Costarainera. Domani vertice in Provincia
Nel corso della convulsa mattinata era intervento anche il parlamentare Andrea Orlando, candidato alla presidenza della Regione, che aveva messo in guardia gli agenti provinciali sui possibili illeciti che si sarebbero rischiati nell’attuare un ingresso con la forza nella sede del Consorzio.
Alla fine, il responsabile della Polizia provinciale si è avvicinato al cancello chiuso per comunicare all’avvocato Giancarlo Giordano, che insieme al collega Claudio Pesce difende gli interessi del Consorzio, che “la Polizia provinciale non ha l’autorità di Forza pubblica per ordinarvi di aprire e quindi prendiamo atto della situazione e ci ritiriamo. Faremo un verbale di quanto accaduto e poi ci sarà una riunione domani mattina e vedremo il da farsi”.
La polizia provinciale si ritira
L’avvocato Giancarlo Giordano
In buona sostanza la mattinata è finita esattamente come era finita quella di venerdì scorso, quando Polizia provinciale e Rivieracqua avevano tentato di eseguire per la prima volta l’ordinanza emanata dal Commissario dell’Ato Claudio Scajola, che impone al Consorzio il trasferimento di strutture e dipendenti a Rivieracqua.
Spiega l’avvocato Giancarlo Giordano: “Si è giunti a una presa d’atto che il Presidente, anche andando contro il Consiglio degli Avvocati, pur non opponendosi alla forza pubblica, non avrebbe consentito l’accesso al personale di Riveracqua.
La Polizia Provinciale ha ritenuto di soprassedere a ulteriori interventi, tra l’altro preannunciando in via informale che domani dovrebbe tenersi un’ulteriore riunione in merito a questa vicenda e mi pare che possa aver prevalso il buonsenso, evitando uno scontro muscolare di cui veramente non ce n’era bisogno.
L’atto (del Commissario dell’Ato Scajola ndr) è impugnabile e sicuramente sarà impugnato, Evidentemente, come diciamo noi, re melius perpensa (esaminata meglio la questione n.d.r.) la Polizia provinciale ha ritenuto che non fosse il caso di dover insistere in un’attività esecutiva di cui davvero non vi era necessità, non se ne sentiva il bisogno“.
Quanto ad eventuali ripercussioni sul Presidente del Consorzio, Giovanni Battista Martini, l’avvocato Giordano è tranquillo e dice: “Il Presidente aveva manifestato la propria disponibilità a consentire l’accesso alla Forza pubblica senza opporre alcuna resistenza, per cui non ritengo ci sia nessun profilo penale in questa vicenda“.