Loredana Modaffari, candidata al Consiglio regionale della Liguria nella lista del PD, a sostegno della candidatura a Presidente di Andrea Orlando, è intervenuta sui temi della Parità di genere e dei Diritti civili.
L’impegno di Loredana Modaffari con Andrea Orlando, per una Liguria che guardi ai Diritti civili e alla Parità di genere
Spiega Loredana Modaffari: “Di uguaglianza di genere, come diritto umano fondamentale, si parla da troppo tempo. Infatti, la necessità di perseguire l’obiettivo per garantire una Società sana, libera e egualitaria è stata solennemente espressa per la prima volta il 10 dicembre 1948 nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite.
In Italia, la parità di genere è sancita per la prima volta dall’articolo 3 della Costituzione, che proclama l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. È solo la prima conquista di un lungo e faticoso cammino per l’affermazione della parità di genere, che dall’introduzione nel 1950 della “Legge per la Tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri” introduce le prime tutele per la maternità, vietando il licenziamento dall’inizio della gestazione fino al compimento del primo anno di età della prole, giunge alla recente adozione del così detto Codice rosso (2019) che introduce la procedura d’urgenza per i reati di violenza di genere e domestica, inasprisce il quadro sanzionatorio, norma nuove fattispecie penali (tra cui il revenge porn), prevede la formazione delle forze di polizia e la rieducazione degli autori di violenza, e alla Legge n. 162 del 2021 sulla parità di genere in ambito lavorativo viene introdotta la certificazione per la parità di genere.
Eppure, il nostro Paese si trova ancora al 63º posto nel mondo per divario di genere, dopo Uganda e Zambia, ben lontano da altre nazioni europee. E il risultato peggiora ulteriormente se si prende in considerazione la parità di genere in relazione alla partecipazione economica. In questo caso il nostro Paese scivola al 110° posto, dietro nazioni come Gambia, Ghana, Tajikistan e Malawi.
E la Liguria è immagine del problema: le donne laureate sono più numerose degli uomini, studiano di più e con risultati migliori dei coetanei maschi, ma poi trovano meno lavoro, hanno retribuzioni più basse e l’accesso ai ruoli apicali e al pieno sviluppo delle carriere è ancora assai penalizzato anche dal legittimo desiderio di maternità.
Non parliamo poi dei diritti civili, e in particolare dei diritti delle persone LGBTI LGBTIA, che sono esseri umani nati liberi, eguali e con la medesima dignità degli altri, persone, appunto, cittadini con il diritto di rivendicare ciò. Non una minoranza da proteggere! Il passato governo della Regione Liguria ha agito attuando politiche apertamente discriminatorie, rifiutando ad esempio di concedere il patrocinio al Pride o di prevedere imprescindibili norme a tutela per le famiglie omogenitoriali
Per questo uno degli obiettivi ritenuti strategici per il futuro della Regione Liguria dal Programma elettorale di Andrea Orlando è la parità di genere. Tramite proposte concrete, quali:
1) l’introduzione del bilancio di genere strumento tramite il quale si potranno analizzare le spese regionali in modo da orientarle in maniera trasparente verso una promozione effettiva della parità, nei settori della lotta alla violenza di genere e dell’occupazione femminile;
2) l’istituzione di una Commissione assembleare per la parità e i diritti delle persone con il compito di monitorare il rispetto della parità di genere delle leggi regionali in materia di lavoro, cultura, sanità, welfare, ed elaborare una legge quadro per la parità di genere e contro le discriminazioni entro il primo anno di mandato;
3) la istituzione di Tavolo Regionale permanente per le Politiche di Genere che permetta un coordinamento effettivo tra la Regione, gli enti locali, le soprattutto le associazioni che più di tutte hanno il polso della situazione;
4) l’incremento del Reddito di Libertà, che sostenga le donne vittime di violenza nel faticoso reinserimento sociale ed economico;
5) la promozione della lotta alle discriminazioni fondate su sesso con il sostegno all’approvazione di una legge contro l’omobilesbotransofobia. Il passato governo della Regione Liguria ha agito attuando politiche apertamente discriminatorie, rifiutando ad esempio di concedere il patrocinio al Pride o di prevedere imprescindibili norme a tutela per le famiglie omogenitoriali.
Sarà nostro obiettivo dopo il 29 ottobre giungere ad equiparare completamente le famiglie in ogni provvedimento e legge, in modo che le famiglie omogenitoriali non subiscano nessuna limitazione nell’esercizio dei diritti spettanti in ambito familiare, né dal punto di vista identitario e sanitario sostenere le case-famiglia, i centri antiviolenza (pubblici) e l’apertura di centri antidiscriminazione esistenti, in sinergia con le associazioni del territorio.
Non dimentichiamo che la parità di genere è anche l’obiettivo 5 dei diritti umani dell’ONU, sostenuto anche dall’Agenda 2030″.