15 Ottobre 2024 18:06

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15 Ottobre 2024 18:06

Imperia, Omicidio Sargonia. A testimoniare i connazionali di Aldobrandi a Linköping: “Si prendevano a schiaffi e sputi. Disse: non la troveranno mai”

In breve: Il racconto dei testimoni dell'epoca non contribuisce a far piena luce sulla vicenda

Sono cinque i testimoni ascoltati nel corso dell’udienza di oggi, 15 ottobre, in Corte d’Assise a Imperia per il processo che vede sul banco degli imputati Salvatore Aldobrandi, 74enne, pizzaiolo originario di Cosenza, ma da anni residente a Sanremo, accusato dell’omicidio volontario aggravato della 21enne Sargonia Dankha (all’epoca compagna di Aldobrandi), scomparsa il 13 novembre 1995 Linköping, città della Svezia a 200 chilometri a sud di Stoccolma. Tanti i “non me lo ricordo” oppure i “se ho detto così, sarà vero” da parte dei teste chiamati a cercare di ricordare fatti e avvenimenti risalenti al 1995 e alle loro testimonianze dell’epoca. Eppure c’è chi, tra di loro, qualcosa ricorda molto bene.

Processo Aldobrandi: “Litigavano, si prendevano a schiaffi, sputi, graffi in faccia in piazza e al locale davanti a tutti”

Dopo la nomina dei medici della commissione peritale del Tribunale, che dovranno stabilire se le condizioni di salute di Aldobrandi siano o meno compatibili con la carcerazione, le prime due persone chiamate a testimoniare questa mattina sono stati due italiani che vivono e lavoravano in Svezia e che, soprattutto, conoscevano Aldobrandi all’epoca della sparizione di Sargonia Dankha.

La comunità di italiani a Linköping del resto è sempre stata piuttosto ristretta e, chi più chi meno, ci si conosceva. Anche perché, come dichiarato dai testimoni, praticamente tutti frequentavano il Maxim, la discoteca della zona, l’unico locale indicato come sempre aperto. Lo stesso locale di cui Aldobrandi pare fosse manager e proprietario insieme ad altri soci.

Noi lo conoscevamo come Samuel. Ci incontravamo spesso nella discoteca Maxim dove lui lavorava, ma a casa sua sarò stato due volte, la nostra era una conoscenza superficiale“. Inizia così la testimonianza di Michele Palumbo, uno degli italiani che vive a Linköping e che, all’epoca, frequentava Aldobrandi.

“Mi ricordo che Aldobrandi frequentava Sargonia – continua il testimone – Sapevo che stavano insieme, ma da quello che vedevo dal di fuori era una coppia che non andava bene, lui era molto più grande e ho visto delle scene drammatiche. Litigavano si prendevano a schiaffi, sputi, graffi in faccia in piazza e al locale davanti a tutti”.

La partita di poker, la mano ferita e la richiesta di un’auto prestata

Il racconto prosegue, ma spesso costellato da frasi ed episodi raccontati piuttosto che vissuti in prima persona. Come quello relativo ad una partita di poker avvenuta a casa di uno degli italiani residenti a Linköping, a cui pare abbia partecipato anche un Aldobrandi tranquillo, ma con una mano ferita”. Serata a cui avrebbe preso parte il primo teste della mattinata, Clemente Fucci, che però ha dichiarato di non ricordare assolutamente (contrariamente a quanto dichiarato nelle prime testimonianze del 1995 e del 2001). Esattamente come accaduto con la richiesta, sempre del 1995, di Aldobrandi in merito al prestito di un’auto, oggi incasellata dai testimoni sotto l’ampio e vago cappello del “non ricordo” e del “mi hanno raccontato“.

“Non la troveranno mai”, il teste ricorda le parole di Aldobrandi su Sargonia

Ciò che però Palumbo ricorda bene è l’incontro con Aldobrandi nel 2000 a Sanremo. “Nel 2000 sono tornato in Italia e ho incontrato Aldobrandi in un ristorante a Sanremo. Io scherzo sempre e gli ho fatto uno scherzo (insieme ad altri italiani che vivevano in Svezia e che erano venuti in Italia per aiutare un amico ndr). Siamo andati a Sanremo cercando nei vari ristoranti se c’era Samuel (Aldobrandi ndr). Abbiamo trovato il locale dove lavorava e ci hanno dato il numero di cellulare. Io gli ho mandato un sms in svedese con su scritto “Finalmente ti abbiamo trovato”. Quando lo abbiamo incontrato di persona al locale io gli ho chiesto “Ma cosa hai fatto con Sargonia?“. E lui mi ha risposto: “Non la troveranno mai… scherzo”.

La difesa, con l’avvocato Fabrizio Cravero è però intervenuta subito, precisando che nell’interrogatorio del 2001 Palumbo aveva raccontato sì lo stesso episodio, aggiungendo però che la prima risposta di Aldobrandi fu: “Non ho fatto nulla, ma non la troveranno mai”.

Ancora tanti quindi i dubbi e le situazioni da chiarire. Così come le persone che sfileranno al banco dei testimoni nei prossimi mesi per cercare di fare luce su quel lontano novembre del 1995 e sulla triste storia di Sargonia Dankha.

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