Loredana Modaffari, candidata per il Partito Democratico alle Elezioni regionali interviene sui temi del lavoro e dei salari.
Loredana Modaffari candidata del Partito Democratico alle Elezioni regionali punta l’attenzione sul lavoro e sui salari
Spiega Loredana Modaffari: “I numeri sono impietosi per la provincia di Imperia. La qualità della vita ci posiziona al 81esimo posto nel 2023, ultimi del Centro-Nord contro il 50esimo occupato nel 1990, primo anno di rilevazione. Un 62% di benessere perso per strada. Siamo la prima provincia del nord e la terza in Italia da cui i giovani scappano per portare le loro competenze altrove, un tristissimo primato.
E quelli che rimangono? Affrontano il tasso di disoccupazione più alto della Liguria, regione che nel 2024 ha perso 15.000 addetti, pari ad un -2.3%, e di questi oltre 9.000 sono donne.
L’imperiese ha un tasso di abbandono scolastico che è di 6 volte più alto di quello spezzino. Cosa studi a fare se poi trovi solo lavori occasionali e poco pagati? Questa è la domanda che si pone una famiglia dal reddito basso se non vede prospettiva concreta per i figli. Reddito che non ci crederete è il più basso della Regione. Abbiamo lasciato l’ascensore sociale fermo al primo piano con le porte aperte. A voglia schiacciare il bottone di chiamata e provare in ogni modo ad introdurre il salario minimo di 9 € l’ora. Visto come ci vuole bene il destracentro nazionale, che il Liguria sponsorizza il manager Bucci?
Non si può sentire all’interno della stessa frase lavoro e povero. Il lavoro, fondamento della nostra Repubblica, è liberta, dignità ed emancipazione per chi lo svolge e per la sua famiglia, come recita l’art. 36 della nostra Costituzione. Riportiamo in provincia il lavoro di qualità per consentire ai nostri giovani di trovare impiego nelle loro città, tramite una politica di reindustrializzazione non inquinante, una cantieristica moderna, una portualità commerciale, un agroalimentare a filiera corta che conti alla mano lascerebbero sul territorio la larga parte del valore prodotto tra marchi, brevetti, forza lavoro, imballaggi, trasporti, dividendi e tasse locali.
Abbandonerei l’idea fallimentare del solo sviluppo turistico che tanto piace al forzista Claudio Scajola. Il Presidente della provincia sembra ispirarsi alla donna Prassede di manzoniana memoria, e si è regolato con le idee come dicono che si debba fare con gli amici: ne ha poche; ma a quelle poche è molto affezionato. Il conto pagato, ahinoi, è stato salatissimo.
La destra, anche in questa provincia a forte calo demografico, è troppo impegnata a fare terrorismo parlando di immigrazione, senza affacciarsi mai in una delle tante cucine dei nostri abilissimi ristoratori per vedere chi ci lavora. Si renda conto che le capacità dei nostri ragazzi stanno emigrando e con loro i quattrini investiti dalle famiglie e dal sistema scolastico pubblico.
Riprendiamo in mano il destino dei nostri figli e dei nostri nipoti. A testa alta, sempre”.