25 Dicembre 2024 19:52

25 Dicembre 2024 19:52

Regionali 2024: la dottoressa Donatella Albini a Imperia con Alleanza Verdi e Sinistra. “Situazione della sanità drammatica. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione”/Foto e Video

Si è tenuta nel pomeriggio di oggi, lunedì 21 ottobre, a Imperia l’incontro di Alleanza Verdi e Sinistra sul tema della sanità. Oltre ai candidati alle imminenti elezioni regionali, Marcella Rognoni e Jacopo Colomba era presente anche Donatella Albini, responsabile nazionale per la sanità di Sinistra Italiana, medico specializzata in ginecologia, docente universitaria.

Sanità: la dottoressa Donatella Albini a Imperia con Alleanza Verdi e Sinistra

La Albini si è recentemente occupata di educazione all’affettività e alla sessualità e da diversi anni è presente nel movimento delle donne e attiva sui temi della difesa dei diritti, in particolare i diritti riproduttivi e sul tema della violenza di genere.  In sala anche diversi specialisti ed esperti del settore sanità.

Che cosa si può fare sul tema della sanità? Lo spiega ai microfoni del nostro giornale Donatella Albini: “La situazione è drammatica, siamo veramente quasi alla catastrofe del servizio sanitario nazionale, che è stato ridotto a 21 sistemi sanitari regionali

Il servizio sanitario nazionale, che ha a che fare con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con la legge 883, mentre invece i sistemi hanno a che faresolo con l’organizzazione dei servizi. 

Siamo in una situazione molto complessa a livello nazionale, e la Liguria ne fa profondamente parte. Questo problema riguarda tutta l’Italia, soprattutto il Sud, ma non solo. Io vengo dalla Lombardia e lì si è verificata una sorta di ‘lombardizzazione‘ di tutte le regioni, con questa apertura sconsiderata al privato. 

Già i finanziamenti al Servizio Sanitario Nazionale sono piuttosto ridotti, e se in molte regioni quasi il 50%, o anche di più, viene dato al privato, è chiaro che qualcosa non va.

La cosa che mi preme sottolineare, sostenendo i candidati e le candidate della Liguria, ma anche di altre regioni che vanno alle elezioni, è che dobbiamo cambiare il paradigma della sanità. Prima di tutto, dobbiamo parlare di salute e prevenzione. 

Il nostro dovere è impedire che le persone si ammalino, parlando di prevenzione primaria, di ambiente, di città accoglienti e di lavoro, dove non si debba più morire. Parliamo anche di inquinamento e di questionisociali ed economiche

Secondo l’OMS, le disuguaglianze socioeconomiche incidono sul benessere per almeno il 48% dei casi. Poi c’è la questione dei servizi, che incidono per circa il 10%. 

Quindi, prima di tutto dobbiamo lavorare sulla prevenzione, e se una persona si ammala, deve poter accedere a servizi di qualità.

Il tema delle liste d’attesa è cruciale. Il governo, a metà settembre, ha emanato un decreto-legge che propone misure senza però prevedere aumenti di spesa.

Come si fa ad aumentare l’accoglienza per i pazienti ed evitare che abbiamo delle liste di attesa così problematiche se non investiamo? Abbiamo bisogno di più personale, pagato dignitosamente. Come ha detto il presidente del più grande sindacato degli ospedalieri, la trattativa per il biennio 2022-2023 sta per concludersi, e quella per il 2025-2027 deve ancora iniziare. 

È chiaro che, se vogliamo trattenere medici,infermieri e tecnici sanitari nei nostri servizi, dobbiamo pagarli dignitosamente e garantire loro maggiore autonomia. 

Oggi, ciò che manca in sanità è la democrazia. Gli operatorisanitarinon possono parlare pubblicamente senza il permesso delle loro aziende, e questo non funziona.

Sul tema della prevenzione, i comuni hanno un ruolo chiave. La Liguria non eccelle nell’aderenza agli screening, e bisogna promuoverli attivamente, coinvolgendo chi non vi partecipa. 

Inoltre, è fondamentale attuare i decretiministeriali 70, 77, 19 e 22 e il PNRR, che prevedono lo sviluppo delle case di comunità e degli ospedali di comunità. Se avessimo un servizio territoriale funzionante, con medici di medicina generale, pediatri, centri di igiene mentale adeguati e consultori ben organizzati, gli accessi ai pronto soccorso sarebbero molto ridotti.

Mi fermo qui sulla formazione, perché il tema richiederebbe molto tempo. Tuttavia, è chiaro che la formazione del personale è fondamentale. Come medico, posso dire che all’università non ci insegnano a fare i medici territoriali. 

Bisogna migliorare la medicina territoriale, e il privato non ha interesse a farlo, perché più una persona si ammala, più paga

La prevenzione è un patrimonio di cultura della salute che non possiamo perdere”.

Per quanto riguarda l’ospedale nuovo di Taggia, voi come vi dichiarate?

Noi siamo contrari – dichiara la candidata Marcella Rognoni –  non tanto alla costruzione di un nuovo ospedale, quanto al progetto complessivo, che prevede la chiusura degli ospedali di Imperia e Sanremo. Il costo è salito a 400 milioni di euro, e la chiusura degli altri ospedali peggiorerà la situazione, già critica

In provincia mancano già 200 posti letto, e l’ospedale unico ridurrebbe ulteriormente la capienza di altri 200 posti. 

Dobbiamo considerare le difficoltà di mobilità, sia nelle zone costiere che nell’entroterra, e rivedere questo progetto, potenziando le strutture territoriali per garantire cure ospedaliere in tutta la provincia, non solo a Taggia.

Porta via molte risorse alla nostra provincia, e non è vero che in Liguria mancano investimenti. 

Circa il 75-80% del bilancio regionale è destinato alla sanità, ma mancano strutture e personale, e questo pesa sui cittadini e sul personale sanitario, che supplisce alle carenze dell’amministrazione

La Liguria è tra le regioni con il maggior ricorso alla sanità privata e alla fuga sanitaria: i liguri vanno a curarsi altrove, spendendo circa 900 euro all’anno per cure private e oltre 100 milioni di euro per cure in altre regioni

Questo è un circolo vizioso, perché fondi che potrebbero entrare nelle nostre ASL vanno persi, creando una sanità sempre più legata al ceto sociale ed economico.

Infine, lo smantellamento dei consultori e l’attacco alla legge 194 dimostrano che la sanità non è solo una questione economica, ma anche ideologica. Con il nostro programma di Alleanza Verde e Sinistra, vogliamo contrastare questo fenomeno.”

A cura di Alessandro Moschi

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