A metà ottobre un uomo di 54 anni residente in Lombardia è stato deferito alla locale Autorità Giudiziaria dai Carabinieri della Stazione di Millesimo poiché indagato per i reati di atti persecutori e percosse nei confronti di una coetanea residente in Val Bormida, sottoponendolo alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con applicazione del “braccialetto elettronico” che ne segnalerà ogni eventuale trasgressione.
L’uomo è indagato per aver perseguitato la donna, verso la quale nutrirebbe una malsana ossessione, con ripetute minacce e molestie, sia telefoniche che via SMS. Frustrato nella sua passione, i comportamenti sarebbero degenerati nel tempo in atti di aggressione fisica, sino a minacce di morte.
Nemmeno la privacy della donna era al sicuro dalle moleste attenzioni dell’uomo che, in almeno un caso, ha danneggiato il cellulare della vittima e se lo è poi fatto consegnare per controllare il registro delle chiamate.
La vicenda è cominciata nel marzo 2024, quando l’indagato ha iniziato a trascorrere il suo tempo libero a pochi metri dall’abitazione della donna, utilizzando un mezzo della ditta per la quale lavora. Questo comportamento ha generato uno stato di ansia, paura e intimidazione nella vittima, costretta a confrontarsi con l’uomo anche in altri luoghi da lei frequentati. Più la vittima cercava di sottrarsi alle attenzioni indesiderate, più l’uomo s’intestardiva.
A seguito delle indagini dei Carabinieri di Millesimo, ove la vittima si è recata a denunciare le vessazioni subite, la Procura della Repubblica di Savona ha depositato richiesta di provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna, rafforzato dall’applicazione del braccialetto elettronico. Questa misura, emessa dal G.I.P., prevede che l’indagato non possa avvicinarsi alla vittima a meno di 500 metri e gli vieta di comunicare in qualsiasi modo con lei. In caso di violazione delle disposizioni, l’indagato può incorrere in una condanna ulteriore, oltre a quella che già rischia per le accuse che gravano al momento su di lui.
Come in ognuno dei casi di “Codice rosso” che vedono coinvolti i Carabinieri, i militari continueranno a monitorare la situazione per vigilare sulla sicurezza della donna e affrontare in modo tempestivo eventuali trasgressioni alle misure imposte.
Il procedimento penale è comunque nella fase preliminare, e tutti i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità dell’indagato, non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’Autorità Giudiziaria.