C’è fermento nella comunità di Pompeiana dove, pochi giorni dopo le elezioni regionali, il Sindaco Vincenzo Lanteri ha deciso di destituire il vicesindaco Manuela Giraudo del Partito Democratico. Una scelta arrivata come un fulmine a ciel sereno che ha, ovviamente, agitato gli esponenti del PD locali, come Loredana Modaffari Consigliera Comunale e Candidata PD alle elezioni regionali che ha definito questa decisione come una “vendetta personale”.
“Complimenti al primo cittadino di Pompeiana che, come purtroppo troppo spesso accade, ha fatto abile uso della normativa per attuare un’evidente vendetta personale, per “castigare” una Donna, rea di non aver riconosciuto la sua supremazia domandando l’autorizzazione all’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, quello di partecipare ad una competizione elettorale nelle liste del suo Partito“.
Inizia così la lunga lettera della consigliera, che prosegue: “D’altronde, si sa che in politica l’odio colpisce soprattutto le donne, e che le elette hanno il triplo delle possibilità di finire nel mirino della violenza rispetto ai loro colleghi uomini.
Perché quanto subito dalla Amica e Collega candidata Manuela Giraudo è violenza; perché dietro alle giustificazioni addotte, imposte per sostenere la legittimità dell’atto alla luce della giurisprudenza che ritiene ammissibile la rimozione di un assessore o del vicesindaco che non risponda più al percorso politico amministrativo delineato dal sindaco (che quindi può lecitamente revocare chiunque con margini di autorità, rectius autoritarismo), si nasconde palesemente una ripicca personale e discriminatoria.
Perché se la tempestività della revoca rivela l’attacco politico, attuato grazie al potere della carica, il mancato uso del titolo in favore del pur rispettabile “signora”, è un modo per sminuire, per rimettere una Donna al suo posto – un passo indietro – niente titoli professionali, nessuna competenza, mentre il sindaco si firma ovviamente dottore.
L’accusa di essersi candidata “ufficialmente”, come se ci si potesse proporre ufficiosamente, e senza “condividere”, cioè chiedere l’autorizzazione a chi sta sopra, mal cela una mentalità retrograda, prettamente maschilista, che intende relegarci ad eterne seconde. Diverso sarebbe stato – ahimè – sicuramente l’atteggiamento del simpatico signor Vincenzo Lanteri se avesse pensato di revocare un uomo. E chi sa lo avrebbe fatto e con le stesse modalità, se questi, come Manuela Giraudo, avesse ottenuto un eccellente risultato con una compagine a lui più gradita rispetto al Partito Democratico, che – se ne faccia una ragione – è oggi il primo partito in Liguria.
Non si può dunque esimersi dallo stigmatizzare il comportamento violentemente discriminatorio di questo “signore”, emergente dalle palesi scellerate motivazioni sottese al Provvedimento di revoca di Manuela, palesemente sanzionatorio della Libertà. Queste “giustificazioni”, ove accolte dall’Assise consiliare, da un lato lasciano aperta la strada alle impugnazioni che la Candidata del Partito democratico riterrà di effettuare, dall’altro impongono l’unione di tutte le Donne tutte, anche di diversa estrazione, perché non passino azioni di questo tipo che rafforzano l’egemonia maschile, mettendo dunque da parte inutili competizioni che ci indeboliscono solamente, e dando dimostrazione di coesione a tutela nostra e delle future generazioni di “SIGNORE”!“