24 Novembre 2024 04:28

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24 Novembre 2024 04:28

IMPERIA. GLI STAGISTI DI IMPERIAPOST ALLA SCOPERTA DELLA “CENTRALE SOCIALE” LA TALPA E L’OROLOGIO/ L’INTERVISTA

In breve: La Talpa e l'Orologio, la "Centrale Sociale" di Imperia compie 25 anni e prima della serata d'apertura per la nuova stagione di concerti e spettacoli, il 18 ottobre, le stagiste di ImperiaPost sono andate a intervistare i responsabili tra cui Francesco Scopelliti e Michele Rovere

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La Talpa e l’Orologio, la “Centrale Sociale” di Imperia compie 25 anni e prima della serata d’apertura per la nuova stagione di concerti e spettacoli, il 18 ottobre, le stagiste di ImperiaPost sono andate a intervistare i responsabili tra cui Francesco Scopelliti e Michele Rovere.

Come é partita l’idea di creare un centro sociale ?
Diciamo che non siamo partiti con l’idea di creare un centro sociale. La Talpa nasce nei primi anni ’90 come consolidamento della Pantera, movimento studentesco nato sul finire degli anni ’80 con l’idea di creare nuovi luoghi sociali

Dove si trovava la sede della vecchia Talpa?
Si trovava in via Matteotti 23, siamo rimasti là per 19 anni. La vecchia sede era enorme e bellissima, la nuova sede ha altre caratteristiche. Il posto precedente ha una storia enorme, ma comunque siamo siamo sempre noi, abbiamo solo cambiato “casa”

Da cosa é stato provocato il trasferimento?
La vecchia sede era un posto occupato, ci siamo ritrovati sotto sgombero, abbiamo avuto 4 ingiunzioni di sfratto esecutive

All’interno della Talpa, sono assegnati ruoli specifici?
Qua non ci sono gerarchie, il giovedì si svolge l’assemblea per fare la quadra su tutto. La possibilità di azione é correlata alla voglia di fare. Chi prende parte all’assemblea ha il diritto di partecipare alla gestione e di esprimere le proprie opinioni che verranno ovviamente prese in considerazione.

Riscontrate dei problemi?
L’autogestione porta a diversi problemi, ma non abbiamo ripensamenti perché il modo di agire é accettato dalle persone che partecipano e che si ritrovano in questo sistema. Per questo motivo il giovedì ci ritroviamo a fare queste assemblee per discutere sulla gestione della talpa e a volte stiamo ore e ore a decidere.”

Pensate con il tempo di “passare il testimone” a qualcuno di più giovane?
Ovviamente ci sono alcuni incarichi che devono andare ad essere gestiti dai piú giovani come ad esempio i concerti, nonostante questo non pensiamo ancora di passare il testimone. In ogni caso nelle assemblee si ritrovano persone dai 16 ai 45 anni. La Talpa é la mia vita, – spiega ad esempio Francesco Scopelliti – gioie e dolori, ma i testimoni passano naturalmente, qualcuno prima o poi sarà al nostro posto, arriverà qualcuno di nuovo che si farà prendere e continuerà a rigenerare questo posto. Nelle assemblee di cinque anni fa c’erano molte persone che ora non ci sono più e  continueranno a cambiare le persone presenti i giovedì alla Talpa

Siamo consapevoli che il mantenimento di una struttura simile comporti grandi spese, come riuscite a gestire i costi?
Non essendo più un’occupazione abbiamo delle spese a cui far fronte. I primi anni abbiamo fatto impiantare dei pannelli solari che nel giro di qualche anno trasformeranno la Talpa in una struttura a costo zero; per permetterci i pannelli abbiamo acceso un mutuo con la banca Etica, l’unica con cui eravamo disposti a farlo. In più riusciamo ad autofinanziarci con cene, concerti, alcune offerte da parte di vecchi membri, abbiamo anche alcuni debiti anzi… ci riteniamo incubatori di debiti, ma li abbiamo sempre ripagaati tutti. Inoltre svolgiamo attività che non sono a scopo di lucro chiediamo solo delle offerte, anche perché crediamo in una cultura demonetizzata

Riscontrate difficoltà a rientrare nei costi per i concerti?
Con l’aumento della benzina anche soltanto lo spostamento dei gruppi viene a costare almeno 500€ e, oltretutto, i live in Italia sono in crisi, di conseguenza ci ritroviamo spesso a fare dei sacrifici e, ogni tanto, a metterci dei soldi di tasca nostra per riuscire a ripagare le serate.

Come vi ponete di fronte ad una città, come Imperia, che giudica la Talpa, molto spesso, negativamente?
La Talpa ha due aspetti collegati : quello sociale e quello politico, all’interno della Talpa si cerca di creare l’ambiente che si vorrebbe ritrovare all’esterno. Viene giudicata in modo negativo sopratutto per l’aspetto politico da chi non condivide le nostre idee

Per quanto riguarda l’impianto acustico, come ve lo siete procurato?
L’impianto acustico è sia nostro che no, era di una persona che ha collaborato alla nascita della Talpa e che purtroppo è venuto a mancare. Consideriamo l’impianto come una parte di noi, quindi ci condiziona nel modo in cui noi ci relazioniamo con un pezzo di noi.

Si presentano spesso controlli da parte delle forza dell’ordine?
Essendo un centro sociale, come sapete le forze dell’ordine non potrebbero entrare,  la Polizia si presenta qua solo per farci abbassare la musica nel caso in cui ci siano delle lamentele da parte dei vicini, con i quali, tra l’altro, in passato abbiamo avuto delle difficoltà, ma adesso abbiamo un rapporto di normale vicinato.

Come la pensate riguardo ai movimenti che sta compiendo la politica ad Imperia?
I politici non si muovo, o meglio, si muovono allo stesso modo da troppo tempo. Nella nostra città si presenta una politica di sfascio territoriale e di rapina.

Pensate che avverranno mai dei cambiamenti nel campo della politica imperiese?
Si spera, ma ovviamente per ottenere dei cambiamenti non basta cambiare Sindaco, ma bisognerebbe coinvolgere le persone, prendere in considerazione le richieste che salgono dal basso e servirebbero dei politici in grado di mettersi in gioco, in grado di ammettere i propri errori, finché nessuno è disposto a farlo, nulla cambierà.

Quali ideali muovono la Talpa?
Autogestione, resistenza, antifascismo, movimento, sinistra, collettivo. All’interno della Talpa, fai ciò che non puoi/vuoi fare da solo. Crei un micro modello di quello che vorresti ci fosse fuori da qua è come se fosse una rete e ognuno di noi qui dentro crea ed è un piccolo nodo che contribuisce a farla resistere.

Rebecca Manna, Chiara Aura Novaro

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