24 Novembre 2024 06:07

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24 Novembre 2024 06:07

IMPERIA. CASO AGNESI, INCONTRO CON IL DEPUTATO DI SEL AIRAUDO. “IL PREMIER RENZI ALZI LA CORNETTA E CHIAMI COLUSSI”/IL RESOCONTO

In breve: Pierluigi Lazzarini, sindacalista Cisl: "Riporteremo in consiglio comunale la mozione sullo stabilimento Agnesi". Carla Nattero: "L'impressione è che Colussi voglia far spegnere lo stabilimento come una candela"

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Si è tenuto ieri sera, venerdì 17 ottobre, presso la Società Operaia di via XXV Aprile in via Agnesi l’incontro “Salvare l’Agnesi per fermare il declino di Imperia” con il deputato di Sinistra Ecologia Libertà Giorgio Airaudo, ex sindacalista della Fiom Cgil e membro della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. Tra i presenti, oltre ad alcuni lavoratori dell’Agnesi, anche il capogruppo di Imperia Bene Comune Gianfranco Grosso e il capogruppo del Partito Democratico Gianfranca Mezzera.

Ad aprire l’incontro, dopo il benvenuto del segretario provinciale di Sel Lucio Sardi, Carla Nattero.

CARLA NATTERO – “COLUSSI VUOLE FAR SPEGNERE L’AGNESI COME UNA CANDELA”

“La petizione che migliaie di persona hanno firmato questa estate è la dimostrazione di quanto sia sentito il problema Agnesi. Quella dell’amministrazione, che ha cercato ridimensionare il numero delle firme in quanto molte provenivano da fuori città, è stata una polemica misera. Anzi, le firme provenienti da fuori città hanno evidenziato un aspetto importante, l’immagine di Imperia in cui i turisti si riconoscono, un benessere alimentare di cui l’Agnesi è simbolo. Al destino dell’Agnesi è legato il destino di Imperia. Una città che deve puntare su una portualità multivocazionale e non solo turistica. Non può esistere la dieta mediterranea senza un comparto agroalimentare che comprenda olio e pasta.

Il tavolo ministeriale convocato un mese fa su richiesta della Senatrice Albano è stato un passo avanti, ma i contenuti sono stati inesistenti. Nessun piano industriale è stato presentato e nel corso dell’incontro sono state fatte affermazioni generiche senza alcun riscontro. Le notizie che sono arrivate questa mattina da Perugia, poi, non sono buone. Confermano la linea di genericità intrapresa dal Gruppo Colussi. Nessun piano industriale, ulteriori lavoratori in mobilità e l’ipotesi sughi tramontata. È necessario che le istituzioni locali, Regione e Comune, sentano questa vertenza come propria. È necessario rifiutare ogni ipotesi di variante in merito alla destinazione d’uso dello stabilimento. Capacci respinse la mozione di Imperia Bene Comune in consiglio comunale perché voleva trattare con Colussi. Fu una scelta sbagliata allora e visti i risultati di oggi l’errore appare ancora più evidente.

L’unica alternativa è che la produzione di pasta resti tutta o in parte dov’è. L’alternativa è la chiusura dello stabilimento. La riconversione dello stabilimento è un’ipotesi impercorribile per mancanza di fondi. Capacci ha commesso un errore perché non ha capito la reale posizione della città e perché bloccare la variante sarebbe servito a far capire a Colussi che i tempi delle speculazioni sono finiti e che l’unica alternativa resta la cessione dello stabilimento. Ma deve essere chiaro che non esiste altra alternativa. Come risulta dai verbali delle prime riunioni, Colussi punta tutto sulla speculazione. Io credo quindi che l’amministrazione debba dire per prima cosa ‘di qui non si passa’. In secondo luogo l’amministrazione deve fare una qualche forma di pressione perché Colussi mostri finalmente il proprio piano industriale, perché l’impressione è che voglia far spegnere lo stabilimento come una candela. È necessario un dibattito pubblico nel corso del quale emerga forte e chiara la volontà della città di visionare il piano industriale di Colussi. Capacci è un imprenditore, ma quando fa il Sindaco deve ragionare da politico, deve assumere il punto di vista dei cittadini e dei lavoratori. La vertenza Agnesi, inoltre, deve assumere carattere nazionale, è l’unica speranza”.

GIORGIO AIRAUDO – “RENZI ALZI LA CORNETTA E CHIAMI COLUSSI”

“Noi abbiamo un numero importante di crisi industriali dove si sta distruggendo lavoro, dove le proprietà non investono più, anche quando c’è un buon prodotto. Io sono molto colpito da questo. Io quando sento il nostro Premier dire che dobbiamo attrarre investimenti, io vorrei che dicesse che il primo investimento è non far chiudere le aziende che ci sono. La manovra finanziaria del Governo Renzi dà degli sgravi importanti alle grandi imprese. E allora, se dai degli sgravi alle grandi imprese, vuoi almeno dirgli di interrompere i licenziamenti?”.

1.030 euro al mese è considerato dall’Istat il salario di povertà. Chi porta a casa 1.030 euro al mese è tecnicamente povero. Un Paese che ha 9 milioni di persone in sofferenza, che temono di perdere il lavoro, o non lo cercano più, o non lo trovano da tempo, o lo inseguono, facendo più lavori, ma senza riuscire a mantenere la propria condizione di vita, è un Paese che non può buttar via neanche 50 posti di lavoro. Se non se ne occupa la politica locale bisogna ricordarglielo, se non se ne occupa la politica nazionale bisogna far si che se ne occupi. E io penso che se si dice che la priorità è questa, alle intenzioni bisogna far corrispondere i fatti. Renzi alzi la cornetta e chiami Colussi. Dovete chiedere alla presidenza del consiglio di occuparsi dell’Agnesi. Noi, anche se siamo un piccola forza politica, possiamo comunque aiutarvi ad amplificare il problema Agnesi, a portare la querelle a carattere nazionale. Nessuno può essere lasciato solo, lasciato indietro, abbandonato. La mia vita è contro chi dice che non c’è più niente da fare”.

GIANFRANCO GROSSO – “QUELLA DELL’AGNESI È UNA LOTTA CONTRO UN SISTEMA”

“La città di Imperia sta raschiando il fondo del barile, devastata com’è dalle politiche degli ultimi 20 anni del nuovo centrodestra. Una provincia governata dal rapporto politica-‘ndrangheta. Abbiamo avuto un Ministro dello Sviluppo Economico (Claudio Scajola, ndr) che ha lasciato che il nostro territorio si degradasse. È il momento di scoperchiare questa provincia. Se c’è un partito che vuole riformare questo territorio, è il momento di farsi avanti. Quando la ricchezza è gestita dall’alto, c’è una gestione a senso unico. A Imperia è stato così per anni. Riceveva credito, anche dalla Carige, solo chi aveva una tessera in tasca. Un vero e proprio sistema mafioso creato in questa città. Quella dell’Agnesi è una battaglia per salvaguardare la nostra terra. Perdere il marchio Agnesi sarebbe come perdere la strada. Qualcuno ha pensato in passato che il porto turistico potesse essere la risoluzione di tutti i problemi economici, invece è stata l’ennesima speculazione. Quella dell’Agnesi è una lotta contro un sistema. A Colussi bisogna far capire che l’epoca delle speculazioni è finita“.

PIERLUIGI LAZZARINI – “PIÙ CHE PORTARE UNA PROPOSTA AL PREMIER RENZI, IO RIPORTEREI IN CONSIGLIO LA MOZIONE SULLO STABILIMENTO AGNESI”

“Il Sindaco ha portato in piazza oltre mille persone. Oggi, però, lo stesso Sindaco non mi pare che sia più con le idee che aveva qualche mese fa, nonostante sbandieri la vicinanza ai dipendenti dell’Agnesi. Si parlava prima della soglie di 1030 euro sotto la quale si definisce povera una persona. Colussi è circondato da manager che non sanno fare il proprio lavoro, perché affossare un marchio storico come Agnesi, il primo in Italia, con prodotti unici, vuoldire non avere persone in grado di fare quel lavoro. Quelle persone dovrebbero andare a zappare. Le persone che perderanno il lavoro cosa andranno a fare? Qualcuno di loro, è un elettricista, un meccanico, probabilmente qualche lavoro riuscirà a farlo, qualcun altro come secondo lavoro va in campagna, bene, continuerà a farlo, qualche altro aspetterà. Cosa? Nulla, perché a Imperia il lavoro non c’è più. Duecento famiglie andranno a fare un lavoro che sarà esclusivamente fatto in nero. O ti metti a rubare, o ti metti a spacciare, o lavori in nero. Questa cosa il Sindaco la deve capire“.

Ci saranno altri 200 barboni per strada nei prossimi mesi, perché la settimana prossima il direttore del personale verrà in azienda e chiederà nuovamente l’apertura di una procedura per mettere delle persone in mobilità. Le persone in questione sono volontarie, ma chi non è volontario si ritroverà con meno soldi di coloro i quali usciranno dall’azienda volontariamente. Chi esce volontariamente entro fine anno si porta a casa 880 euro al mese per il primo, 770 euro per il secondo e per il terzo. Chi invece resta in azienda, considerando che l’azienda ha confermato un calo dei volumi di 15 mila tonnellate, che Imperia per fare i soldi deve far girare 60 mila tonnellate e che attualmente ne fa 50 mila, ma insieme a Fossano, rischierà seriamente il posto. L’azienda dice che il posto è garantito sino al 31 ottobre 2015, ma io vi dico che è garantito con il contratto di solidarietà, il che vuoldire che il leccaculo lavorerà otto ore sul giorno, mentre chi dirà le cose come stanno lavorerà un’ora al giorno. A Imperia non si produrrà più pasta e neanche sughi. Più che portare una proposta al Presidente Renzi, io riporterei la questione in consiglio comunale, ripresentando la mozione bocciata un mese fa dalla maggioranza. Capacci si è fatto abbindolare da Colussi. Faccia un parco al posto dello stabilimento, abbia il coraggio, non faccia solo parole. Almeno avremo la soddisfazione di creare un danno a Colussi”.

GIANFRANCA MEZZERA“SE COLUSSI NON PORTA IL PIANO INDUSTRIALE NON INTENDE PUNTARE SULLA STABILIMENTO. LA STRATEGIA DI CAPACCI NON STA FUNZIONANDO”

“L’amministrazione sta cercando di muoversi con quello che può essere il potere che può avere oggi in mano il Comune. Perché Colussi, va ricordato, è il proprietario dell’Agnesi e se decide di chiudere l’Agnesi il nostro Sindaco, nel bene o nel male, non può fare niente. In merito al voto negativo in consiglio comunale alla mozione presentata da Imperia Bene Comune sullo stabilimento Agnesi, volevo spendere due parole. Siamo stati anche fischiati. A me dispiace moltissimo, perché noi l’abbiamo vissuta molto male, complessivamente, perché abbiamo una mentalità forse più vicina ai lavoratori rispetto ad altri che fanno parte della nostra maggioranza. Il Sindaco Capacci si è attivato per cercare di cercare qualche tipo di dialogo con i vertici dell’Agnesi, in particolare con Colussi, che conosce personalmente. È possibile che questa trattativa possa avere dei responsi positivi o negativi, però effettivamente il Sindaco si è impegnato in prima persona con Colussi per vedere se si riusciva a trovare qualche tipo di soluzione. Come maggioranza abbiamo ritenuto che andare a votare una mozione pesante come quella presentata dalla minoranza fosse avrebbe potuto interrompere quel piccolo spiraglio di trattativa tra Colussi e Capacci. In quel momento, dunque, abbiamo deciso di non votare la mozione. Però fondamentalmente non è che noi non siamo d’accordo con il bloccare qualunque iniziativa speculativa. Noi volevamo semplicemente vedere in che modo sarebbe andata la trattativa. Trattativa che se andasse male ci vedrebbe in prima fila, con tutta la minoranza, per impedire qualunque speculazione, a partire dal discutere nuovamente la mozione di Imperia Bene Comune in consiglio comunale”.

DISCUSSIONE TRA GIANFRANCA MEZZERA E DIPENDENTE AGNESI, CHE SI ALZA E SE NE VA

“Io non posso credere a quello che lei sta dicendo questa sera”. Queste le parole, rivolte a Gianfranca Mezzera, da una dipendente dell’Agnesi, che successivamente ha lasciato la sala.

“Io sono d’accordo che la strategia di Capacci in questo momento non sta funzionando, come sono d’accordo sul fatto se Colussi non presenta il piano industriale significa la sua intenzione di non proseguire con questo stabilimento e questo è un grande problema”

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