Premesso che a scegliere promossi e bocciati e a dare quindi il voto ai candidati in ogni elezione democratica sono gli elettori, noi di Imperiapost vogliamo proporre una nostra valutazione a metà fra la satira e la riflessione, prendendo spunto anche dal vissuto della campagna elettorale, che, seppur breve, è stata intensa e ricca di spunti stuzzicanti. Naturalmente, come sempre, senza offesa per nessuno.
Marco Scajola (Forza Italia) – Voto: 7,5
Ancora una volta Marcolino si conferma un “recordman” delle preferenze, con 6.308 voti che lo piazzano tra i candidati di punta. Considerato che la volta precedente, quando era addirittura contro zio Claudio, gli era andata molto meglio, c’è da chiedersi: ma i voti dello zione dove sono? Qualche malpensante, ma ben informato, dice di cercarli dalla parte opposta…
Edoardo Verda (Partito Democratico) – Voto: 7,5
Nessuno può mettere in discussione il fatto che il buon Edo, raccogliendo 4.125 voti, abbia debuttato alla grande a queste Regionali. Partendo dai 541 voti presi alle Comunali il salto è enorme. Anche per chi alle spalle ha una storica e numerosa famiglia. Tanto che qualcuno si chiede, ma non è che i voti che mancano all’appello di Marcolino il biondo sono finiti proprio qui? Se così fosse per Edo diventerebbe difficile mantenere il risultato in futuro. Il tempo è galantuomo e si vedrà.
Enrico Ioculano (Partito Democratico) – Voto: 6
Dopo anni di lavoro in Regione a momenti si faceva soffiare la poltrona dal giovane Verda. Si può fare di più. O forse proprio non si poteva fare di più? Il tarlo della domanda resta. Anche stavolta il Pd imperiese, pur portando a casa un bel risultato complessivo, è riuscito a dividersi, con il segretario provinciale Cristian Quesada e l’intramontabile Giovanni Barbagallo pancia a terra per Ioculano e l’altro intramontabile Antonio De Bonis pancia a terra per Verda. Se non altro a questo giro il partito in termini di voti ne è uscito fortificato.
Loredana Modaffari (Partito Democratico) – Voto: 7
Contro ogni previsione, la Modaffari si è portata a casa 1.617 voti, di cui un migliaio nella sola Imperia, superando resistenze interne e dissensi, soprattutto dall’area De Bonis – Verda. Ma con il sostegno dell’Ispettore – consigliere Bracco. L’avvocatessa ha saputo conquistare il suo spazio, anche se forse ci si aspettava qualcosa in più anche al di fuori di Imperia città.
Alessandro Piana (Lega) – Voto: 7
Con 3.505 voti, l’ex Presidente facente funzioni della Regione ottiene un risultato solido, superando le aspettative. Piana ha dovuto vedersela con l’insidioso Sindaco di Vallecrosia Armando Biasi e, nonostante questo è addirittura riuscito a crescere in termini di consensi, all’interno di una Lega complessivamente in difficoltà, dove non manca il “dibattito interno”, giusto per usare un eufemismo. Lo “scivolone di Toti” (chiamiamolo così) lo ha aiutato in termini di visibilità. E non poco. Bravo lui ad aver saputo gestire la situazione.
Luca Lombardi (Fratelli d’Italia) – Voto: 7
Lombardi, con 3.093 preferenze, conferma la sua posizione, grazie al sostegno del Senatore Gianni Berrino. Dopo anni di impegno a Sanremo, riesce finalmente ad approdare in Consiglio regionale, un obiettivo che inseguiva da tempo. Per lui, una vittoria netta.
Paolo Strescino (Fratelli d’Italia) – Voto: 5
Lo Strex, ex sindaco di Imperia, puntava tutto su un ritorno trionfale, ma il risultato non è stato per nulla all’altezza delle aspettative. Per lui un deludente terzo posto, battuto dalla consigliera regionale uscente Veronica Russo e da Luca Lombardi, pure con la ribellione in casa di Giossi Massa. Strex cosa vuol fare da grande? È il momento di porsi la domanda e decidere se ripartire da domani, per non sprecare l’investimento della campagna elettorale, oppure se lasciar stare l’agone politico e dedicarsi solo all’azienda di famiglia. A papà, Cavalier Pasquale, probabilmente quest’ultima opzione non dispiacerebbe.
Walter Sorriento (Orgoglio Liguria) – Voto: 7
Un voto anche di simpatia per Sorriento, che. con appena 440 voti, quasi a sua insaputa, riesce a entrare in Consiglio regionale. Vista la fortuna, se giochi alla schedina faccelo sapere che quasi quasi una puntata insieme a te la facciamo volentieri anche noi. Un uomo che ha più c… che anima!
Alberto Alberti (Vince Liguria) – Voto 5
Imprenditore conosciutissimo, ex Presidente di Confindustria si è fermato a 377 voti. Non va bene manco per delle elezioni comunali. Ok essere “uomini del fare”, ma per “fare politica”, prima di tutto devi partire con uno staff giusto e contatti seri e concreti sul territorio. Senza le basi, la bontà, di cuore e di spirito, non basta. Meglio pensare al latte, alla panna e al Grana Padano, che sono ottimi.
Alleanza Verdi e Sinistra – Voto: 5
Dove sono andati a finire? Perché non c’era in lista un Lucio Sardi? E la Nattero nazionale? A questo giro, nonostante la tenuta del partito, sembra abbiano scelto di giocare in difesa. Forse per non disturbare altri giocatori? Scelta sbagliata.
Movimento 5 Stelle – Voto: 5
Se va avanti così gli ex grillini (ormai pure il capo storico li ha abbandonati) bisognerà andare a trovarli a Chi l’ha visto. A Imperia la candidatura di Daniela Abbo, sorella di Guido, ex vicesindaco della Giunta Capacci, che a questo giro è stato fra i sostenitori della candidatura di Verda (PD), è servita soltanto a creare un po’ di confusione.
Silvia Mameli e Laura Amoretti – Voto 4,5
Dal Gruppo Misto del Consiglio comunale sono finite la Mameli con Bucci e la Amoretti con Orlando, entrambe portando a casa un risultato deludente. Per la Mameli 136 voti e per la Amoretti, già aspirante candidato sindaco a Imperia, 329 preferenze. Da Gruppo Misto a fritto misto è un attimo.
Roberto Angelo Manduca – Voto 4
Da ex assessore dianese con Angioletto Basso, arrivare alle Regionali in lizza con Orlando e portare a casa solo 62 voti è un tracollo. Su tutta la linea. Se la cava meglio fra caffè e cocktail che con la politica.
Claudio Scajola – Voto 6
Lui in gara non c’era, ma, in realtà, c’è sempre. O almeno dice di esserci. Prima punta tutto sui civici, e parla dei simboli di partito come delle “patacche” e poi fa dietrofront a riabbraccia il primo amore che non scorda mai. Anzi, il secondo, perché Forza Italia, per lui, come per tanti altri, è arrivata dopo la DC. A scrutinio ancora in corso lo chiamano al telefono Tajani e la Meloni e Claudione gongola e trionfa. Ma se il biondo nipote a Imperia ha preso meno voti di Verda, lo zio dove stava? Il Sindaco, Presidente della Provincia, Commissario dell’Ato la sufficienza se la conquista comunque sempre, perché, girala come vuoi, alla fine, si ha sempre la sensazione che le cose siano andate come voleva lui. O quantomeno è bravo a far credere che sia proprio così.
Anche in occasione di queste Regionali si conferma insomma come in politica i consensi personali siano utili, ma non siano l’unica cosa da considerare. La vittoria si costruisce anche con alleanze, strategie e legami più o meno alla luce del sole. A volte meno che più. Meditate gente, meditate.
A cura di Andrea Pomati e Gabriele Piccardo