Anche il gruppo Consiliare Imperia di Tutti Imperia per Tutti ha preso posizione in merito all’allestimento di un campo di smistamento profughi a San Lazzaro.
“Da quando è apparsa la notizia di un allestimento di un Centro di Smistamento Profughi in zona San Lazzaro, in città sta montando una protesta, per ora, solo riscontrabile nei tanti post e commenti sui social network dalle sfumature a sfondo razzista che sfruttando la componente più primitiva dell’essere umano – l’emozione – rischia di chiudere la strada a ogni tentativo di analisi razionale del problema, l’unica percorribile nel difficile lavoro di capire.
Questa psicosi, a nostro avviso immotivata, sta gettando la cittadinanza in un grande malinteso generato da diversi tentativi di strumentalizzazione, che sfruttando le più bieche tecniche di manipolazione della realtà, tentano di contrastare una decisione presa dal Ministero degli Interni. Si va dal No – per partito preso – di Fossati di Imperia Riparte il quale ritiene che la creazione del Centro sia un problema per la città e ne consiglia una sua delocalizzazione in luogo imprecisato; chissà magari vicino a un comune limitrofo, secondo la logica del “mors tua vita mea”. C’è chi paventa poi per Imperia problemi sanitari inesistenti o altrettanto improbabili esodi biblici.
A costoro vogliamo ricordare che i profughi – tutta “povera gente” costretta ad abbandonare la sua terra per i più svariati e gravissimi motivi – non sono necessariamente “affetti” se non per chi è abituato a guardare la realtà attraverso la lente del razzismo. Un profugo proveniente dall’Africa o comunque da un paese in guerra, non ha necessariamente l’ebola, anzi è più probabile che non ce l’abbia. Un profugo, ricordiamo a costoro, è già stato identificato e sottoposto a visite mediche. Per assurdo, basterebbe un volontario imperiese (o magari un uomo d’affari) di ritorno da uno dei paesi africani colpiti dall’ebola per contagiarci tutti.
Pensiamo peraltro che la gran parte dei cittadini imperiesi non si faccia condizionare o travolgere da questi deliri emotivi, nel solco della storia di una città che ha fatto dell’accoglienza a chi arriva da fuori la sua stessa ragion d’essere.
Siamo quindi con il Sindaco Carlo Capacci che, con serietà e concretezza nello spirito di un ruolo che è anche quello di ufficiale di governo ha ben precisato gli oggettivi termini della questione, senza dimenticare di ricordare a tutti noi che stiamo parlando di esseri umani e non di pacchi postali”.