13 Novembre 2024 00:22

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13 Novembre 2024 00:22

Imperia: pasticcio sulla nuova pista ciclabile. Parla il consulente Languasco. “Comune si ritiene già proprietario dei beni, ma non lo è”

“Il Comune si ritiene erroneamente già proprietario dei beni, ma non lo è – Queste le parole di Giustino Languasco, commercialista e consulente tecnico dell’affittuario dell’ex casello ferroviario di Imperia, recentemente al centro della cronaca a causa delle dispute sorte in merito alla nuova pista ciclabile.

Nei giorni scorsi, infatti, sembra che l’impresa incaricata abbia iniziato ad abbattere la vecchia recinzione ferroviaria intorno al casello, spingendo l‘affittuario a richiedere l’intervento della polizia per fermare i lavori.

Languasco ha espresso il suo punto di vista su Facebook:

“Rete Ferroviaria Italiana è proprietaria del sedime ferroviario e di tutte le pertinenze: stazioni, caselli, case dei custodi dei caselli, aree di servizio e di sgombero, depositi e quant’altro. Nel momento in cui una rete ferroviaria viene, per un qualche motivo, dismessa, questi beni cessano di essere strumenti per il trasporto ferroviario e RFI se ne deve disfare.

RFI però non è una società immobiliare che compra e vende beni immobili, terreni e fabbricati dopo averli opportunamente resi appetibili sul mercato immobiliare: non è questo il suo mestiere, il suo ‘fine istituzionale’. Ragion per cui si serve di una società immobiliare apposita cui affidare la gestione di questi beni e la incarica di venderli al meglio possibile.

Questo è successo a Imperia. Tutti sapete che il tracciato ferroviario è stato spostato da mare a monte. E il sedime ferroviario, con tutte le sue pertinenze, è passato in gestione, anni fa, a una società immobiliare apposita.

Passano gli anni e si verifica un’occasione potenzialmente favorevole per RFI: il Comune di Imperia necessita di spazi dove realizzare una ‘pista ciclabile’ che lo Stato finanzia (governo Renzi) con appositi fondi. La giunta Capacci, con l’assessore Zagarella, vede l’opportunità e, col valido aiuto dell’ing. Croce, coadiuvato dagli uffici tecnici del Comune, partecipa al bando nazionale e vince la gara con un progetto di pista ciclabile.

Lo Stato darà i soldi per realizzarla. Il Comune pertanto firma un apposito accordo (convenzione) col Ministero che prevede patti precisi: il Ministero eroga i fondi, a condizione che il Comune completi i lavori, come da progetto iniziale presentato e approvato dal Consiglio Comunale, entro un termine perentorio. È un vero e proprio contratto fra Enti pubblici, con clausole reciproche da rispettare.

Il Comune deve pertanto procurarsi i terreni dove far passare la pista ciclabile: i terreni sono quelli di proprietà RFI. Ecco dunque la necessità di acquisirli da RFI.

Come si fa? Con una PERMUTA: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Se il valore delle cose scambiate non coincide esattamente, chi è avvantaggiato dallo scambio paga all’altro la differenza esatta in denaro. Comune e RFI si sentono, si accordano: non ho alcuna informazione su come, quando e in che maniera si vedono, si incontrano e si accordano. Di certo questa fase detta della ‘trattativa’ è avvenuta, perché a un certo punto ne VIENE RESO NOTO E PUBBLICO IL RISULTATO.

IL RISULTATO: attenzione, perché questo punto è la prima e più importante, a mio avviso, criticità; il risultato non è, ripeto non è, una permuta, ma SOLO UNA PROMESSA DI PERMUTA FUTURA. Questa è, tra l’altro, ancora oggi la situazione attuale. Si fa ciò che, in termini volgari, si chiama ‘un compromesso’ e in termini più tecnici ‘un contratto preliminare’.

Perché non si fa subito la stipula davanti a un Notaio di un contratto definitivo? Non è dato saperlo, perché questo non è scritto sul testo del contratto preliminare. Si possono fare solo supposizioni. Molto probabile che il Comune non disponga, in cassa, dei 2,5 milioni e oltre da dare a RFI come conguaglio in denaro, dato che nello scambio permuta il valore di quanto RFI dà al Comune è di tale importo maggiore di quanto riceve in cambio.

Attenzione: emerge qui una seconda criticità: chi e come sono stati stabiliti i valori scambiati e quindi la differenza di conguaglio in denaro? Non è dato saperlo, ma di certo qualcuno questi conti li ha fatti e li ha messi nel testo del contratto preliminare di permuta.

Va bene, prendiamolo come un dato di fatto. Attenzione, perché ora emerge la terza e, per il momento, ultima criticità. Le parti, Comune e RFI, si mettono d’accordo affinché il preliminare di permuta abbia EFFETTI ANTICIPATI per quanto riguarda la disponibilità dei beni dati al Comune.

È necessario sia così: il Comune ha bisogno di quei terreni per la pista ciclabile SUBITO, perché deve consegnarli a sua volta alla ditta Manelli spa, che ha vinto l’appalto comunale per la costruzione della pista ciclabile.

Il Comune ha fretta; se non consegna i terreni, Manelli non lavora e il Comune va fuori termine. Rischia di non finire i lavori della ciclabile ENTRO I TERMINI fissati nella convenzione col Ministero.

E qui si insinua l’errore: il Comune ritiene che aver pattuito effetti anticipati lo renda da subito proprietario dei beni ricevuti da RFI. Invece non è così. La Cassazione ha infatti stabilito che questo tipo di contratti NON, ripeto NON, trasferisce la proprietà dei beni, ma solo la loro custodia.

Quindi, il Comune si ritiene, erroneamente, già proprietario dei beni, ma non lo è.”

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