Il processo in corso al Tribunale di Imperia per i combattimenti clandestini fra cani e il maltrattamento degli animali, riaccende il dibattito sulla normativa in vigore, soprattutto ora, alla luce di un nuovo Disegno di Legge approvato dalla Camera dei Deputati.
Alla camera dei Deputati approvato un Disegno di Legge, ma per la Lav le pene previste sono insufficienti e vi sono molte lacune
La recente approvazione da parte della Camera dei Deputati del Disegno di Legge “Modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” ha suscitato reazioni contrastanti. La Lega Anti Vivisezione (LAV) ha espresso preoccupazione per le pene ritenute insufficienti e per alcune lacune normative.
Fra le principali criticità individuate dalla LAV c’è l’assenza di pene realmente dissuasive, la mancata estensione delle sanzioni agli spettatori di manifestazioni illegali. Si legge infatti nel comunicato stampa: “Giustamente il testo estende la pena per chi promuove, organizza o dirige combattimenti anche a chi vi partecipa, ciò inspiegabilmente non è stato introdotto per gli spettatori delle manifestazioni vietate come le corse clandestine dei cavalli, un fenomeno zoomafioso che non si lascia certo intimidire da sanzioni irrisorie“.
Il contesto locale: a Imperia il processo sui combattimenti tra cani
Questo dibattito si inserisce in un contesto locale particolarmente rilevante. A Imperia è infatti in corso un processo che vede coinvolti diversi imputati accusati di associazione a delinquere finalizzata al maltrattamento di animali e all’organizzazione di combattimenti tra cani. L’inchiesta, avviata nel 2015 dalla Squadra mobile di Imperia, aveva portato alla luce una rete dedita a queste attività illegali, con ramificazioni anche all’estero.
L’avvocato Piera Poillucci, rappresenta la LAV nel processo sui combattimenti clandestini tra cani. E spiega: “Ci sono ancora troppe resistenze, di tipo culturale e politico, a censurare comportamenti che sono veri e propri maltrattamenti e pura crudeltà. La Regione Liguria, ad esempio, ha potuto istituire la “caccia far west” nel (quasi) silenzio di tutte le forze politiche (nessuno dei candidati alle recenti elezioni regionali ne ha neppure fatto parola!). La scorsa legislatura regionale ligure ha legittimato situazioni non degne di un paese civile, quali l’uccisione di femmine di cinghiale incinte davanti ai cuccioli. O l’uccisione anche dei cuccioli stessi con metodi cruenti, ad esempio facendoli sbranare dai cani da caccia nelle ZAC (Zone di addestramento cani).
La politica segue gli interessi delle lobbies della caccia, delle armi, degli allevamenti intensivi e, in generale, del business ai danni degli animali e dell’ambiente, ignorando che ciò avviene ai danni anche dell’uomo. In questo clima culturale politico misero è molto difficile che un testo come quello portato all’approvazione della Camera possa essere approvato senza venire spogliato. Occorre un profondo cambiamento culturale e politico, verso il rispetto“.
A cura di Selena Marvaldi