“Ormai più di una settimana fa, gli studenti di scuola superiore di tutta la provincia hanno preteso, scioperando e scendendo in piazza, di essere ascoltati, e così hanno saputo fare“. Inizia così la lunga lettera della Rete degli Studenti Medi di Imperia che hanno voluto denunciare le difficoltà e le ingiustizie vissute dagli studenti, avanzando proposte per un’istruzione più equa, inclusiva e sicura. Al centro rivendicazioni di carattere locale, nazionale e globale, unite dalla volontà di costruire un sistema scolastico e sociale che rispetti i diritti degli studenti e garantisca loro un futuro sostenibile e dignitoso.
La lettera degli studenti di Imperia sulla manifestazione del 15 novembre: “Siamo scesi in piazza per pretendere i diritti che ancora ci vediamo negati”
“Eravamo più di centocinquanta nelle strade di Imperia, tra studenti, lavoratori e associazioni, durante la mattinata di venerdì 15; una tale partecipazione in presenza, alla quale si aggiunge il supporto e l’interazione che l’azione ha ricevuto sulle piattaforme social, è sintomatica di quanto i problemi contro i quali abbiamo deciso di scendere in piazza tocchino in realtà da vicino ogni manifestante come ogni studente.
La Rete degli Studenti di Imperia vuole rivendicare l’azione come più che sostanzialmente riuscita: in una provincia nella quale a fatica gli studenti si mobilitano per cause di ogni tipo, i numeri raggiunti e la consapevolezza di coloro i quali hanno scelto di scendere in piazza o di sostenerci a distanza rappresentano senza dubbio un successo.
Gli studenti medi di Imperia hanno dimostrato, attraverso la manifestazione del 15/11, di essere tutt’altro che disposti ad accettare passivamente delle condizioni invivibili imposte a causa di politiche scarsamente lungimiranti e calate dall’alto.
Siamo scesi in piazza insieme a tutta Italia, in risposta alla chiamata di mobilitazione nazionale lanciata da tutti i maggiori sindacati, collettivi e organi di rappresentanza studenteschi e universitari, in protesta rispetto a problematiche di carattere dal locale, al nazionale, sino ad arrivare al globale.
Siamo scesi in piazza per pretendere i diritti che ancora ci vediamo negati; per protestare contro un’istruzione sempre più onerosa a livello economico, tra costo dei libri, contributi richiesti dalle scuole, costo del trasporto pubblico e borse di studio ottenibili a fatica, e che in virtù di questo suo costo elevato va sempre di più ad acuire il già presente divario di classe tra studenti più e meno abbienti. Eravamo in piazza contro delle infrastrutture scolastiche fatiscenti, obsolete e pericolanti, dal forte impatto ambientale, e contro un servizio di trasporti del tutto manchevole, che non garantisce il rispetto del nostro diritto allo studio, per una scuola sicura, garantita e accessibile. Eravamo in piazza per pretendere una scuola che sia inclusiva e transfemminista; una scuola che dia spazio ad un insegnamento di educazione sessuale, affettiva e al consenso che sempre di più si dimostra necessario; una scuola che accolga e rispetti i propri studenti tramite l’implemento dello strumento delle carriere alias. Eravamo in piazza per affermare un’idea di scuola democratica, in netta contrapposizione con le riforme repressive e autoritarie del ministro Valditara, per ribadire la nostra opposizione alla filiera tecnologico-professionale, che riduce l’offerta formativa consegnandola ai privati, al liceo del Made in Italy, che risponde a una visione aziendalistica dell’istruzione, e alla riforma degli ITS, che rafforza l’acceleramento dell’inserimento lavorativo per gli studenti, specialmente negli istituti tecnici.
Siamo scesi in piazza in veste di studenti come di cittadini di oggi e di domani, contro la crisi climatica, per pretendere dalle istituzioni una risposta adeguata alla catastrofe che pezzo per pezzo, sempre più rapidamente, si sta mangiando via proprio il nostro futuro, quello al quale la scuola dovrebbe proporsi di prepararci. Siamo scesi in piazza contro la repressione da parte dello stato italiano, il quale, con l’approvazione del DDL 1660 “sicurezza”, rischia di trasformarsi a tutti gli effetti in uno stato di polizia, che zittisce a forza e soffoca nel sangue e nelle manganellate qualsiasi voce dissidente, e non riserva alcun margine a nessun tipo di resistenza, sia essa attiva o passiva, nelle azioni o nelle parole, in un’operazione liberticida e di fatto anticostituzionale contro ogni genere di opposizione. Siamo scesi in piazza al fianco del popolo palestinese, contro un genocidio perpetrato dallo stato occupante sionista da ormai più di un anno, al culmine dei 75 anni di occupazione militare e di pulizia etnica, operazioni nelle quali il Governo e la scuola italiana hanno complicità innegabili. Siamo scesi in piazza contro l’autonomia differenziata, contro un’idea di Italia sempre più divisa e sempre più sorda ai bisogni dei più fragili, contro uno stato frammentato che predilige il profitto alla cooperazione.
L’appello per l’apertura di un tavolo di dialogo tra gli studenti e gli enti
In piazza con noi abbiamo portato, in aggiunta alle molteplici rivendicazioni, quattro richieste specifiche legate a problematiche locali dalle quali gli studenti imperiesi sono toccati in prima persona. In questa sede, vogliamo ribadire le nostre richieste come la nostra volontà di essere ascoltati. Ripetiamo il nostro appello all’apertura di un tavolo di dialogo tra gli enti preposti e tutti gli studenti della provincia e le associazioni che li rappresentano; ripetiamo la nostra pretesa non solo di essere presi in considerazione, ma che a questa considerazione seguiti uno sforzo pratico e concreto nel soddisfare le nostre esigenze; ripetiamo un’altra volta le nostre richieste, esplicitandole qui in seguito:
- Introduzione obbligatoria all’interno dei programmi scolastici di tutte le scuole medie inferiori e superiori della provincia di Imperia di parentesi dedicate all’educazione sessuale, affettiva e al consenso, svolta con un approccio inclusivo e da professionisti in materia di psicologia e sessuologia. Oltre a ciò, introduzione dello strumento delle carriere alias in tutte le scuole superiori della provincia (al momento, implementato solo in tre licei sul totale degli istituti superiori della provincia di Imperia) – per il cui soddisfacimento ci rivolgiamo alla consigliere Manuela Sasso, delegata alla programmazione provinciale della rete scolastica e ai presidi, vicepresidi e professori di tutti i licei, istituti tecnici superiori e istituti professionali superiori della provincia di Imperia;
- Investimenti mirati nel campo dell’edilizia scolastica in modo tale che gli edifici scolastici siano in grado di fornire ai propri utenti almeno un impianto di riscaldamento degli ambienti funzionante, che mantenga una temperatura all’interno delle aule non inferiore ai 18°C (come sancito all’interno del DPR del 18/12/1975, in materia di norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica), e un servizio di acqua corrente e acqua calda garantito – per la cui realizzazione ci rivolgiamo al presidente della provincia di Imperia Claudio Scajola, al consigliere provinciale Marco Conio, delegato all’edilizia scolastica, ai sindaci di tutti i comuni della provincia e ai rispettivi assessori alla scuola;
- Un’intensificazione del servizio di trasporto pubblico in maniera mirata rispetto agli orari di ingresso e di uscita dalle scuole, mediante un aumento del numero di corse in quelle specifiche fasce orarie, in modo tale da garantire la capienza necessaria affinché tutti coloro che lo necessitano abbiano modo di usufruire del servizio senza ulteriori disagi – per la cui realizzazione ci rivolgiamo al presidente della provincia Claudio Scajola, al consigliere Gabriele Ammarella, delegato alla pianificazione dei servizi di trasporto pubblico locale, ai sindaci e agli assessori ai trasporti dei vari comuni;
- Infine, la cessazione immediata di programmi di PCTO – Alternanza Scuola-Lavoro che mettono attivamente a rischio il benessere e la sicurezza sia di studenti non qualificati per il compito che si trovano a dover svolgere, sia degli individui con i quali gli stessi studenti si rapportano (cessazione del progetto di alternanza tra il Liceo delle Scienze Sociali indirizzi Linguistico e Sociopedagogico “C. Amoretti” di Imperia e il ISAH centro di riabilitazione polivalente e Casa di Riposo di Imperia). Abbiamo avuto modo di spiegare, all’interno di interviste e discorsi tenuti nel corso del corteo, quanto l’alternanza scuola-lavoro rappresenti in ogni caso un pericolo per gli studenti e un bieco mezzo di sfruttamento del loro lavoro pressoché gratuito. Abbiamo allo stesso modo illustrato come questo progetto di collaborazione nello specifico rechi con sé rischi per gli studenti partecipanti e per i pazienti stessi, come ci è stato raccontato, prima e durante la manifestazione, da studenti che in prima persona hanno avuto esperienza del percorso con l’ISAH. Per la cessazione di un progetto attivamente pericoloso per tutti i soggetti coinvolti, ci rivolgiamo alla dirigente scolastica del liceo Amoretti e Artistico di Imperia Beatrice Pramaggiore, ai vicepresidi, ai referenti per l’alternanza e per il PCTO, e ai professori tutti dell’istituto.
Nel tentativo di essere finalmente ascoltati e considerati, con speranza e con rabbia, la Rete degli Studenti Medi di Imperia, e gli studenti imperiesi tutti.