2 Dicembre 2024 10:41

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2 Dicembre 2024 10:41

Imperia: appello al sindaco per la Casa di Riposo di via Agnesi. Una cittadina, “Non è tutto rose e fiori, vi sia un approccio più attento alle esigenze degli anziani”

In vista delle festività natalizie, una cittadina di Imperia ha deciso di rivolgersi direttamente al sindaco Claudio Scajola con una lettera aperta, esortandolo a porre attenzione alla situazione della Casa di Riposo di via Agnesi. Nella lettera viene sottolineata “l’importanza di garantire un ambiente umano e accogliente per gli anziani ospiti. Vi sono alcune criticità che richiedono un intervento tempestivo, come la necessità di una maggiore flessibilità nei regolamenti e di un approccio più attento alle esigenze degli anziani e delle loro famiglie”.

Casa di riposo di via Agnesi: ecco la lettera aperta indirizzata al sindaco Claudio Scajola

In occasione dell’approssimarsi delle festività natalizie, Le scrivo per esortarLa a riflettere su una problematica complessa, ma forse non per Lei. Infatti, avendo visto con quanta energia ed entusiasmo ha svolto finora il Suo mandato, conseguendo risultati audaci e brillanti, confido in un Suo tempestivo ed efficace intervento. Dove? Nella Casa di Riposo di via Agnesi, nel cuore della nostra città.

La struttura ha una lunga storia, quasi 100 anni. Donata da Fanny Roncati Carli, divenne Ente Morale nel 1930 e, dopo una serie di fusioni e cambiamenti di denominazione, Azienda Pubblica di Servizi alla Persona dal 2003 ad oggi. Qui, gli Ospiti, che si portano dietro una valigia di ricordi, per alcuni ahimè caduti nell’oblio, “abitano” e qui, con la presenza assidua dei loro famigliari, tessono la trama di un’esistenza segnata da un ritmo lento, dove i gesti diventano riti, le parole riecheggiano come ripetute cantilene che danno conforto o forse anche rassegnazione.

Questa casa di Riposo è come un piccolo villaggio all’interno della città. Il suo cancello ne segna il limite, oltre il quale la vita quotidiana frenetica lascia il posto ad un’esistenza dove, nel susseguirsi dei giorni sempre uguali, si vive nell’attesa di un sorriso, di una parola dolce, di un abbraccio, di un regalo e anche delle cure alla persona, perché, arrivati ad una certa età, inevitabilmente si diventa inattivi e sempre più bisognosi di aiuti.

Noi viviamo al di qua di quel cancello. La nostra esistenza è caratterizzata dall’operare, dall’agire. Siamo in movimento, abbiamo poco tempo per condividere lo “stare” con chi invece vive su di sé il tempo lungo delle attese. Le luci sfavillanti che in questi giorni faranno brillare Imperia sono la suadente metafora della nostra continua frenesia. Camminiamo sotto quelle luci che colorano la nostra città, allietati dalle musiche natalizie, senza renderci conto che stiamo solo assaporando l’effimero. Per dare sostanza e valore a queste festività, varrebbe la pena di ricordarsi dei nostri anziani che hanno fatto crescere Imperia, a cui dobbiamo riconoscenza ed affetto. Sì, quegli anziani sono anche nostri, fanno parte della nostra comunità e devono essere onorati, perché portano sulle loro membra stanche il tesoro di una lunga esperienza di vita, che ci appartiene.

Caro Signor Sindaco, le luci di Natale non arrivano fin là dentro, purtroppo. E invece si tratterebbe piuttosto di “fare luce” sulla Casa di Riposo di Imperia, sulle problematiche che presenta. Perché forse non è tutto “rose e fiori”, come sembra. L’attenzione umana agli ospiti e alle loro esigenze è talvolta ingoiata dai cavilli burocratici, dalle regole strette, dietro le quali si cela sempre il vantaggio economico.

Per farLe un esempio: l’anno scorso, proprio in questo periodo, viene ricoverato un signore, appena dimesso dall’ospedale. Gli viene dato un posto letto al primo piano. Dopo due giorni, visto l’ambiente molto triste che si rifletteva negli occhi dell’anziano, i parenti decidono di procedere alle dimissioni volontarie. La Presidente, irremovibile, li richiama all’art.13 del Regolamento, secondo cui per le dimissioni volontarie è necessario un preavviso di 15 giorni, in mancanza del quale sussiste l’obbligo di pagamento per tutto il periodo di mancato preavviso. Conclusione: oltre al danno morale anche quello economico. I parenti sborsano 1000 euro per allontanare il loro caro da una struttura ritenuta inadatta per lui, dopo aver fruito di soli due giorni di pensione.

Egregio Signor Sindaco, cosa ne pensa? Le persone non sono pacchi che possono restare in giacenza 15 giorni in magazzino, per non pagare una penale. Se il disagio sussiste, bisogna porvi fine nella maniera più celere possibile e una Casa di Riposo seria e “umana” deve prevedere quest’eventualità, inserendo nel suo sacrosanto Regolamento il cosiddetto periodo di prova, in uso ormai in quasi tutte le Case di Riposo.

Mi appello pertanto a Lei, primo cittadino, affinché eventi come questi non accadano più, affinché si anteponga l’umanità alla venalità in un contesto così speciale, la residenza per anziani, verso i quali la comunità tutta deve sentirsi soprattutto debitrice.

La invito a “illuminare” non solo il Natale ma tutti i giorni dell’anno dei nostri anziani, intervenendo sapientemente sulla loro interazione con la burocrazia, con i Regolamenti, che molto spesso i parenti, trovandosi nella necessità, non hanno né la forza né il tempo di impugnare e infine, non da ultimo, Le propongo anche di recarsi in visita in questa Casa di Riposo, ma, mi raccomando, senza farsi annunciare”.

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