“Anche in provincia di Imperia l’acqua resta pubblica, ma la sua gestione (captazioni, distribuzione, bollette, …) sarà pubblico/privata – Così in una nota Alberto Gabrielli, del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione provinciale di Imperia, in merito all’ingresso del socio privato in Rivieracqua.
“Dal 26 novembre Rivieracqua è “partecipata” col 48 % da Acea mantenendo il 52 % in testa pubblica. Duemila km di rete idrica, mille km di rete fognaria, 155.000 utenze: un bene universale ed essenziale della cui gestione si occuperà – di fatto – un privato, essendo questo il socio di minoranza numerica, ma di fatto di maggioranza decisionale: se già Rivieracqua interamente pubblica lesinava interventi costosi e poco economicamente vantaggiosi, ora con la metà della sua “dirigenza” che per statuto ha il fine di ottenere profitti dalla sua gestione in modo da garantire la valorizzazione azionaria (Rivieracqua è una spa), l’ intera società sarà vocata a perseguire quell’obiettivo.
E’ noto che il maggior profitto si ottiene con aumento delle entrate (bollette) e/o riduzione delle spese (gestione delle reti). All’ aumento delle entrate ci si è già pensato con Bollette pazze che, fra l’altro, premiano chi consuma di più.
La riduzione delle spese, già praticata da tempo anche da Rivieracqua interamente pubblica, si accanirà nell’ abbandono delle manutenzioni e rinnovi delle reti periferiche, nella mancata ricerca e riparazione delle innumerevoli perdite dispersesul territorio che non recano danni rivendicabili in contenziosi privati (ma sono responsabili di quasi la metà delle perdite del liquido più prezioso), nella eterna dilazione di interventi strutturali con conseguenti disagi costanti e spese correnti continue che portano ad ulteriori aumenti tariffari, nella non innovazione dei metodi di potabilizzazione alternativi o complementari alla clorazione, come l’ozonizzazione o l’ irraggiamento ultravioletto; insomma, nel sancire differenze territoriali, inefficienze e sprechi: ci raccontano che il Privato riduce gli sprechi: è vero, ma solo quelli dei suoi profitti non certo dell’acqua che, persa nelle reti dopo la captazione e la raccolta, è pur sempre “venduta” e quindi genera profitti.
Rifondazione Comunista denuncia questo ennesimo tradimento della volontà popolare e raccomanda a tutti di vigilare per contrastare quanto più possibile questo modello”.
Partito della Rifondazione Comunista –Federazione provinciale di Imperia