4 Dicembre 2024 19:11

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4 Dicembre 2024 19:11

Giornata Internazionale della Disabilità: Un impegno comune per costruire una società senza barriere/La situazione in Liguria

In breve: La Liguria è uno degli epicentri italiani del fenomeno: oltre il 20% della sua popolazione vive con una condizione di disabilità, un dato significativamente superiore alla media nazionale

Ogni anno, il 3 dicembre, il mondo celebra la Giornata Internazionale della Disabilità, un appuntamento che richiama l’attenzione sulla necessità di abbattere le barriere – fisiche, sociali e culturali – che impediscono a milioni di persone di vivere pienamente la propria vita. Questo tema non riguarda solo le persone con disabilità, ma anche le loro famiglie, i caregiver e l’intera comunità.

La situazione in Liguria

La Liguria, fra le regioni più anziane d’Italia, è uno degli epicentri italiani del fenomeno: oltre il 20% della sua popolazione vive con una condizione di disabilità, un dato significativamente superiore alla media nazionale di 5 punti percentuali. Ciò si traduce in circa 300 mila persone che necessitano di servizi, interventi e soluzioni capaci di rispondere alle necessità delle persone con disabilità e dei loro caregiver, che spesso affrontano sfide quotidiane enormi senza un supporto adeguato.

La disabilità, nelle sue molteplici forme – fisica, sensoriale, cognitiva o psichica – non si limita alla sfera individuale, ma ha un impatto trasversale che coinvolge le loro famiglie, le istituzioni e la società nel suo complesso. La prevalenza di barriere architettoniche e ambientali rende complicati anche attività di base e gesti semplici, come andare a scuola, al lavorare o accedere all’assistenza sanitaria. Inoltre, le difficoltà di inclusione sociale e lavorativa sono evidenti: solo il 31% delle persone con disabilità in Italia ha un impiego, un dato che dimostra quanto sia ancora lunga la strada per garantire pari opportunità. I caregiver, che sono spesso familiari, rappresentano una risorsa fondamentale, ma sono ancora troppo poco supportati. Affrontano pesanti oneri fisici ed emotivi e spesso mancano risorse adeguate volte a garantire loro formazione, supporto psicologico o periodi di sollievo. Nel fronteggiare queste sfide, le professioni sanitarie afferenti all’Ordine TSRM e PSTRP di Genova, Imperia e Savona (oltre 4000 iscritti) svolgono un ruolo cruciale. Alcune di queste figure lavorano ogni giorno per affrontare i bisogni specifici delle persone con disabilità, ma anche per promuovere un cambiamento culturale verso una società più inclusiva.

Anna Onesti, Presidente della Commissione degli Assistenti Sanitari, spiega il ruolo centrale di questa figura professionale: «Gli Assistenti sanitari sono spesso i primi a intervenire nei contesti più delicati, come le malattie rare e neurodegenerative. Non ci limitiamo alla prevenzione, ma gestiamo il coordinamento nei casi complessi, operando come case manager. Il nostro lavoro include la pianificazione di percorsi personalizzati, il supporto domiciliare e l’implementazione di soluzioni tecnologiche per migliorare la qualità della vita degli assistiti».

Le problematiche visive sono un’altra delle sfide più significative. In Liguria, regione con una delle popolazioni più anziane d’Europa, le condizioni di ipovisione sono un tema particolarmente sentito e ad alta prevalenza. «Il nostro impegno è essenziale nel trattamento di tali deficit – afferma Monica Ciarlanti, Presidente della Commissione di albo degli Ortottisti – la nostra attività va oltre la riabilitazione visiva. Contribuiamo a migliorare l’autonomia della persona, riducendo l’impatto delle difficoltà sensoriali sulla vita quotidiana».

Le disabilità motorie o psichiche, spesso, si accompagnano a disturbi podalici che compromettono ulteriormente la capacità di movimento. «Attraverso diagnosi precise e interventi mirati, i podologi offrono soluzioni personalizzate per affrontare dolori cronici, deformità del piede e problemi di postura», afferma Daniela Risso, Presidente della Commissione di albo dei Podologi. «Non ci limitiamo a risolvere il problema fisico; il nostro obiettivo è aiutare le persone a riacquistare fiducia nei propri movimenti e a sentirsi parte attiva della società, migliorando la loro autonomia». Inoltre, «le disabilità, sia motorie che neurologiche, sono spesso correlate ad alterazioni del metabolismo o difficoltà di deglutizione, portando le persone a soffrire di malnutrizione», spiega Fabio Barabino, Presidente della Commissione di albo dei Dietisti. «In questo contesto, il nostro lavoro è fondamentale per prevenire problemi nutrizionali, contribuendo a una gestione integrata delle necessità di salute e migliorando la qualità della vita delle persone con disabilità».

Nel nostro Paese circa 2 milioni di bambini e ragazzi (tra il 10% e il 20% della popolazione sotto i 18 anni) presentano difficoltà legate a disturbi neuropsicomotori. Tuttavia, le fragilità neuroevolutive non sempre si configurano come condizioni cliniche che determinano disabilità. «La disabilità in età evolutiva può essere una condizione molto spesso transitoria, che dipende da fattori individuali e ambientali – sottolinea Eugenia Dufour, Presidente della Commissione di albo dei Terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE). – L’intervento riabilitativo è cruciale per ridurre le limitazioni funzionali e migliorare le competenze motorie, cognitive e relazionali, permettendo al bambino di crescere in modo armonico».

In Liguria, 4.437 alunni presentano disabilità legate al neurosviluppo, con una significativa incidenza di disturbi uditivi e disabilità intellettive, che colpiscono il 37% degli studenti. Tra i disturbi più frequenti vi sono quelli del linguaggio, con un forte impatto sulla capacità comunicativa e sociale degli studenti. Paola Maccagno, Presidente della Commissione di albo dei Logopedisti, spiega: «Tra noi e gli insegnanti si crea una collaborazione concreta per affrontare i disturbi del neurosviluppo, soprattutto comunicativi. I disturbi della comunicazione colpiscono il linguaggio, ma non intaccano altre capacità cognitive, se non vengono affrontati adeguatamente, possono compromettere l’efficacia sociale e scolastica dei bambini».

A fare da trait union tra gli aspetti della salute della persona e l’ambiente che li circonda, vi sono gli Educatori professionali. Mario Saiano, Presidente della Commissione di albo, commenta: «Gli Educatori professionali sono al centro di progetti che promuovono l’autodeterminazione e l’inclusione. Lavorano in ambiti che vanno dai servizi riabilitativi alle politiche culturali e all’uso di tecnologie innovative, mettendo al centro la persona e non la sua limitazione».

Ogni professionista coinvolto non solo interviene su un aspetto tecnico o clinico, ma diventa parte di una rete che trasforma i limiti in possibilità. Anche il linguaggio è cruciale in questo processo. «Il nostro Ordine, afferma il Presidente Antonio Cerchiaro, sottolinea che termini come “disabile” o “handicappato” riducono la persona alla sua condizione, perpetuando stereotipi e pregiudizi. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e il decreto legislativo 3 maggio 2024, n. 62, esortano all’uso di espressioni come “persona con disabilità”, che mettono al centro l’individuo e non la sua limitazione. Questo non è solo un cambiamento lessicale, ma un passo concreto verso una società che riconosce e valorizza ciascuno».

La Giornata internazionale della disabilità, proclamata nel 1981, è un’occasione per riflettere, ma anche per agire. «Il nostro lavoro non si limita alla cura delle persone con disabilità – conclude Cerchiaro – vogliamo promuovere una visione in cui ogni individuo, indipendentemente dalla sua condizione, possa sentirsi parte di una comunità che ne valorizzi  le potenzialità e contribuire a costruire una società più equa e accessibile».

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