Un episodio insolito accaduto a gennaio 2022 è ora al centro di un processo presso il Tribunale di Imperia. Il 6 gennaio di quell’anno, una donna di 51 anni e il marito di 50 furono aggrediti da un montone in via Diano Calderina, a pochi passi dal centro cittadino. L’episodio costrinse entrambi a recarsi al pronto soccorso per le ferite riportate.
L’animale, custodito all’interno di un cantiere edile, era riuscito a fuggire, avventandosi contro la coppia. Oggi, H. T., 34 anni e P. F. G., 54 anni, si trovano a processo con l’accusa di lesioni colpose. I due imputati sono difesi dagli avvocati Erminio Annoni del Foro di Imperia e Agostino Goglino del Foro di Alessandria. Le vittime si sono costituite parte civile, rappresentate dagli avvocati Roberto Trevia e Fabio Folpini del Foro di Imperia.
“Aggrediti da un montone in via Diano Calderina”: ecco la ricostruzione dei fatti
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il 34enne aveva in uso l’area del cantiere di via Diano Calderina, adibita a deposito materiali e inclusiva di una recinzione, dove erano custoditi il montone e altre tre pecore. Il 54enne, invece, era responsabile della sicurezza del cantiere per conto di una società, titolare del permesso a costruire. Entrambi, secondo l’accusa, non avrebbero adottato le cautele necessarie per evitare che gli ovini potessero uscire sulla strada, causando danni.
La recinzione, giudicata inadeguata, avrebbe consentito al montone di fuggire, raggiungere i coniugi che camminavano sulla via e aggredirli. La donna fu colpita violentemente al fianco sinistro, riportando una frattura pluriframmentaria con sublussazione della testa omerale, con prognosi fino a giugno 2023. Il marito, invece, subì contusioni ed ematomi, con una prognosi di dieci giorni.
Pochi giorni dopo l’incidente, Carabinieri forestali e Servizio veterinario dell’ASL effettuarono un blitz congiunto nell’area del cantiere per accertare eventuali responsabilità.
A seguito delle verifiche, scattò il sequestro sanitario amministrativo di tre pecore e del montone, che furono trasferiti in un altro Comune e affidati a un allevatore idoneo alla custodia. Contestualmente, il proprietario degli animali fu sanzionato per non aver denunciato la detenzione degli ovini alla Forestale, che avviò anche il procedimento per il reato di lesioni.