È stata inaugurata oggi, sabato 14 dicembre 2024, presso la Galleria Civica “Il rondò” in piazza Dante, “Materia e Memoria”, la prima mostra personale che l’artista Carlo Introvigne presenta nella sua città natale, dove vive e opera. L’introduzione è stata curata da Silvia Alborno, curatrice indipendente.
Introvigne si distingue per la rappresentazione di paesaggi interiori e segni del tempo ispirati ai vecchi muri delle case liguri, resi con grande suggestione attraverso la tecnica dell’affresco su tela.
Spiega l’artista al nostro giornale: “Queste opere nascono osservando i muri delle vecchie case antiche dei paesi e mi danno l’ispirazione perché l’intonaco rovinato dal tempo, dalla pioggia, dagli agenti atmosferici, creano degli effetti per me molto particolari e molto sentiti, che mi creano proprio delle emozioni.
Partendo da questi muri, prendo spunto da questi muri e poi trasferisco su tela, facendola l’affresco su tela, quasi diciamo come nel Quattrocento. Mi ispiro a quella tecnica degli affreschi del Quattrocento, però trasferiti nei giorni nostri, nei giorni moderni. Cerco di salvare la memoria storica di queste cose, dal mio punto di vista
Io faccio l’intonaco, faccio un intonaco come facevano nel Quattrocento. Faccio l’intonaco con i dovuti accorgimenti. Sulla tela, se facessi l’intonaco da muro sarebbe troppo spesso, troppo pesante, allora faccio un intonaco molto più leggero e ci vogliono prodotti dentro, prodotti moderni, quindi di fatti lo chiamo affresco e tecnica mista, perché ci sono dei prodotti moderni del nostro tempo che mi permettono di fare delle superfici di spessore leggero, quindi non pesante. sulla tela perché se uno facesse l’affresco vecchio peserebbero 50 kg.
L’idea originaria parte sempre guardando i pittori del ‘400.
Non c’è un tempo preciso per realizzare un’opera. Mediamente ci vogliono dai tre ai quattro giorni, perché io faccio la stesura, diciamo l’intonaco, chiamiamolo intonaco, poi faccio una prima stesura a fresco, così chiamato, cioè l’intonaco è ancora bagnato, si assorbe i colori perché adopero gli ossidi e i pigmenti come facevano gli antichi, poi lascio asciugare, passa due, tre, quattro giorni a seconda, anche del tempo, d’estate asciugano prima, d’inverno asciugano dopo, poi vado a rifinire a secco, anche con delle rifiniture col colore acrilico.
Difficoltà principali? Non trovo differenza tra fare il quadro classico, i paesaggi classici, non trovo differenza. Anzi direi che qua mi soddisfa molto di più, mi dà molta più soddisfazione, mi piace di più, tutto lì”.
La mostra sarà visitabile, con ingresso libero, fino al 22 dicembre, tutti i giorni dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.30.
A cura di Alessandro Moschi