La gestione dei rifiuti urbani è una delle sfide più importanti per garantire la sostenibilità ambientale. Il “Rapporto Rifiuti Urbani 2024″, pubblicato dall’ISPRA, fornisce una panoramica dettagliata della situazione in Italia.
In Liguria, sebbene siano stati fatti progressi, permangono criticità legate alla raccolta differenziata, all’ottimizzazione dei costi e alla dipendenza dagli impianti di trattamento fuori regione. La provincia di Imperia riflette queste problematiche, mostrando dinamiche specifiche legate alla conformazione territoriale e alla distribuzione della popolazione.
Produzione dei rifiuti urbani: in Liguria lieve diminuzione
Nel 2023, la Liguria ha prodotto 804.532 tonnellate di rifiuti urbani, registrando una lieve diminuzione rispetto alle 813.782 tonnellate del 2022. Questa tendenza è in controtendenza rispetto al Nord Italia, dove la produzione è generalmente aumentata.
“Tutte le regioni del Nord, ad eccezione della Liguria la cui produzione è in lieve diminuzione, hanno fatto rilevare un aumento”.
A Imperia, la produzione è scesa a 116.672 tonnellate, rispetto alle 120.108 tonnellate del 2022. Questo dato potrebbe riflettere una maggiore attenzione alla riduzione dei rifiuti alla fonte.
Raccolta Differenziata: ad Imperia lieve aumento, ma l’obiettivo regionale è un lontano miraggio
La raccolta differenziata in Liguria ha raggiunto il 58,3% nel 2023, con un leggero aumento rispetto al 57,5% del 2022. Tuttavia, rimane inferiore alla media nazionale e ben distante dall’obiettivo regionale del 67% entro il 2026.
“Come nei precedenti anni, tutte le regioni del Nord, fatta eccezione per la Liguria, si collocano al di sopra della media nazionale di raccolta pro capite” .
Nella provincia di Imperia, la raccolta differenziata è salita al 55,3%, un dato leggermente inferiore alla media regionale ma in costante miglioramento rispetto al 54,8% del 2022.
Trattamento e smaltimento: la Liguria destina fuori dai confini 72mila tonnellate di rifiuti organici
La Liguria presenta una forte dipendenza dagli impianti esterni per il trattamento dei rifiuti organici e indifferenziati:
- 72.000 tonnellate di frazione organica sono state esportate nel 2023, principalmente verso Lombardia (54,1%) e Piemonte (37,6%), con un incremento del 16,8% rispetto al 2022.
“La Liguria destina fuori dai propri confini 72 mila tonnellate (+16,8% rispetto al 2022), di cui il 54,1% in Lombardia, il 37,6% in Piemonte”.
- Oltre 103.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati sono state inviate in Piemonte per il trattamento tramite impianti di TMB (Trattamento Meccanico-Biologico), rappresentando un’importante vulnerabilità per il sistema regionale.
“Si rileva che i rifiuti urbani indifferenziati trattati dagli impianti intermedi di TMB/TM provengono prevalentemente dalla stessa regione in cui sono prodotti; fanno eccezione il Piemonte che riceve oltre 103 mila tonnellate dalla Liguria”.
Costi di gestione: in Liguria sono i più alti del Nord Italia
La Liguria registra i costi di gestione più alti del Nord Italia:
- 51,5 centesimi di euro per chilogrammo, il valore più alto della macroarea.
- Costi pro capite:
- Per comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti: 282,7 €/abitante.
- Per comuni tra 5.001 e 15.000 abitanti: 273,5 €/abitante.
“Analizzando l’ultima classe di popolazione residente, ossia quella con popolazione superiore a 50.000 abitanti, il costo medio totale pro capite maggiore si ha in Liguria con 282,7 euro/abitante”.
I costi relativi alla raccolta e al trasporto delle frazioni differenziate (CRD) sono particolarmente elevati:
“Il maggior costo si registra in Toscana, con 72,2 euro/abitante, seguono la Liguria con 71,9 euro/abitante”.
Il quadro che emerge è quindi tanto chiaro, quanto a tratti contraddittorio. Se da una parte la Liguria e Imperia hanno compiuto progressi è altrettanto evidente che vi siano ancora tante sfide significative da affrontare per migliorare la sostenibilità del sistema di gestione dei rifiuti cercando anche di ridurre l’elevata dipendenza da impianti fuori regione e i costi di gestione estremamente alti.
Una cosa è certa, in un periodo storico in cui è fondamentale cercare di rispettare e proteggere il nostro Pianeta, anche con il semplice gesto della raccolta differenziata il fatto che l’obiettivo del 67% di raccolta differenziata entro il 2026 sia così lontano dovrebbe stimolare tutti ad un maggior impegno coordinato tra istituzioni, cittadini e aziende.