23 Novembre 2024 16:03

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23 Novembre 2024 16:03

PAOLA PEREGO A PROCESSO A IMPERIA. CHIESTI 2 ANNI E 6 MESI DI RECLUSIONE PER LA CONDUTTRICE TV/ECCO PERCHÈ

In breve: Chiesti anche 100 mila euro di multa. La difesa, rappresentata da Francesca Coppi: "Nessuno ha mai contestato la fittizietà dell'operazione. Per questo la difesa ritiene che l'imputata vada assolta perché il fatto non sussiste"

collage perego

Due anni e sei mesi di reclusione e 100 mila euro di multa. E’ questa la pena richiesta questa mattina presso il Tribunale di Imperia dal Pubblico Ministero Barbara Bresci per la nota conduttrice televisiva Paola Perego, sul banco degli imputati con l’accusa evasione delle accise sul carburante. Nel dettaglio, alla Perego, difesa dagli avvocati Franco Coppi (legale, tra gli altri di Silvio Berlusconi, Francesco Bellavista Caltagirone e Sabrina Misseri), oggi assente, e Francesca Coppi, viene contesta l’evasione delle accise sul carburante dello yacht “Decò”, di proprietà della società La Lupa Srl, di cui la Perego è legale rappresentante, ormeggiato a Sanremo. I fatti risalirebbero agli anni 2006, 2007 e 2008. L’evasione ammonterebbe intorno ai 50 mila euro.

LA DISCUSSIONE

BARBARA BRESCI (PUBBLICO MINISTERO)

 “Il procedimento nasce dalla guardia di Finanzia di Civitavecchia. La contestazione è relativa all’utilizzo per fini privati, mascherato come attività commerciali, di un’imbarcazione, beneficiando dell’esencizone delle accise sul carburante. Si tratta di un questione legata alla qualificazione giuridica del contratto. Il contratto di locazione, infatti, non prevede alcuna esenzione, al contrario, invece, del contratto di noleggio. Dagli  accertamenti è emerso che la società La Lupa Srl, proprietaria dello yacht, ha firmato un contratto di locazione per mettere il bene a disposizione di terzi, in questo caso Paola Perego e Lucio Presti, per poi però emettere le fatture relative alla gestione dell’imbarcazione come contratto di noleggio, per beneficiare della riduzione sulle accise. La società La Lupa Srl è regolarmente iscritta al registro delle imprese della Camera di Commercio di Roma. Ha un capitale sociale pari a 10 mila euro e le quote azionarie sono suddivise tra Paola Perego e Lucio Presta. Paola Perego, inoltre, è anche amministratore unico della società. In definitiva, l’imputata ha utilizzato un’imbarcazione con contratto di locazione intestato alla società di cui lei stessa è amministratore unico per crociere private, fingendo di esercitare un’attività commerciale per beneficiare dell’esenzione sulle accise. Per questo chiedo 2 anni e 6 mesi di reclusione e 100 mila euro di multa”.

FRANCESCA COPPI (DIFESA PAOLA PEREGO)

“La società La Lupa Srl ha adempiuto a tutti gli obblighi amministrativi per quanto concerne il noleggio, inoltre l’attività di noleggio era autorizzata dalla Capitaneria di Porto. A bordo dello yacht vi era un equipaggio a cui era affidata la conduzione tecnica, così come previsto dal Codice della Navigazione. Era presente un comandante con un equipaggio, dediti alla conduzione tecnica, alla manutenzione ordinaria e al riformimento di carburante. Le fatture venivano emesse a carico della società La Lupa Srl e per questo portavano la denominazione di attività di noleggio. Non vi è dubbio che si sia trattato di un’attività di noleggio. La società La Lupa Srl in qualità di armatrice ha messo a disposizione un equipaggio che si occupava di tutto a bordo dell’imbarcazione, mentre il natante è sempre rimasto nella disponibilità della società. Noi siamo convinti che si possa parlare di attività commerciale perché La Lupa Srl, società di capitali proprietaria di un natante, ha fornito una prestazione di servizi a Paola Perego a titolo oneroso. La natura commerciale del rapporto nasce dal fatto che viene fornita una prestazione di servizi in cambio di un corrispettivo. La Lupa Srl è una società che svolge un’attività commerciale e ha obbligi di bilancio. Lo scopo della società, attraverso il noleggio di un natante, è uno scopo di lucro. E non ci troviamo nemmeno di fronte a una scatola vuota o a fatture fittizie, perché il corrispettivo versato in cambio del noleggio è assolutamente congruo. La prestazione di servizi è stata effettivamente resa con l’equipaggio e il comandante pagati. Nessuno ha mai contestato la fittizietà dell’operazione. Per questo la difesa ritiene che l’imputata vada assolta perché il fatto non sussite. Non c’è mai stata nessuna volontà di sottrarsi al pagamento delle accise e dunque la difesa ritiene che l’imputata vada assolta perché il fatto non costituisce reato. Infine, non esiste alcuna norma penale che vieti che una società possa noleggiare un proprio bene, offrendo una prestazione di servizi, al proprio amministratore. Dal punto di vista penalistico l’operazione non è rilevante, per questo la difesa ritiene che l’imputata vada assolta perché il fatto non è previsto dalla legge come reato“.

 

 

 

 

 

 

 

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