“Scajola infame. Per te ci sono le lame“, è questa la scritta comparsa nei giorni scorsi, proprio durante le festività natalizie, in Corso Dante, la salita che da via Nazionale porta alla chiesa di Santa Maria Maggiore. Lo “slogan”, era stato realizzato con una vernice rossa e accompagnato dal simbolo del Partito Comunista. In poco tempo la scritta è stata cancellata e il muretto riportato alla sua colorazione originale.
Sul posto è intervenuta la Digos che avrebbe rilevato anche scritte di matrice anarchica relative all’arresto avvenuto in Francia, a Parigi, di Abazaj Rexhino detto Gino, italo-albanese, il quale sarebbe coinvolto nei fatti avvenuti durante la Giornata dell’onore del 2023, quando fu arrestata Ilaria Salis. Su di lui pendeva un mandato di cattura europeo chiesto dall’Ungheria.
Si seguono tutte le piste, dalla cosiddetta “ragazzata”, a qualcosa di più organizzato dal punto vista politico. La parola “infame“, è spesso correlata al mondo della mafia che potrebbe far pensare che questa tipologia di attacco sia legato alle ultime dichiarazioni del Primo Cittadino, intervistato da Report, proprio sul tema della criminalità organizzata.
Da evidenziare anche velocità di sparizione della scritta cosa che, in altri contesti cittadini o, anche solo nella stessa via, non avviene in egual misura. Facendo due passi solo in quella precisa zona ci sono altre scritte nere, con il simbolo dei centri sociali di terza generazione, delle posse, e con scritte come “Gino Libero” (Rexhino Abazaj ndr) che non sono state interessate da opere di ripristino di questo tipo. Sicuramente il valore emotivo è differente così come la tipologia di contenuto, tuttavia se la scritta è stata cancellata per decoro pubblico si poteva fare la stessa cosa anche altrove.