19 Gennaio 2025 10:00

Imperia: come sta il nostro mare? Il ruolo di ARPAL per un ambiente più sano / L’intervista

In breve: Sonia Albanese, dirigente del Centro Mare di ARPAL, che ci ha condotto alla scoperta dello stato di salute del nostro mare ricordandoci l’importanza della Posidonia oceanica

l monitoraggio dell’ambiente marino costiero è un’attività centrale per le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) italiane, coordinate a livello nazionale da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Anche ad Imperia, grazie al lavoro di ARPAL Liguria, questa attività assume un ruolo cruciale per preservare la salute del mare e delle sue coste, che rappresentano una risorsa fondamentale per il territorio.

Se in prima battuta il focus principale di ARPAL Liguria sul mare veniva visto solo come un mero controllo delle acque per la balneazione oggi è importante conoscere tutti gli aspetti di questa realtà che includono anche lo studio della salute dell’ambiente marino e degli ecosistemi.

Oltre la balneazione: la salute del mare al centro

Il monitoraggio marino odierno, infatti, non si limita più a stabilire se un tratto di mare sia adatto alla balneazione. “Il nostro focus è più ampio: non ci limitiamo a dire se l’acqua è adatta a fare il bagno, ma ci chiediamo ‘come sta l’ambiente e l’ecosistema marino?’. Questo è un punto cruciale del nostro lavoro”.

Inizia così la chiacchierata con Sonia Albanese, dirigente del Centro Mare di ARPAL, che ci ha condotto alla scoperta dello stato di salute del nostro mare ricordandoci l’importanza della Posidonia oceanica, una pianta marina (spesso confusa con un’alga) fondamentale per l’ecosistema marino e molto presente anche sulle coste di Imperia.

Le foglie morte che troviamo spiaggiate assomigliano un po’ al sottobosco delle nostre colline – spiega Albanese – Spesso sono percepite come un rifiuto, ma in realtà sono parte di un ciclo naturale fondamentale per il mare e per la protezione del litorale, anche se questo valore è ancora poco conosciuto”.

Direttiva Strategia Marina: un quadro di riferimento per il monitoraggio

La Direttiva Quadro sulla Strategia Marina rappresenta una pietra miliare per il monitoraggio dell’ambiente marino. Tra i suoi obiettivi principali, c’è il raggiungimento di un “buono stato ambientale”, che già con la Direttiva Quadro sulle Acque veniva ed è ancora valutato nelle acque costiere soprattutto attraverso l’analisi di alcuni indicatori biologici:

  • Fitoplancton (microorganismi vegetali che vivono nella colonna d’acqua)
  • Comunità di scogliera-macroalghe
  • Posidonia oceanica
  • Macrozoobenthos dei fondi mobili (organismi animali che vivono nei fondali fangosi o sabbiosi)

Ma il monitoraggio non si ferma a riva: “La Direttiva amplia lo sguardo fino a 12 miglia dalla costa, con programmi che in alcuni casi vanno anche oltre. Studiamo anche altri indicatori biologici rispetto alla Direttiva Acque, come l’habitat del coralligeno; in generale i descrittori indagati a livello nazionale sono numerosi, comprendendo ad esempio le specie non indigene, le concentrazioni di contaminanti, l’inquinamento acustico sottomarino” sottolinea Albanese.

Marine Litter e microplastiche: il problema dei rifiuti marini

Un altro tema cruciale è quello dei rifiuti marini, noti come Marine Litter. “Un tempo si pensava all’inquinamento marino come agli scarichi di sostanze chimiche – ricorda la dottoressa Albanese – Oggi invece sappiamo che anche i rifiuti sono un problema rilevante; nell’ambito della Strategia marina studiamo le microplastiche, raccogliendole tramite retini “Manta” trainati dalle imbarcazioni, censiamo rifiuti galleggianti e spiaggiati che monitoriamo su alcune spiagge liguri. Analizziamo quantità e tipologie di rifiuti per capire l’entità del fenomeno

Questo lavoro permette di evidenziare trend e suggerire politiche ambientali: “Il nostro obiettivo è capire dove lo stato del mare non è buono in modo da indirizzare le misure da attuare per migliorarlo”.

Liguria e biodiversità: un tesoro da preservare

La biodiversità marina è un aspetto centrale. “In Liguria, le praterie di Posidonia oceanica sono particolarmente presenti nel Ponente e ad Imperia. È un indicatore importante dello stato di salute dell’ecosistema.”

Non ci limitiamo ai fondali, ma analizziamo ad esempio anche il fitoplancton e lo zooplancton, meno noti ma fondamentali per studiare il funzionamento della rete trofica marina” spiega Albanese.

Un mare osservato da ogni punto di vista

Oggi il mare viene studiato da prospettive diverse, e questo è un passo avanti fondamentale – conclude Sonia Albanese – La nostra missione è garantire la salute del mare per le generazioni future. Non possiamo limitarci a un solo aspetto, ma dobbiamo avere uno sguardo complessivo che ci consenta di comprendere e proteggere questo prezioso patrimonio”.

Grazie al lavoro di ARPAL, anche Imperia e le sue coste beneficiano di un monitoraggio completo e multidisciplinare, che pone le basi per una gestione sostenibile e consapevole del nostro mare.

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