La giudice Anna Bonsignorio ha espresso un chiaro giudizio sull’incompatibilità tra il ruolo del consigliere comunale Giuseppe Falbo e l’appalto per le pulizie del Comune, assegnato alla sua impresa, la Clean Star, tramite la partecipata Seris. Nella sentenza che lo assolve dall’accusa di turbativa d’asta, la giudice sottolinea come Falbo avrebbe dovuto scegliere tra la carica pubblica e il contratto con l’ente.
Secondo quanto riportato nelle motivazioni, il parere dell’avvocato Lovese, legale della Seris e responsabile dell’organismo di vigilanza, aveva già evidenziato il conflitto di interessi. La situazione è descritta come “eclatante” poiché una società riconducibile a un consigliere comunale ha ottenuto un appalto da una società partecipata direttamente dal Comune, in contrasto con le norme sugli enti locali.
La sentenza chiarisce inoltre che l’incompatibilità sarebbe dovuta essere rilevata dal consiglio comunale o dal prefetto
Tuttavia, quando il caso arrivò in consiglio, il 26 marzo 2021, la maggioranza votò contro la contestazione di incompatibilità, permettendo a Falbo di restare in carica fino al termine del mandato. Il prefetto dell’epoca, Alberto Intini, non prese alcun provvedimento in merito.
Per quanto riguarda l’assoluzione, la giudice evidenzia che la Clean Star non aveva presentato una nuova offerta anomala, ma si era limitata a rivedere le giustificazioni sui costi del lavoro, allineandole ai minimi salariali previsti. La modifica, quindi, non avrebbe alterato l’equilibrio economico dell’offerta iniziale, risultando conforme alle regole dell’appalto.