Lucio Sardi, consigliere comunale di Alleanza Verdi Sinistra, interviene sul bilancio di previsione del Comune di Imperia, discusso durante l’ultimo Consiglio Comunale del 16 gennaio.
L’intervento del Consigliere Lucio Sardi
“Nell’ultima seduta del consiglio comunale la discussione sul bilancio di previsione l’ha fatta da padrone ed è stata la cartina di tornasole sulle difficoltà nella guida dell’amministrazione cittadina e dei gruppi consiliari di maggioranza.
Già dalla fase di preparazione al consiglio sono emersi i primi problemi, quando nella conferenza capigruppo, a fronte della mia richiesta di concedere come in passato tre minuti in più ai capigruppo per discutere di una pratica così complessa come il bilancio, la maggioranza ha preteso che i gruppi consiliari più numerosi avessero assegnati ben venti minuti in più. Una richiesta insensata e che rende l’idea di come intendano il confronto democratico le “punte di diamante” della maggioranza di Scajola. Secondo i capigruppo di maggioranza, invece di mettere tutti i gruppi consiliari nella stessa condizione e tempi per discutere di un argomento così complesso, era “democratico” pretendere che al capogruppo di AVS venissero concessi dieci minuti (decisamente pochi) e ai due capigruppo di maggioranza con i gruppi più numerosi, trentacinque minuti (evidentemente eccessivi).
Una assurda logica maggioritaria utilizzata per tentare di ridurre la capacità di espressione critica dell’opposizione rivelatasi però un autogol nel dibattito.
Si è infatti assistito alla ridicola maratona del capogruppo Landolfi che, nel tentare di riempire tutti i 35 minuti di intervento pretesi, ha adottato la “tecnica” di fare lunghe pause tra una parola e l’altra, col risultato di apparire tanto noioso quanto privo di argomenti.
Il capogruppo Volpe ha invece gettato subito la spugna sui tempi, intervenendo per poco più di 15 minuti, ma in particolare sul merito, affermando che non era suo compito discutere delle cifre del bilancio, competenza che – a suo dire – spetterebbe solo ai tecnici.
Il volenteroso ma poco accorto consigliere Ferrentino (intervenuto come capogruppo al posto del collega Lazzarini), per cercare di coprire le lacune del bilancio dell’attuale amministrazione, si è invece lanciato in una critica ad alzo zero sulle carenze dei bilanci della giunta Capacci, a suo dire di sinistra, dimenticandosi che proprio il suo collega Lazzarini, che gli sedeva a fianco, era esponente di quella maggioranza e li aveva votati (così come il presidente del consiglio Vassallo, allora addirittura assessore, e l’attuale assessore Ester D’Agostino).
Che i tre capigruppo non avessero conseguito un “triplete” di successi ma semmai fatto tre autogol sul bilancio, lo ha certificato l’intervento del sindaco, che ha cercato di metterci una pezza e che, come sua abitudine, ha preso pavidamente la parola dopo la chiusura del dibattito per essere sicuro di non poter essere soggetto a replica.
Con un tocco di palla degno di un terzino con un tombino al posto del piede, Scajola ha replicato alle mie puntuali critiche sui dati del bilancio, spiegando che è stato redatto in base agli obiettivi che vogliono raggiungere e che se riportava voci di entrata non certe o troppo ottimistiche tanto poi si potrà provvedere a modificarlo in corso d’anno, cercando di volta in volta di trovare le coperture. Praticamente una sorta di confessione sul fatto che il bilancio per lui non deve basarsi su previsioni certe e prudenti ma deve essere adattato ai suoi desideri, con buona pace delle norme che prevedono invece sia un affidabile strumento di gestione dei soldi dei cittadini.
Che nella predisposizione del bilancio preventivo 2025-2027 si sia avuta poca attenzione al rispetto dei principi contabili e di quelli di buona amministrazione, si è avuto conferma anche dal fatto che, da agosto scorso, manca la figura tecnica del ragioniere capo e che l’incarico di responsabile dei servizi finanziari è stato da allora assunto dal segretario generale.
Considerato che il segretario generale dott.ssa Puglia ha già molti altri impegni, in quanto svolge analogo ruolo in provincia e in un altro comune e che non dispone certo di esperienza e competenza specifica in materia di contabilità pubblica, c’è da essere preoccupati analizzando alcuni dei dati del bilancio su cui la “ragioniera capo ad interim” avrebbe dovuto applicare i principi contabili della contabilità pubblica.
Provo a sintetizzare quali sono i principali problemi del bilancio che ho evidenziato durante la discussione e sui quali non ho avuto il piacere di ricevere risposte neanche dall’evanescente assessora Gatti, che ha dimostrato ancora una volta di non avere alcun ruolo decisionale o autonomia in materia.
Pur non dovendo più prevedere le quote di copertura del deficit pregresso previste nel piano di riequilibrio decennale (nel 2024 erano quasi un milione e mezzo di euro), nessun beneficio è però derivato ai cittadini e alle imprese imperiesi che continueranno a dover pagare le imposte comunali (Imu, Irpef e Canone unico) alle aliquote massime di legge e tariffe molto salate sui servizi (parcheggi, mense scolastiche e tassa rifiuti).
Gli Imperiesi e chi percorrerà le vie cittadine continueranno anche a essere vittime degli inflessibili autovelox (si prevedono addirittura aumenti dei proventi sulle sanzioni al codice della strada) che li sanzioneranno per risibili violazioni sui limiti di velocità, peraltro rilevati con apparecchi sulla cui conformità esistono legittimi dubbi.
Ci si domanda quindi a favore di chi sia andata la consistente quantità di risorse liberatesi con la tanto sbandierata uscita anticipata dal piano di riequilibrio di bilancio, visto che i cittadini imperiesi verranno sottoposti ai medesimi sacrifici del passato.
Se poi si considera che tra le entrate che l’amministrazione ha messo a bilancio per far quadrare i conti ci sono un milione e quattrocentomila euro che dovrebbero pervenire dalla Go Imperia (ma che la società comunale nel suo bilancio incredibilmente non ha però preventivato di sostenere nel suo budget 2025) e che molte previsioni di maggiori entrate si riferiscono a proventi non ricorrenti (la transazione sui crediti con la Porto Imperia spa o i canoni quarantennali anticipati sulle antenne dei gestori telefonici), oltre che critici ci sentiamo di essere preoccupati.
Se alcune delle consistenti voci di entrata inserite sulla base di previsioni ottimistiche o aleatorie (come quelle sul recupero dell’evasione, i proventi per oneri di urbanizzazione e per le sanatorie urbanistiche e il contributo della Go Imperia), dovessero rivelarsi non realizzabili, sarà molto complicato aggiustare i conti in corso d’anno come ha previsto il sindaco.
Che il bilancio del comune si trovi in una evidente condizione di rigidità, con spese correnti in rapida crescita per la cui copertura si è dato fondo a ogni leva fiscale e utilizzato proventi straordinari non ricorrenti, lo dimostra il fatto che per pagare l’orrenda tenda trasparente dove è stato messo in mostra il primo mini bus senza conducente che dovrebbe viaggiare su un tratto di ciclabile, si è dovuto attingere al fondo di riserva per le spese straordinarie.
L’uso del condizionale sull’entrata in servizio dei mini bus senza autista è d’obbligo vista la critica condizione finanziaria della società produttrice del mezzo e visti i tempi lunghi annunciati (addirittura un anno) per metterne a punto il funzionamento.
Il progetto dei mini bus senza conducente, che per il numero di passeggeri in grado di movimentare e per l’impatto negativo che determina sulla funzionalità della ciclabile, risulta già evidentemente inutile se non dannoso, rischia di replicare l’esperienza degli autobus a idrogeno o quello del pozzo senza fondo delle manutenzioni degli ascensori che collegano la Marina al Parasio.
Viene da pensare che il primo bilancio comunale libero dai vincoli del piano di riequilibrio pluriennale, invece che segnare una nuova stagione di stabilità dei conti, sia l’anticamera di un nuovo periodo complicato per le casse comunali e che, per come è stato impostato, ci si trovi pericolosamente di fronte al primo “bilancio senza conducente”“.