27 Gennaio 2025 23:01

Imperia: per Cave Littardi previsto un ampliamento per 690 mila metri cubi di scavi / Il progetto

In breve: Il progetto è in fase di valutazione di impatto ambientale in Regione. Il valore dell'opera è di oltre 10 milioni di euro

La cava “Pian del Bue”, situata nel comune di Cipressa e meglio conosciuta come “Cava Littardi”, dal nome della società che la gestisce, è al centro di un progetto di ampliamento in fase di valutazione di impatto ambientale da parte della Regione. Il valore dell’opera è di oltre 10 milioni e 391mila euro.

Il progetto è in fase di valutazione di impatto ambientale in Regione. Il valore dell’opera è di oltre 10 milioni di euro

Il progetto, presentato in regione da Cave Littardi S.rl, il cui amministratore è Riccardo Littardi, prevede volumi di scavo per circa 690mila metri cubi, concentrati soprattutto sul fronte nord della cava e volumi di riporto, necessari a ricostituire i versanti, per circa 730mila metri cubi.

La variante proposta ha come obiettivo di sfruttare tutta l’area compresa nella perimetrazione in disponibilità della ditta richiedente e si prevede l’ampliamento dell’attività estrattiva nella zona a nord (con versante rivolto a est verso Civezza). L’area non è sottoposta a vincoli paesistico ambientali, non è sottoposta a vincolo idrogeologico e non è compresa in siti di interesse comunitario.

Come si legge nei documenti depositati in Regione, “il progetto di variante del piano di coltivazione della cava “Pian del Bue” prevede lo sfruttamento integrale delle potenzialità previste dal Piano Cave e la ricomposizione ambientale di tutte le aree di cava, comprese quelle dove non si interviene con modifiche morfologiche e quelle occupate da strutture e impianti a servizio dell’attività estrattiva.

Il progetto prevede anche la realizzazione di vasche e magazzini a servizio della lavorazione di cava

Il progetto prevede la nuova realizzazione di alcune strutture per migliorare le modalità di lavoro:
– Un nuovo impianto di lavaggio gomme a ciclo chiuso con recupero dell’acqua da porre all’uscita della cava in sostituzione di quello esistente.
– Una vasca a pianta quadrata di m.6 X 6 con altezza 3 (capacità circa 100 mc) al posto dei due serbatoi posti a valle della zona del frantoio, in modo da avere maggiore scorta di acqua anche nei periodi secchi.
Un magazzino interrato presso l’ingresso di cava. Tale struttura potrà essere utilizzata come magazzino agricolo a termine dell’attività di cava.
Due nuovi container da posizionare uno nella zona uffici e l’altro nei pressi del depuratore per aumentare la capacità di detenzione di scorte, ricambi e materiali di consumo a servizio degli impianti e dei mezzi di cava.

Si legge nella relazione che accompagna il progetto: “La sistemazione definitiva del fronte sud è eseguibile appena autorizzato il progetto di variante nelle prime fasi. Il fronte estrattivo a nord è invece ancora attivo e sarà oggetto di ampliamenti in funzione delle previsioni di Piano e grazie alla acquisizione della disponibilità dei fondi di alcune particelle prima mancanti”.

E’ prevista la realizzazione di gradoni in roccia alti otto metri, che avverrà con l’uso prevalente mezzi meccanici di capacità idonee a trattare e movimentare il materiale estratto. Eccezionalmente potrà essere utilizzato dell’esplosivo“. Prevista anche la realizzazione di un pozzo di drenaggio atto a prosciugare l’area in caso di intensa pioggia.

Per il ripristino successivo allo sfruttamento della cava prevista la piantumazione di un oliveto biologico

Il ripristino successivo alla fase di sfruttamento della cava prevede una zona di oliveto coltivato in regime biologico che occupa circa l’80% della superficie risistemata le cui varietà costitutive rientrano nella DOP
Riviera Ligure e alcune fasce a vegetazione erbacea.

La realizzazione del piano di coltivazione in progetto richiederà complessivamente un tempo di circa 15 anni a cui dovranno essere aggiunti due anni di manutenzione dei ripristini ambientali. Le modalità di lavoro non varieranno rispetto a quelle attali e pertanto non sono previsti impatti di rumore e traffico o emissione di polveri diversi da quelli attuali.

La produzione della cava calcarea consiste nell’escavazione della roccia presente sul posto. Sul sito esistono impianti di frantumazione per la produzione di una gamma completa di pezzature e di utilizzazione secondaria dei materiali prodotti.

A cura di Andrea Pomati

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