Sul palco del Festival di Sanremo 2025 con “Grazie ma no grazie” parteciperà anche Willie Peyote. Torinese, 39 anni, è un rapper e cantautore che non è di certo una novità per il pubblico del Festival di Sanremo, avendo già all’attivo un 6° posto (impreziosito dalla vittoria del premio della critica) nel 2021 con il brano Mai dire mai (la locura).
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Testo e significato di Grazie ma no grazie
“Grazie ma no grazie” di Willie Peyote è un brano che unisce ironia e riflessione, ispirandosi a un celebre passaggio del Cyrano de Bergerac. Il titolo stesso suggerisce una risposta sarcastica alle situazioni scomode della vita quotidiana.
La canzone si distingue per il suo carattere politico, alternando leggerezza e temi di attualità, con l’intento di stimolare il dialogo in un’epoca in cui il confronto sembra sempre più difficile. Per l’artista, salire sul palco di Sanremo senza affrontare certe questioni sarebbe stato un’occasione sprecata.
Ma che storia triste
Avevo aspettative basse
So già come finisce
Vista da dove si parte
E tu vorresti che la gente ti capisse
La ami come se lei ricambiasse
E c’hai provato anche più volte dei Jalisse
Ma l’insistenza non è mai così di classe
Certi discorsi vanno presi con le pinze
Oppure provocano risate grasse
E te lo aspetti ma ogni volta ti stupisce guarda le
Loro facce come se non bastasse grazie ma no
Grazie
Tanto, fanno finta ma lo sanno
Più è profondo e meno paga quasi sempre
Meglio stare in superficie salvagente
Le risposte che ti danno
Sembrano fatte con lo stampo
Quindi metterò le mani avanti
Due passi indietro ogni passo avanti e fa:
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare
Nelle piazze, grazie ma no grazie
E questa gente non fa un cazzo Ii mantengo tutti io
Con le mie tasse, grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non
Sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una
Cena di classe, grazie ma no
Grazie ma
No o o o noo grazie ma no grazie…
Davvero, grazie ma no
C’è chi non sa più come scrivere
Non sa come parlare
Non sa a quali parole deve mettere ad esempio
l’asterisco al plurale
Chi non sa più come ridere, non sa come scherzare
Poverino che la gente ultimamente prende tutto un
Po’ troppo sul personale
…Oggi va così chissà domani
Domani domani do do domani
Magari riesco a capire gli esseri umani
Chi bacia sulla bocca i propri figli
E c’è chi bacia sulla bocca i propri cani
E quanto va di moda il vittimismo
Di chi attacca ma dice che si difende
C’è chi dice non si può più dire niente
E poi invece parla sempre almeno sii coerente
Almeno per stavolta che c’è chi ancora ti dà corda
E c’è chi ha perso la memoria e vorrebbe che
Tornasse come se non bastasse. Grazie ma no
Grazie
Dovresti andare a lavorare e non farti manganellare
Nelle piazze, grazie ma no grazie
E questa gente non fa un cazzo Ii mantengo tutti io
Con le mie tasse, grazie ma no grazie
Dovresti dare meno ascolto ai sentimenti che non
Sono mai dei buoni investimenti
Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe,
Grazie ma no grazie
Grazie ma
No o o oo grazie ma no grazie…
Davvero grazie ma no
Chi è Willie Peyote: perché si chiama così, carriera, vero nome e discografia
Willie Peyote, il cui nome vero è Guglielmo Bruno, prende il suo nome d’arte dal famoso personaggio dei cartoni animati Wile E. Coyote unendolo con il peyote, un tipo di cactus presente nel Nord America che produce effetti allucinogeni.
Nasce a Torino da padre di Barriera di Milano (quartiere del capoluogo piemontese) e da madre di Biella. Laureato in scienze politiche nel 2004 fonda il gruppo S.O.S. Clique insieme a Kavah e Shula. Dopo diversi EP nel 2013 pubblica il suo primo album, Non è il mio genere, il genere umano, seguito nel 2015 da Educazione sabauda. Da quest’ultimo è stato estratto il singolo Io non sono razzista ma…, che ha provocato le critiche del direttore del quotidiano La Verità, Maurizio Belpietro, dopo un’esibizione all’interno del programma Che tempo che fa.
Nel 2017 Willie Peyote pubblica il suo terzo album Sindrome di Tôret, il cui titolo fonde ironicamente la sindrome di Tourette, noto disturbo neurologico e i Torèt, fontanelle tipiche di Torino che presentano scolpita la testa di un toro.
Nel 2019 prende parte all’album tributo collettivo Faber Nostrum, in cui reinterpreta Il bombarolo di Fabrizio De André e pubblica Iodegradabile, quarto album in studio.
Nel 2021 partecipa in gara al festival di Sanremo, classificandosi sesto e vincendo il premio della critica con il brano Mai dire mai (la locura) e pubblica un libro-intervista con Giuseppe Civati intitolato Dov’è Willie? Un dialogo con Giuseppe Civati, edito da people.
Dopo l’album Pornostalgia del 2022, nel 2024 pubblica l’EP Sulla riva del fiume, anticipazione di un futuro album con cui l’artista intende chiudere la sua “trilogia sabauda”, composta finora da Educazione sabauda e Sindrome di Tôret.
Foto Credits Chiara Minelli