Lucio Sardi, consigliere comunale di minoranza del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, interviene in merito alla riconferma di Stefano Pugi nel CDA della fondazione ISAH, un ente che si occupa dell’assistenza e della disabilità. Nella nota, Sardi non ha risparmiato critiche alla decisione del sindaco Claudio Scajola di mantenere Pugi all’interno dell’ente per un ulteriore quinquennio, portando così il suo mandato a ben 16 anni.
Stefano Pugi alla guida della Fondazione ISAH: la nota del consigliere Lucio Sardi (AVS)
La venuta a Imperia di uno spettacolo che annuncia, anche con l’ausilio di una promozione sonora, l’arrivo dei “dinosauri in città”, sta in questi giorni movimentando il monotono rumore di fondo del traffico cittadino.
La scelta dello slogan pubblicitario, che per gli organizzatori dovrebbe risultare originale e accattivante, per molti imperiesi è semmai sembrata una conferma, in quanto in molti settori, notoriamente, i dinosauri in città imperversano da tempo.
Ovviamente il primo contesto “preistorico” a cui è corso il pensiero è quello della politica, con il quarantennale dominio del campo “moderato” del sindaco “Claudiociraptor” Scajola.
Ma per trovare un contesto in cui il meteorite del rinnovamento non ha ancora portato all’estinzione della fauna preistorica è quello dei beneficiari delle nomine di “sottogoverno” nelle società ed enti a controllo pubblico.
In questi giorni è stata infatti resa pubblica la decisione del sindaco Scajola di riconfermare per il prossimo quinquennio l’incarico a Stefano Pugi nel consiglio di amministrazione (e quindi alla presidenza) della fondazione Isah, designazione che porterà l’inossidabile Pugi a ricoprire tale carica per ben 16 anni.
Un così lungo periodo di presidenza potrebbe giustificarsi solo sulla base di specifiche competenze o a particolari meriti maturati sul campo, che per Pugi sono evidentemente entrambi assenti.
L’unico “titolo” che può vantare Pugi è infatti quello di specialista in raccolta di preferenze, portate in dote a Scajola, che gli hanno consentito di barattare, sia nel 2018 che nel 2023, l’elezione in consiglio comunale con la più confortevole – e soprattutto retribuita – presidenza dell’Isah.
Quanto ai “successi” ottenuti da Isah sotto la sua presidenza è bene fare un sintetico ripasso.
- Nel 2014, poco dopo la prima nomina da parte dell’amministrazione Capacci (sponsorizzata dall’ex sindaco Strescino), gli sponsor di Pugi tentano vanamente – in quanto lo statuto dell’ente vietava tale possibilità – di fargli riconoscere una indennità economica. Una richiesta che nessun suo predecessore aveva mai neanche immaginato di proporre, essendo tale incarico svolto in forma volontaria e con spirito solidaristico.
- Nel 2018 Pugi si candida in una lista a sostegno di Scajola e invia una lettera elettorale alle famiglie degli ospiti e utenti di Isah motivando l’invito al voto con la possibilità, in caso di buon risultato, di continuare a mantenere la carica di presidente dell’ente. Una operazione tanto strumentale quanto poco rispettosa verso le famiglie.
- Nel 2019 il riconfermato presidente Pugi avvia la procedura di privatizzazione dell’ente attraverso la trasformazione in fondazione, iniziativa a seguito della quale si scatena una dura protesta dei dipendenti di Isah che porta oltre la metà di questi a dimettersi o a lasciare l’ente con procedure di mobilità.
- Nel 2020 si completa la privatizzazione di Isah con la trasformazione in fondazione e il presidente Pugi, anche grazie ai risparmi che l’ente consegue col nuovo contratto privatistico, più penalizzante economicamente per i dipendenti, riesce finalmente ad attribuirsi l’agognato compenso (oggi 2500 euro lordi al mese) che attendeva di ottenere dal lontano 2014.
- A giugno 2021 una operazione della guardia di finanza porta all’arresto del presidente e dei principali collaboratori della cooperativa Agorà d’Italia, a cui Isah aveva affidato gran parte dei servizi di assistenza nelle strutture dell’ente. Per Pugi la dirigenza Isah non ha responsabilità o imbarazzi su tale vicenda perché, avendo la cooperativa indagata regolarmente vinto la gara con un’offerta al ribasso, non ritiene neanche il caso di riflettere sugli effetti che quel sistema di esternalizzazione dei servizi può generare sugli utenti.
- A marzo 2024 viene alla luce il caso dei maltrattamenti agli ospiti della struttura Villa Galeazza, vicenda che crea sconcerto nell’opinione pubblica a livello nazionale e preoccupazione per le famiglie che hanno i familiari ospiti della struttura nonché dolore e rabbia per quelle delle vittime delle violenze documentate dai video dalle telecamere esaminati dagli inquirenti. Di fronte a una vicenda di tale gravità Pugi cerca di scaricare ogni responsabilità affermando incredibilmente che la gestione di detta struttura era stata “affidata in gestione” alla cooperativa Jobel, che aveva assunto i responsabili degli atti di violenza verso i disabili.
Anche in questo caso nessun dubbio attraversa la mente di Pugi sul fatto che tali fenomeni potessero derivare dalla scarsa professionalità e preparazione di operatori su cui si è scaricato il peso di un lavoro usurante e delicato sul quale, da come ha ritenuto di giustificarsi il presidente, è risultata evidente la carenza di controlli da parte di un ente che ha gettato al vento gran parte delle proprie professionalità interne con l’operazione della privatizzazione.
Un dubbio che sembrava invece aver colpito il sindaco Scajola che, in una dichiarazione pubblica, aveva avanzato cauti timori sul sistema dell’esternalizzazione dei servizi di assistenza e che nel dibattito in consiglio sulla nostra mozione di richiesta di dimissioni di Pugi – pur difendendolo – aveva lasciato intendere che, in occasione del rinnovo del mandato, avrebbe valutato se egli non fosse ormai “affaticato” nello svolgere quel ruolo.
Quanto fossero sincere e non strumentali quelle affermazioni ce lo dimostra la scelta di premiare, contro ogni logica ed opportunità, ancora il suo fedele sostenitore. - A settembre 2024 emerge il caso del rinnovo del contratto di servizio con la cooperativa Jobel, la quale si rifiuta di prorogare il contratto in scadenza, segno evidente che è ancora irrisolto il problema di un sistema di esternalizzazione dei servizi che mira più al contenimento dei costi che alla qualità dell’assistenza agli utenti della struttura.
Alla fine, per comprendere come sia possibile giustificare la riconferma di Pugi alla guida di Isah, forse più che all’età della pietra bisogna tornare all’età del bronzo, o meglio a quella delle facce di bronzo.
Solo pochi giorni fa in consiglio comunale è stata votata all’unanimità l’adesione alla convenzione per l’utilizzo, nelle strutture comunali, della Disability Card per agevolare il riconoscimento del diritto alle relative esenzioni o agevolazioni.
Una iniziativa che abbiamo condiviso e sostenuto, ma che non è certo risolutiva rispetto alle necessità di assistenza, cura e riabilitazione delle persone con disabilità per le quali Isah è stata in passato un modello virtuoso, ma che, sotto la guida del “Trinominatropo” Pugi (specie di dinosauro estremamente stanziale negli incarichi), ha subito un repentino peggioramento.
Il tema della disabilità e dei troppi diritti ancora negati a quella parte della società più fragile di cui si fatica ancora a farsi carico, certamente non si affronta adottando un provvedimento utile ma parziale, per poi perseverare subito poco con la spartizione delle cariche basate sul criterio della vicinanza politica per scegliere la guida di un ente così importante su questo tema come è l’Isah.