Si era sposato e separato in Italia, ma mentre attendeva il divorzio, aveva contratto un nuovo matrimonio in Albania. Una volta tornato in Italia, registrando l’unione, è emersa la contemporaneità dei due matrimoni e per lui è scattata l’accusa di bigamia.
Cosa era successo e i motivi dell’assoluzione
Il protagonista della vicenda è un 53enne di origini albanesi, residente a San Bartolomeo al Mare. Secondo quanto accertato, l’uomo aveva contratto il primo matrimonio in Italia nel 2010. Dopo alcuni anni, il rapporto con la moglie si era incrinato e i due avevano avviato la separazione legale. Mentre era ancora in attesa della sentenza di divorzio, nel 2017 si è risposato in Albania con una nuova compagna.
Al suo ritorno in Italia, ha provveduto a registrare il secondo matrimonio, ma qui è sorto il problema: nel nostro ordinamento, una persona separata è ancora legalmente sposata fino al divorzio. Questo ha portato alla contestazione del reato di bigamia (art. 556 c.p.), un’accusa che gli era costata un decreto penale di condanna con una multa di 9.000 euro, stabilita dal Giudice per le Indagini Preliminari Paolo Luppi.
L’uomo, difeso dall’avvocato Davide Carpano, ha presentato opposizione alla condanna, puntando sul cosiddetto “errore scusabile”. In Albania, infatti, non esiste una distinzione giuridica tra separazione e divorzio e quindi il matrimonio contratto nel 2017 era perfettamente valido secondo le leggi locali. Alla fine il 53enne è stato assolto perché il fatto non sussiste.