Si è svolta davanti al giudice Di Naro l’udienza del processo a carico di un 39enne di Sanremo accusato di atti persecutori (stalking), violazione di domicilio e percosse ai danni della sua ex fidanzata. La vittima oggi è stata chiamata a testimoniare dal pubblico ministero e ha raccontato in aula la sua versione dei fatti e tutto ciò che ha portato alle accuse.
La testimonianza della 38enne tra insulti, percosse e persecuzioni
“Ci conoscevamo dalle elementari. Poi ci siamo persi per tanti anni fino a quando negli ultimi anni mi ha ricontattato su Facebook e abbiamo iniziato a frequentarci. Subito era la persona ideale – ha dichiarato la presunta vittima di stalking – Ma la situazione è degenerata già a novembre 2023, durante una vacanza in Egitto. Abbiamo litigavamo, alzava la voce, mi limitava nei movimenti e mi insultava. Diceva che non valevo niente – Verso la fine del viaggio un litigio è degenerato poi in un’aggressione fisica: “Gli ho fatto cadere il telefono e lui mi ha tirato un calcio all’anca facendomi cadere”.
Nonostante l’episodio, la donna racconta che la relazione è continuata arrivando persino a convivere: “Ho dato retta alle sue scuse, ho sbagliato – dichiara la donna – Anche perché dopo quell’episodio le liti sono state continue con una escalation a livello verbale. Lui mi diceva che ero io a provocare, mi chiamava p***a, t***a“. La donna nella sua lunga testimonianza racconta anche di aver scoperto dei tradimenti da parte di lui e svariate bugie sulla sua vita passata.
L’aggressione raccontata in aula dalla 38enne
Tra i momenti più impattanti della dichiarazione dell’ex fidanzata c’è stato il racconto dell’aggressione: “Me l’ero già ritrovata nel giardino di casa, aveva scavalcato, ma per fortuna avevo una inferriata. Nei giorni successivi abbiamo parlato, è entrato in casa, ma abbiamo litigato e lui mi è salito addosso sul letto. Mi ha preso per le braccia, mi bloccava, mi ha sputato in faccia. Sono riuscita a divincolarmi, ma lui mi ha inseguito e poi mi ha preso per i capelli trascinandomi nel corridoio. Mi sono divincolata di nuovo e sono corsa alla porta per gridare aiuto, ma sono scivolata e lui mi ha trascinato per una caviglia. Io però urlavo e a quel punto lui è scappato dalla porta finestra“.
Dopo la fine della relazione, a detta dell’ex fidanzata, la situazione è precipitata: telefonate continue, messaggi anonimi, citofonate insistenti e pedinamenti. “Ha persino sfondato una finestra con un pugno, aveva già rotto altre cose in casa. Avevo chiamato la polizia, ma lui li sbeffeggiava”. Oggi la donna ha raccontato che da quell’episodio in poi ha sofferto di attacchi di panico che le hanno anche provocato dei problemi al lavoro e viene seguita costantemente da una psicologa e dal centro anti-violenza.
L’udienza è stata poi rinviata per ascoltare i testimoni della difesa e l’esame dell’imputato difeso dall’avvocato Brazzit.