Si è svolta questa mattina, martedì 18 febbraio, presso il Polo Universitario di Imperia, la conferenza organizzata dalla sezione di Savona – Imperia dell’Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti), con il patrocinio dell’Università di Genova, della Fondazione PU.PO.LI, del Comune di Imperia, della Provincia di Imperia e dell’Isrec di Imperia. L’evento ha ripercorso il processo svoltosi tra il 16 febbraio e il 28 aprile del 1976 per portare alla sbarra i criminali nazisti responsabili degli omicidi e delle violenze perpetrate all’interno della Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio presente sul suolo italiano.
Un pubblico numeroso ha seguito con attenzione gli interventi degli esperti, tra cui importanti storici delle Università di Genova e Trieste, che hanno analizzato i dettagli del processo e il contesto storico in cui si inserì. Il dibattito ha messo in luce l’importanza della memoria storica e della giustizia per le vittime delle deportazioni.
All’evento hanno preso parte anche una rappresentanza dei corsisti di giurisprudenza del Polo Universitario, gli studenti degli Istituti Superiori del Liceo Amoretti, del Ruffini e del Cassini, oltre ai membri dell’Ordine degli Avvocati di Imperia.
Spiega Simone Falco, presidente dell’Aned Savona-Imperia: “Questa mattina qui presso il polo universitario, grazie alla collaborazione appunto dell’Università di Genova e della Fondazione Pupoli, organizziamo questa mattinata di incontro, di studio per le scuole che saranno per i corsisti del corso di giurisprudenza e anche per gli avvocati del Foro d’Imperia che vorranno partecipare sulla storia non solo del campo di sterminio della Risiera di San Sabba, ma del processo che venne fatto dopo la liberazione ai criminali nazisti che operarono alla Risiera di San Sabba in tutto il territorio adriatico che era stato annesso al Terzo Reich dopo il 10 settembre del 1943.
La Risiera di San Sabba entra in funzione il 20 ottobre del 1943 e resta operativa fino a maggio del 1945, quando verrà poi liberata dai partigiani e naturalmente i nazisti bruciarono tutti i documenti e fecero saltare il crematorio che oggi è posto a monumento, a simbolo dello sterminio della stessa Riseri San Saba. Nella Risera furono deportati e assassinati dai 3.000 ai 5.000 persone.