20 Febbraio 2025 20:15

Imperia: nuova palestra di Piazza Calvi, Lucio Sardi (AVS) all’attacco. “Abnorme cubo di cemento nel cuore della città”

In breve: Il consigliere di minoranza del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra di Imperia, Lucio Sardi, interviene con una nota in merito alla nuova palestra della scuola di Piazza Calvi. 


Il consigliere di minoranza del Gruppo Alleanza Verdi e Sinistra di Imperia, Lucio Sardi, interviene con una nota in merito alla nuova palestra della scuola di Piazza Calvi. 

Nuova palestra del Vieusseux: consigliere Lucio Sardi attacca l’Amministrazione

Spiega il consigliere Lucio Sardi nella nota stampa: “In questi giorni abbiamo appreso con piacere che il sindaco Scajola è favorevole al riconoscimento della cittadinanza ai cittadini stranieri a seguito del completamento del ciclo scolastico, ovvero in base al principio dello Ius scholae.

Condividiamo anche noi la necessità dell’introduzione di una norma di questo tipo che darebbe ai tanti giovani figli di immigrati nati, cresciuti e formatisi nelle scuole del nostro paese, ma privi dei pieni diritti derivanti dal possesso della cittadinanza italiana, la possibilità di ottenerla con più facilità di adesso. Ne sono un po’ meno convinti i partiti con cui Scajola, al di là del mascheramento civico a Imperia, si accompagna e che usano questo tema per alimentare una propaganda, magari efficace elettoralmente, ma che mantiene nell’arretratezza e in un limbo medioevale in tema di diritti il nostro paese.

Troviamo decisamente meno sintonia con Scajola in merito alle sue scelte in materia di edilizia scolastica dove, nella modalità di assunzione delle scelte, all’approccio del confronto con gli attori del mondo della scuola, preferisce quello paternalista e accentratore, come ha dimostrato recentemente con la contestata ricollocazione degli alunni del liceo Vieusseux.

Tra le critiche in merito all’intervento dell’amministrazione comunale sullo storico edificio scolastico di piazza Calvi, oltre all’insensato forzato trasferimento delle classi dell’indirizzo classico del liceo Vieusseux, merita un posto di rilievo la nuova palestra ancora in fase di costruzione.

Il progetto di rifacimento della vecchia palestra, che ne prevedeva l’allargamento, si è infatti tramutato nella sua ricostruzione a mo’ di spina (o meglio pugnale, visto l’effetto che genera) posta alle spalle dello storico edificio che si affaccia su piazza Calvi.

Non possono infatti passare inosservate la dimensione, la tipologia costruttiva e la collocazione del nuovo edificio che, invece di allungarsi lungo via Agnesi come in passato, è stato rivolto contro l’edificio storico appena ristrutturato.

La nuova struttura incombe infatti sul vecchio edificio soffocandone letteralmente buona parte, sul lato posteriore rivolto verso via Agnesi, oscurandone letteralmente le finestre che distano pochissimi metri dal cubo di cemento che gli si è costruito a ridosso.

Erigere una simile impattante cubatura, realizzata senza alcun elemento di pregio architettonico che possa in qualche modo armonizzarla ad uno degli edifici più antichi e caratteristici della città e senza l’osservanza dei basilari principi del rispetto delle distanze tra le costruzioni, fa sorgere alcuni interrogativi.
Il primo riguarda il 
funzionamento delle istituzioni deputate alla tutela dei beni architettonici storici, che in questa città sembrano legittimare invece ogni forma di violazione del principio del rispetto del patrimonio storico e architettonico, come già dimostrato con l’autorizzazione all’abbattimento della ciminiera centrale delle ex ferriere.

Il secondo riguarda le dinamiche che regolano l’idea dell’armonia di Scajola, che è stato capace di mettere in moto una ridicola quanto disastrosa crociata contro un cittadino che aveva legittimamente allungato un terrazzino di qualche metro e poi decidere di conficcare alle spalle di uno degli edifici simbolo della storia cittadina, un abnorme cubo di cemento che al più potrebbe rappresentare il simbolo della stupidità cittadina.
Forse Scajola con la sua 
apertura sullo Ius scholae ha tentato di depistare dalla sua vera e meno nobile passione, quella per lo “Ius palestrae”, l’unica che rischia di azzerare un pezzo della nostra cultura nazionale, quella per il bello.

Se non si fanno rispettare le regole per impedire l’invasione, nelle amministrazioni locali, di figure che realizzano interventi privi di “cittadinanza” nel paese delle belle arti, perderemo un pezzo d’identità nazionale che nelle scuole contribuisce a formare invece i tanti giovani ai quali, in quanto “colpevoli” di non essere nati da genitori italiani – grazie a certa politica – neghiamo ancora il diritto naturale alla cittadinanza.

C.S.

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