Il problema della contaminazione da PFAS nelle acque destinate al consumo umano è stato al centro della discussione questa mattina nel Consiglio Regionale della Liguria. Secondo l’indagine Acque Senza Veleni, condotta da Greenpeace Italia, è emersa una preoccupante presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque potabili italiane.
In Liguria, Imperia si è posizionata al terzo posto per concentrazione di PFAS, con un valore di 25,6 ng/L, a pari merito con Sarzana. I livelli più alti sono stati registrati a Rapallo (28,6 ng/L) e Albenga (25,7 ng/L).
A portare la questione all’attenzione del Consiglio Regionale è stata la consigliera del Partito Democratico, Carola Baruzzo, che ha chiesto se “ARPAL stia effettuando un monitoraggio diffuso dei livelli di PFAS non solo nelle acque degli acquedotti, ma anche nelle acque superficiali e nelle sorgenti”.
Inoltre, ha sollecitato l’adozione di limiti più restrittivi, come previsto dal decreto legislativo 18/2023, evidenziando che l’Autorità sanitaria locale ha la facoltà di imporre valori più severi in specifiche aree territoriali.
In risposta, l’assessore alla Sanità, Massimo Nicolò, ha dichiarato che ARPAL potrà effettuare le prime analisi ufficiali e certificate sui PFAS nelle acque potabili non appena il metodo di analisi sarà accreditato secondo i parametri ISO 17025. L’accreditamento è previsto entro il 2025.